Lettura: ricchezza o illusione?

Con la quarantena abbiamo riscoperto la lettura. Con la riapertura c’è il rischio di etichettarla come “illusione”, preferendole esperienze “concrete”.

Nel mese di luglio Cogito et Volo pubblicherà i migliori contributi raccolti attraverso l’ultima Call for papers primaverile. Tra gli autori di questi ultimi verranno selezionati i futuri collaboratori del sito. I contributi già pubblicati sono reperibili qui. Per chi non avesse partecipato e volesse condividere le proprie idee e inviare un contributo singolo – articolo, racconto o poesia – è sempre possibile farlo: non smettiamo mai di metterci in gioco!

Come dimenticare gli uggiosi pomeriggi di quarantena trascorsi bevendo tè caldo e sfogliando un buon romanzo? La lettura è un bene per la mente umana, aiuta a migliorare le proprie capacità espressive, sviluppa in ognuno di noi uno spirito critico. Questo è ciò che sperimenta ogni lettore incallito che si rispetti. In tanti, però, vedono la lettura soltanto come una perdita di tempo, che impedisce esperienze di vita, uno svago per “deboli”. 

Il lockdown ha costretto l’intera nazione a starsene chiusa in casa, ma ha anche aiutato molti lettori “raggrinziti” a riscoprire quel beneficio nascosto sotto la rilegatura di ogni libro: la possibilità di viaggiare attraverso pagine ingiallite per tempi lontani o vicini e luoghi incantati. Quale miglior periodo per poter leggere i Promessi Sposi, ad esempio? La vicenda con protagonisti Renzo e Lucia può benissimo essere contestualizzata ai giorni nostri, dato che ancora dobbiamo tenere le mascherine per poter vedere i nostri cari amici.

Durante la quarantena in tanti hanno riscoperto il piacere della lettura, riprendendo in mano vecchi libri rimasti ad ingiallire negli scaffali della libreria di casa. Foto di blende12.

Ognuno di noi, in base alla propria storia e alle proprie inclinazioni, ha avuto modo di rimettersi in gioco e – perché no – di riscoprirsi tra le pagine di un libro, rivedendosi tra i personaggi che ha amato sin dalla tenera età. Ad esempio, tra una videochiamata e l’altra riscoprire il valore dell’amicizia a partire dalla forte intesa del trio di Harry Potter. Oppure leggere tra le pagine di Paulo Coelho di quell’alchimista che cercava il momento favorevole per dare un compimento alla propria storia. In quei tetri giorni di clausura forzata leggere e soprattutto rivedersi nei personaggi amati è stata una vera e propria occasione di salvezza. Molti ragazzi, infatti, hanno avuto il modo di scoprire se stessi per mezzo della lettura, che non a caso Umberto Eco definiva «l’immortalità all’indietro». 

Tuttavia la lettura può esser vista da alcuni come un’illusione di vita. Il viaggio, gli amati personaggi e gli eroi dei nostri libri preferiti possono essere annichiliti da chi crede nell’esperienza – chiamiamola così – “diretta” della vita. Cioè da chi preferisce non ritagliare quel tempo per sé leggendo, ma vivendo alternativamente. Il paradigma dell’illusione può essere sintetizzato con l’immagine del «velo di Maya» di Schopenhauer: da un lato ci siamo noi, dall’altro la vita, mentre il velo – ovvero la lettura – sta in mezzo. In quest’immagine, la lettura fa da tramite tra noi stessi e la vita. Ma un’errata concezione può portarci a rompere il tramite, ignari del fatto che la lacerazione del velo porterà allo smarrimento dell’individuo. Quando ci renderemo conto di non aver vissuto pienamente, sarà tardi.

Meglio un pieno di libri o di esperienze concrete? Foto di LobusHouska.

Dunque, la lettura è ricchezza o illusione? La risposta è soggettiva. Meglio viaggiare con la propria immaginazione? Oppure vivere in maniera “diretta” ma con l’assenza di esperienze letterarie lontane nello spazio e nel tempo?

Ciò che più vale è la libertà di agire come meglio crediamo: dipende esclusivamente da noi e non c’è cosa più bella. Decidiamo come riempire le nostre giornate e lo facciamo con ciò che ci fa star bene: guardare serie tv a più non posso oppure leggere fino alle tre di notte per capire che piega prenderà la storia. Quello che conta è la certezza maturata durante la quarantena, che ci permette di guardare al futuro in un’ottica positiva. Se siamo riusciti a viaggiare e sognare durante quelle tetre giornate in cui siamo stati costretti a rimanere in casa, allora riusciremo sempre a librarci in volo all’interno dei nostri sogni. Anche chi non legge. Per mettere un punto quando la routine è troppo pesante da sorreggere.

Articolo a cura di Gaetano Leanza.
(Immagine di copertina: Free-Photos)

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