Un tempo qui era tutto R’n’b

Lumidee, Blue, Alicia Keys: chi se li ricorda? La musica degli anni 2000 era la migliore, facciamo un tuffo nel passato e scopriamo perché!

Anno nuovo, vita vecchia! Basta con i soliti buoni propositi proiettati al futuro, il team di Cogito et Volo si lancia in un throwback anni 2000 ricordando società, musica, MSN e miracoli dello scorso ventennio.

00.01 del 1 Gennaio 2021. Quest’anno la quantità di buoni propositi ha già raggiunto vette mai esplorate prima. E di certo non poteva essere che così! L’annus horribilis appena trascorso ha generato una micidiale catapulta di spergiuri affinché quello nuovo possa portare buone nuove. D’altronde, è cosa comune credere che “nuovo” sia sinonimo di “meglio”.

Ma l’ultimo dell’anno, i sognatori li riconosci. Sono quelli che pensano al passato mentre tutto scorre. Hanno un velo di malinconia che li avvolge a mantello. E nella mente tanti ricordi. Quelli hanno una musica diversa nella testa. Una musica passata, ancorata a ricordi che di tanto in tanto vorrebbero riascoltare. Perché è una musica ormai scomparsa e, quindi, non ci resta che fare un tuffo nostalgico all’indietro. Riposizioniamo a qualche anno fa il bottoncino della nostra barra di caricamento. Pigiamo rewind sul nostro iPod nano. Riavvolgiamo il nostro compact disk e… boom! Siamo nell’anno 2000!

Che ce ne facciamo oggi di un Ipod nano? Credits: godwinjdayo on Pixabay

Starete pensando “com’è possibile?”: sembrava l’altro ieri quando festeggiavamo il nuovo millennio. Ma quando è successo che son passati così tanti anni? Nessun problema, è tutto normale. È la nostra coscienza che spunta dagli abissi per ricordarci quanto siamo vecchi.

Com’era quella canzone lì che faceva “Na na na…”? E quest’altro brano? Nooo pazzesco! Lo ballavamo sempre. Sapevamo il testo a memoria e adesso andiamo a tentoni.

Ecco, più o meno è quanto accade quando ascoltiamo brani di artisti dei primi anni 2000 ormai spariti chissà dove. Quello di cui forse raramente ci accorgiamo è quanto sia cambia la musica negli ultimi vent’anni. Parlare di evoluzione della musica, dal 2000 ad oggi, è un po’ azzardato. Anzi, è assolutamente fuori luogo! E per comprendere appieno questo basta riavvolgere il nastro.

I Blue. Credits: Pinterest

R’n’B

L’anno 2000 segna la definitiva scomparsa del progetto teen band. Backstreet Boys e Spice Girls, iconiche leggende del settore, dopo aver venduto milioni di copie e aver calcato i palchi di tutto il mondo chiudono per sempre i battenti. La nascente band dei Blue e le Destiny’s Child cavalcheranno l’onda del successo lasciata dai loro predecessori per non più di qualche anno. Il genere musicale che aveva prodotto milioni di dollari grazie ad una meticolosa regia di marketing e merchandising (a cui va aggiunta una quantità discutibile di auto-play, più che a meriti di composizione) va in pensione.

Il nuovo fenomeno è un acronimo di tre lettere: R’n’B. Letteralmente Rythm and Blues, non è solo un genere musicale: è uno stargate che porta dritti verso un nuovo universo.

Alicia Keys, Fallin’. Credits: Amazon.it


L’ R’n’B è una finestra che si affaccia sulle periferie di New York, dal Bronx fino a Detroit, da Dallas a New Orleans fino alla West Coast passando per Chicago. È la luce in quella zona di mondo statunitense fatto di grandi interpreti afroamericani cresciuti nei quartieri più poveri della città, per troppo tempo rimasta nell’ombra.

