No panic… c’è la stand-up comedy!

È facile scoraggiarsi in questi giorni di isolamento e solitudine, ma non disperate perché su Netflix le risate sono assicurate con Jerry Seinfeld, Aziz Ansari ed Edoardo Ferrario

Stiamo vivendo giorni difficili. Ormai lo sappiamo tutti. Non si parla d’altro. I più ansiosi e ipocondriaci accendendo la tv o controllando i social avvertono quel fastidio in fondo alla gola, che nemmeno con un leggero colpo di tosse se ne va. La maggior parte di noi si sta annoiando a morte senza vedere amici e parenti, specialmente con queste belle giornate di sole e soprattutto per chi, come me, ha appena finito una sessione di esami notevolmente pesante e si sente preso in giro da questo mondo crudele, proprio ora che avevamo riguadagnato la nostra libertà.

Cercando di evitare il melodramma e ulteriori motivi di angoscia, in questi giorni ho deciso di guardare quasi esclusivamente cose allegre: una marea di sitcom (Scrubs, Arrested Development, Grace & Frankie, qualche puntata random di Friends, che male non fa), parecchie opere dello Studio Ghibli, i migliori film di Aldo, Giovanni e Giacomo e soprattutto ho approfondito i miei studi sulla stand-up comedy, che da un po’ mi affascina e mi intriga. Vi consiglio allora tre dei migliori spettacoli a cui ho assistito finora, disponibili tutti su Netflix. Restiamo a casa e facciamoci una risata!

Jerry Seinfeld – I’m telling you for the last time (1998)

Immagine tratta dalla locandina dello show

Jerry Seinfeld, nel 1998 a pochi mesi dal finale della serie da lui prodotta e interpretata Seinfeld, decide di fare una tournée in tutta l’America per dare l’addio al suo personaggio con un ultimo incredibile show. Il live fu girato a Broadway e fu addirittura venduto in audiocassette, divise per sketch. Inutile dire che il successo fu enorme: Seinfeld, nonostante il criticato finale, rimane una delle serie tv più viste di tutti i tempi, un cult per gli amanti delle sitcom, che si è fatto riconoscere per la sua leggerezza e spontaneità nel raccontare le vicissitudini della quotidianità. Jerry Seinfeld nella serie interpreta sè stesso: un giovane comedian newyorkese, single, sempre con la battuta pronta, pungente e sfrontato.

I’m telling you for the last time è una conferma dello stile comico di Jerry Seinfeld, molto legato ai fatti della quotidianità, sempre pronto a sottolineare le assurdità e le contraddizioni della gente, a dire senza peli sulla lingua cosa ne pensa del pubblico che ha di fronte. E così Seinfeld riflette sui bagni pubblici, sui voli aerei, sui cavalli, sui caschi protettivi e tanto altro, collegando con astuzia e capacità di prestigiatore i discorsi più disparati l’uno all’altro.

Quello che è veramente incredibile di Jerry Seinfeld è il suo modo di occupare il palco: Seinfeld è sempre stato un uomo minuto, magro, un po’ stempiato…non ti aspetti che riesca ad occupare un intero palco da solo, davanti a centinaia di spettatori, con solo un microfono in mano. Certo, è bravissimo dietro alla telecamera e alla finizione della sit-com, ma come sarà su un vero palco? Beh, che dire: Jerry Seinfeld è un leone. È energico, cammina di qua e di là, coinvolge il pubblico con il suo gesticolare. La sua mimica facciale è incredibilmente comica e non perde mai occasione di improvvisare camminate buffe e situazioni scomode.

Insomma, questo pezzo di stand-up non colpirà per i temi trattati perché si tratta proprio di una conversazione sul più e sul meno, sebbene con battute davvero esilaranti e argute. Ma Jerry Seinfeld è un animale da palcoscenico, è ipnotico, è incredibilmente vivo e pronto a cogliere le reazioni di chi lo guarda e a trasformarle in una nuova battuta, in una nuova posizione. Jerry Seinfeld ha iniziato a lavorare nei primi anni ’70, gli anni d’oro della stand-up americana, che dilagava nei locali e cominciava ad occupare anche la tv, grazie a show come il The Tonight Show e il Saturday night live, ed è proprio questo tipo di comicità che possiamo scoprire grazie a Jerry Seinfeld.

