«Illustratori, respirate cose belle»: intervista a Giulia Pintus

Cogito et Volo ha avuto l’opportunità di intervistare Giulia Pintus, una giovanissima e talentuosa illustratrice italiana dalle illustrazioni “agrodolci”.

Ciao Giulia! Le domande che vorrei porti sono infinite, quindi mi limiterò a fartene solo alcune. Tu sei una creativa e per esprimerti hai scelto il disegno. Ad oggi sei riuscita a crearti uno stile riconoscibile. Quando nasce esattamente e come lo definiresti? 
Ciao Rossella! È un piacere fare con te questa intervista. Lo stile è qualcosa in continua evoluzione e spero continui ad esserlo, ma mi ricordo esattamente quando ho sentito “clac”; ero ad un workshop di Monica Barengo, 2015,  Ad un certo punto ho sentito di dover abbandonare tutte le paure dei giudizi altrui, da quel momento mi lascio sempre la libertà di sperimentare e di cambiare stilisticamente. Io definisco i miei disegni agrodolci, appunto perché mi piace mescolare molte cose. 

Per crearlo hai preso ispirazione da qualcuno? 
Sì, da tanti e da tanto.  Come illustratori Rebecca Dautremer è stata la prima, poi ci sono stati Beatrice Alemagna, Matticchio, Monica Barengo. E poi Sylvain Chomet e in generale da molti miei insegnanti. 

I tuoi personaggi non sono i soliti principi e principesse che si incontrano nelle fiabe, sono spesso persone comuni, a volte un po’ grottesche, a cui tu con grande accuratezza riesci a conferire un alone di magia servendoti dell’ironia, facendoli uscire dall’ordinario e in un certo senso anche redimendoli. Riesci a rendere poetici anche gli ortaggi, ma come fai?! 
Mi è sempre piaciuto moltissimo osservare le persone. Quelle vere per l’appunto, le trovo nei posti ordinari, al supermercato, in farmacia, in treno.. mi piace anche scoprire qualche lato psicologico osservando i comportamenti, insomma, le persone mi piacciono! 

Raccontaci la tua giornata tipica. 
Mi sveglio presto, porto il mio cane al parco e poi vado in studio, lo condivido con Alessandra Santelli, collega illustratrice, ma soprattutto amica (per questo mi piace anche il lunedì). 

Al mattino lavoro per Foglie al Vento, l’attività che da cinque anni abbiamo creato Ale ed io, lavoriamo per lo più su ritratti per privati.  Al pomeriggio lavoro ai miei libri. Mi piace molto il mio lavoro quindi non mi pesa farlo anche di sera e, quando ho tempo, disegno anche per me. 

Nelle tue illustrazioni mostri cose comuni da una diversa angolazione, quasi servendoti dello sguardo di una bambina. Come fa un adulto a conservare la capacità di stupirsi in un mondo che corre così veloce? 
Questa domanda mi ha commossa un po’.  Sono contenta che si percepisca questo!  Secondo me fare questo lavoro dà la possibilità di avere più contatti con la propria parte bambina, è un rapporto che si coltiva cercando di essere curiosi e, perché no, un po’ innamorati delle piccole cose. 

Le tue illustrazioni sono per adulti e piccini, ma come mai il tuo target principale è il secondo? 
Le illustrazioni che faccio per i grandi sono più che altro illustrazioni personali, che faccio per digerire i miei pensieri, paure e sogni da persona grande, quelle per bambini mi vengono richieste più spesso per lavoro e arrivano principalmente dai ricordi che ho di quando ero piccola.  Pensieri, preoccupazioni e idee di una persona piccola. 

Qual era il tuo sogno quando eri piccola? 
Avevo le idee piuttosto chiare.  Amavo gli animali e disegnare, quindi avevo inventato uno stravagante cocktail di sogni che mi vedeva proprietaria di un grande parco naturale, dove gli animali erano liberi e io vendevo quadri ai visitatori.  Non faceva una piega. 

Confucio diceva “Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua.”. Pensi di esserci riuscita? 
Posso dire di sì e lo faccio con gli occhi lucidi.  Amo il lunedì, amo il primo giorno di lavoro dopo le vacanze, amo programmare la settimana di lavoro e quando non ho niente da fare mi invento qualcosa. 

Come vi siete conosciuto Alessandra Santelli e quando nasce l’idea di aprirvi uno studio insieme? 
Ale ed io ci siamo conosciute alla Scuola Internazionale di Comics a Reggio Emilia. Caratterialmente e stilisticamente siamo molto diverse, ma proprio per questo insieme funzioniamo benissimo.

Lo studio è nato per caso. Ci serviva un posto fisico dove lavorare ai progetti di scuola e ai nostri lavori. Abbiamo trovato uno studio con una piccola vetrina… non pensavamo che Foglie al Vento sarebbe diventato il nostro lavoro e invece eccoci qui. 

Solitamente che strumenti usi per creare le tue illustrazioni?
Sempre più spesso digitale, con Procreate. È veloce, comodo e portatile, così posso lavorare ovunque. Quando lavoro in manuale uso matite e acrilico. 

C’è qualche azione o mantra in particolare che ripeti prima di metterti al lavoro?
Se sono a casa:  divano, cane sulle gambe e lavoro ascoltando audiolibri. 

Quali sono le 5 cose che ami di più e le 5 che odi di più?
Amo il rosa e il verde insieme, le calze morbide, il mio cane quando corre , il sole nelle tapparelle, le persone che hanno un’idea. Odio la matematica, i capelli nel buco della doccia, le scatole di biscotti di colore blu,  le persone prepotenti. 

Quali consigli in generale daresti a chi vorrebbe accostarsi al mondo dell’illustrazione?
Di respirare cose belle, di cercarle, di scovarle dappertutto, di non essere gelosi delle idee, di condividerle e non avere paura i sperimentare. Di accettare i consigli ma a volte anche no. 

Quali sono le tue convinzioni-caposaldo, i tuoi credo a cui non volteresti mai le spalle? 
Credo nelle idee, nel buttarsi anche se non si vede niente, credo che la bellezza sia un po’ dappertutto, che non ci siano posti noiosi, che i colori desaturati possano stare nei libri per bambini tanto quanto quelli sgargianti. 

Seguite Giulia su Facebook @giuliapintusillustrazioni, Instagram @giuliapintus_illustrazioni e su Behance!

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Sono una persona semplice, vado dove mi porta l'istinto. Credo nel sarcasmo e nell'ironia, ma anche nella bellezza della luce filtrata da una serranda, nel tramonto in riva al mare, nella risata che ti toglie il fiato. Credo in un mondo che ci fa sentire scardinati e perennemente in bilico, ma ogni tanto, se abbiamo fortuna, possiamo sentirci nel posto giusto al momento giusto. Della vita ho capito solo una cosa: che non ho capito niente.

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