Guida agli Oscar 2020

Gli ultimi pronostici prima della grande notte degli Oscar 2020, all’insegna di Joker e 1917

Manca pochissimo alla 92° edizione degli Academy Awards: Los Angeles si sta imbellettando, il Dolby Theatre sta stendendo i tappeti rossi, le star di Hollywood e non stanno facendo gli ultimi ritocchi ai loro abiti. Il 9 febbraio si accenderanno i riflettori sulla notte più attesa dai cinefili, che nelle scorse settimane hanno scommesso, hanno passato notti insonni cercando di vedere tutti i film di tutte le categorie e hanno litigato sui protagonisti di questa ricchissima annata. Noi di Cogito et Volo abbiamo visto e recensito tutte le pellicole in gara per il Miglior film e ci sentiamo pronti a tirare un po’ le fila del discorso e lanciarci in pronostici e previsioni.

Parliamo subito dei premi per i vari attori, che ormai sembrano essere dati per certi. Per la miglior attrice la gara è tesa: Saoirse Ronan per Piccole Donne, Scarlett Johannson per Storia di un matrimonio e Renée Zellweger per Judy hanno dato grandi prove attoriali, veramente indimenticabili, ma la Zellweger, nei panni di Judy Garland, sembra non aver avuto rivali ai Golden Globe, ai BAFTA e compagnia, aggiudicandosi sempre lei il premio come miglior attrice. Come lo scorso anno per Rami Malek, che ha interpretato Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody, o Taron Egerton nell’Elton John di Rocketman,sembra che i film a tema musicale, quindi su storie dei grandi della musica, consentano agli attori di Hollywood di brillare, ottenendo sempre grandissimo successo. Non capisco perché invece i musical facciano sempre storcere il naso a tutti, ma questa è un’altra storia.

Renée Zellweger nei panni di Judy Garland dalla locandina del film Judy

Miglior attrice non protagonista andrà quasi certamente a Laura Dern per Storia di un matrimonio, grazie all’interpretazione di una energica avvocatessa, pronta a tutto per difendere la sua cliente. Miglior attore non protagonista sarà incoronato il bel Brad Pitt per Once upon a time…in Hollywood! mentre io piangerò con Al Pacino il mancato riconoscimento di una così bella interpretazione del Jimmy Hoffa di The Irishman. Parlando di The Irishman, sorprende (ma forse no, ne ho parlato già nella recensione) la mancata candidatura di Robert De Niro, protagonista del film. Colpisce anche la mancanza di Christian Bale tra i candidati, che avrebbe meritato un posticino per la sua performance in Les Mans ’66 – la grande sfida, dove interpreta Ken Miles, meccanico della Ford Sarebbe comunque una causa persa: il premio al miglior attore andrà indiscutibilmente a Joaquin Phoenix, per il grande Joker. Alla sua quarta nomination Phoenix deve portarsi a casa questo premio: perché la sua interpretazione di Arthur Fleck entra nella pelle e perché è uno dei più grandi attori in circolazione. Non vinse l’Oscar per The Master nel 2013 per un soffio, ma già lì dimostrò al pubblico il suo smisurato talento. Adam Driver è l’unico quest’anno a tenergli testa, ma per quanto la sua interpretazione in Storia di un matrimonio sia eccellente, non riuscirà davvero a competere con la grandiosità e l’intensità di Joker.

Il premio per il “miglior film in lingua straniera” quest’anno cambia nome e diventa “miglior film internazionale”. Poco importa. Parasite è il favorito assoluto: dal momento della sua vittoria a Cannes 2019, non ha smesso di vincere premi e riconoscimenti, per la regia, per la scenografia, per la sceneggiatura, per il miglior cast. È il film più osannato dell’anno e ha tutti i motivi per esserlo. Il premio più grande è che grazie a questo film di Bong Joon-Ho, il cinema coreano ha richiamato l’attenzione internazionale e non più solo quella degli esperti. Tanto Parasite è stato apprezzato che ora nelle sale italiane viene ritrasmesso insieme anche a Memories of Murder, uscito nel 2003 e considerato il vero capolavoro del regista. Parasite potrebbe facilmente aggiudicarsi anche il premio per la miglior sceneggiatura originale e soprattutto per la scenografia, grazie alla splendida casa utilizzata quasi per l’intero film, di una bellezza e imponenza travolgente. Sembra utopica invece la sua vittoria come miglior film e per la miglior regia, dove, vedendo un po’ come è andata finora, sembra essere 1917 di Sam Mendes il favorito. Se può valer qualcosa: per me Parasite ha vinto tutto.

Un dettaglio della locandina del film Parasite

Generalmente parlando, mi pare che quest’anno la gara sia stata particolarmente bella e ricca, nonostante un calo di attenzione rivolto all’istituzione degli Oscar. Le nove pellicole in concorso sono una diversa dall’altra e ognuna prezioso a modo suo perché ognuna di esse ha fatto nascere un piccolo “caso”: Piccole donne di Greta Gerwig tiene alta l’attenzione sui temi caldi dell’emancipazione e liberazione femminile; Jojo Rabbit di Taika Waititi (che ha grandi possibilità per sceneggiatura e montaggio) riesce a parlare e a condannare il nazismo in un modo del tutto nuovo, fresco e originale e ad affrontare la durezza del genocidio con una risata senza mai essere inopportuno; Joker di Todd Phillips va oltre il cinecomic, portando in scena la malattia mentale e il degrado sociale in rivolta, con tutta la crudezza del caso. Parasite riflette con ferocia sul darwinismo sociale, sull’identità dei ricchi e dei poveri e dei perversi meccanismi che questa separazione, sempre più netta e abissale, sta portando in varie regioni del mondo. Insomma, il cinema del 2019 ci ha dato grandi soddisfazioni. Peccato non vedere un qualche film italiano tra i candidati internazionali, come Martin Eden di Pietro Marcello o Il primo re di Matteo Rovere.

Luca Marinelli interpreta Martin Eden in una scena del film. Sarà uno dei giudici della Berlinale 2020

Purtroppo non c’è il tempo e lo spazio per parlare di tutte le 24 categorie in concorso. Vi rimando a questi articoli de Il Post, se siete curiosi di sapere di più sui cortometraggi e sui documentari in concorso quest’anno. Le recensioni dei film in concorso le trovate tutte su Cogito et Volo.

Qui in Italia la cerimonia andrà in onda nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, su TV8, visibile a tutti, a partire da mezzanotte, con il solito commento di Francesco Castelnuovo e Gianni Canova. Su Sky Cinema Oscar la serata inizierà alle 22.45, mentre il 10 febbraio, alle 21.15 ci sarà una short version degli Oscar con il “meglio di”. Anche quest’anno non ci sarà un presentatore (Neil Patrick Herris: ci manchi tanto!) ma vari super ospiti cavalcheranno il palco del Dolby Theatre per annunciare i vincitori.

Che vinca il migliore!

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Laureata in Scienze filosofiche e ora studentessa del Master Professione Editoria cartacea e digitale a Milano. Quando non leggo, scrivo. Quando non scrivo, guardo film. Quando non guardo film, parlo ai miei amici dei film che ho appena visto. Quando non faccio nessuna di queste cose di solito sto cercando di replicare qualche ricetta di Masterchef.

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