Un breve estratto di I’m telling you for the last time

Aziz Ansari – Right Now (2019)

Immagine di Netflix tratta dalla locandina dello show

Con Aziz Ansari cambiamo decisamente stile. Aziz molti di voi lo conosceranno per Master of None, di cui è creatore e attore, o per Parks and Recreation (altra sit-com caldamente consigliata rimanendo in tema di risate, con una Amy Poehler indimenticabile). Altri lo conosceranno per lo scandalo sessuale in cui si è trovato coinvolto nel 2018, accusato di aver costretto la ragazza con cui aveva un appuntamento a fare cose che non voleva fare. Episodio che ha ovviamente danneggiato la carriera del giovane attore e che per un anno si è ritirato dalle scene.

Right Now, diretto da Spike Jonze (regista di Her) segna il ritorno sul palco del comedian dopo lo scandalo. Con uno show profondo, sincero, Aziz Ansari apre il suo pezzo affrontando di petto il suo passato e le accuse che gli sono state rivolte,  con grande umanità e semplicità, senza giri di parole. Momento che gli consente di legare il suo discorso ad altri temi scottanti e attuali, come il movimento #MeToo, parlando di altri scandali sessuali con protagonisti personaggi famosi nella musica o nel cinema, di razzismo e di tutti quelli che “non sono razzista, ma”, dei suoi rapporti con la nonna malata e rimasta in India quando i genitori sono emigrati in America.

Right Now affronta i temi caldi del presente, personali e non personali. Aziz Ansari non conosce il politically correct. Propone un tipo di stand-up completamente diversa da quella di Seinfeld. Lui parla di attualità e di problemi molto seri con grande puntigliosità, a volte addirittura con sfacciataggine. Sta spesso seduto sul classico sgabello dagli alti gambi, senza badare molto alla postura. Un grande esempio di quello che chiameremmo “castigat ridendo mores”, un castigat che dalla società in senso ampio zoomma su sè stesso, senza filtri e censure.

Il teaser trailer di Right Now distribuito da Netflix

Edoardo Ferrario – Temi caldi (2019)

Immagine tratta dallo spettacolo Temi caldi, disponibile su Netflix

Edoardo Ferrario è il genio della comicità italiana attuale. Si fa portavoce di una nuova generazione di comedian italiani (con lui Francesco de Carlo, Saverio Raimondo, Valerio Lundini ad esempio), una generazione di giovani che parlano ai giovani in maniera fresca, genuina, efficace. Ferrario inizia a farsi conoscere grazie alla serie ESAMI, visibile su YouTube, dove insieme ad attori come Pietro Sermonti e Caterina Guzzanti, racconta la realtà delle Università italiane, tra relatori assenti, assistenti carogne e via dicendo. Miniserie assolutamente da recuperare. Il boom lo ha fatto però proprio quando questo spettacolo, Temi caldi, è uscito su Netflix. Edoardo lo potete ascoltare tutti i week-end sul programma Blackout di Radio2, se volete conoscerlo più a fondo.

Ma torniamo a Temi caldi: Edoardo Ferrario ci racconta qui la sua entrata nei temutissimi trent’anni attraverso le sue esperienze, le sue passioni e le cose più irritanti della quotidianità sua e degli italiani. Si parla quindi di birra artigianale, di viaggi in Vietnam in stile Pechino Express e viaggi nelle discoteche di Ibiza, della vetusta tradizione di doppiaggio italiano. Ferrario gioca con le assurdità degli italiani senza cattiveria e presunzione ma tramite fotografie comiche, esilaranti, a tratti disilluse. Ferrario è un uomo davvero brillante e intelligente, acculturato, ma non ha la pretesa di far la morale a nessuno. Impossibile però non fermarsi a riflettere, tra una risata e un sospiro.

Quello che fa di Edoardo Ferrario un grande comedian è senza dubbio la sua abilità di imitatore, la sua abilità nel cambiare dialetti, nel creare nuovi personaggi, nuove caricature. Personaggi che da Temi caldi ritroviamo spesso nelle sue storie Instagram, che ogni giorno fanno compagnia alle sue migliaia di fan. Con Ferrario troviamo un tipo diverso ancora di stand-up: con Ferrario vediamo un uomo trasformarsi in mille uomini, in mille storie, e riempire il palco di mille sfumature, delle mille sfumature degli italiani.  

Un breve estratto dal canale YouTube di Edoardo Ferrario
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Laureata in Scienze filosofiche e ora studentessa del Master Professione Editoria cartacea e digitale a Milano. Quando non leggo, scrivo. Quando non scrivo, guardo film. Quando non guardo film, parlo ai miei amici dei film che ho appena visto. Quando non faccio nessuna di queste cose di solito sto cercando di replicare qualche ricetta di Masterchef.

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