Puff Diddy, Laureen Hill, Alicia Keys, 2Pac, R.Kelly e molti altri racconteranno nei testi delle storie: le difficoltà del loro difficile mondo, della vita prima del successo, dei pericoli della droga. Gli amori, le delusioni, le aspettative. Quanti di noi hanno fantasticato una storia d’amore sulle note di Where is the love?

The Black Eyed Peas, Where is the love? Credits: Amazon.it

Con la delicatezza del blues e del soul che dai sobborghi di Harlem si mischierà ai bit pop anni ‘80 per dare vita ad un travolgente genere musicale, l’R’nb è stato suono e movenze. I testi in rima diventeranno la storia di tutti. Arriverà nelle periferie italiane e cambierà l’abbigliamento di noi ragazzi che prima di allora non avevamo mai girato per i corridoi delle scuole medie indossando tute di diverse taglie più grandi. L’R’n’B sarà la musica popolare di tutto il mondo dal 2000 al 2010.

Eminem. Credits: Rolling Stone Italia

Rap

Nelle zone limitrofe alle città si formano crew di rapper che si danno battaglia a suon di rime nei locali notturni americani prima di fare il salto verso i palchi più famosi. È il ritorno in scena della musica rap, con personalità di spicco e grandi interpreti a stragrande maggioranza afroamericani. The Notorious Big, Nas, SnoopDogg, Jay-Z, Kanye West, 50 Cent, Eminem, Lumidee, Busta Rymhes, Nelly e Kelly Rowland, R. Kelly, Missy Elliot, Eve saranno tra i più grandi artisti di questo genere con milioni di copie vendute.

Rihanna, Pink!, Beyoncé e Justin Timberlake proietteranno il genere oltre la soglia del 2010 quando la parabola rap incrocerà il pop più dissoluto e tutto tornerà ad essere guidato da criteri di mercato e di marketing.

Justin Timberlake- Justified. Credits: Amazon

Ma nel frattempo la musica rap avrà stracciato via quel mondo patinato prodotto delle boy band degli anni precedenti. Duro, rude e armonico darà vita ad un periodo rigoglioso di idee ed esperimenti con tante, tantissime collaborazioni tra artisti di grande livello.

L’R’n’B e il rap non brillavano certo per struttura compositiva. Spesso, gli artisti utilizzavano bit sovrapposti a campionature di vecchi brani che, seppur creati in modo sapiente e prodotti in maniera raffinata, aggiungevano poco o nulla all’evoluzione musicale.

Red Hot Chili Peppers, Californication. Credits: Wikipedia

Dal grunge a oggi

Il genere grunge continuerà ad essere custode di grandi innovazioni musicali. Aveva avuto padri illustri agli inizi degli anni novanta, ad esempio coi Nirvana, ed è stato rimodellato e rinnovato da altrettanti grandi artisti: Muse, Red Hot Chili Peppers, Green Day hanno portato avanti il progetto di ricercatezza dei suoni per tutta la seconda parte della primo ventennio.

Quello che per cui si prova nostalgia è però nei testi; racconti e storie nuove portate sulla scena mondiale che divennero tendenza. Era l’affermazione di un mondo non confezionato.

La musica di oggi ha perso in parte questa magia ad appannaggio delle scelte delle major discografiche: suoni orecchiabili, testi poco lineari e di facile memoria. Abbiamo nostalgia di quelle storie, di quei racconti, di quei sentimenti carichi di emotività che ti trasportavano al di là dell’oceano, nei sobborghi d’America, che profumavano di colore, movenze e suoni.

Immagine di copertina: photo by Eric Nopanen on Unsplash

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Io sono Arnaldo Berardi. Sono nato a Bari il 7 Dicembre del 1989 di un piovoso giovedì d’inverno. Attualmente studente del corso di “Strategie per i mercati internazionali” presso la facoltà di Economica dell’Università di Bari “Aldo Moro”. Sono assetato di conoscenza e vivo la mia vita nella consapevolezza che la cultura sia l’unica via per l’evoluzione dell’anima. Il sogno da realizzare è quello di poter divulgare cultura che possa arrivare a chiunque in qualsiasi parte del globo, indistintamente.

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