Paura di crescere

La paura di crescere si manifesta in diversi modi. Ecco a voi una serie di questioni e situazioni che possono mettere in crisi un adolescente, nel momento in cui pensa di fare il grande passo, in cui vuole sentirsi considerato come un adulto, pensa di esserlo o gli viene esplicitamente chiesto di diventarlo.

La pizza

Era un sabato di giugno. Faceva caldo, anche troppo.
Passai quindi tutto il giorno sotto al condizionatore a scarabocchiare sprecando inchiostro su un pezzettino di carta.

Lo stare ferma tutto il giorno, sul far della sera mi fa venire il palletico e un’agitazione incontenibile. Così uscii per andare a fare una corsetta. Stesso giro, stesso orario, più o meno stesse persone.

Rientrando mi resi conto di avere abbastanza fame e realizzai che era sabato. E il sabato, a casa mia, è il giorno della pizza. Come nel 90% delle case italiane.

Entrata in casa raccomandai alla mamma di non dimenticarsi di ordinare la pizza, ma qualcosa mi fece rabbrividire e bloccare sulla porta della cucina.

“Ordina te le pizze”.

Pazzia. Non avevo mai pensato di farlo davvero. Fu così che chiamai la pizzeria vicino casa e ordinai tre pizze. Non vi nascondo l’ansia che provavo mentre attendevo che qualcuno rispondesse, il tu-tu del telefono era angosciante.

È un episodio imbarazzante ed esilarante ma lì mi resi conto che qualcosa stava cambiando.

Immagine a cura di Henry Perks su Unsplash

Ricordati di ricordartelo

L’apice l’ho raggiunto quando mi sono convinta a comprare un’agenda. Mai avuta.
Solo ora la considero come un oggetto di estrema necessità, ormai siamo inseparabili.

Impegni seri, visite, scadenze dei lavori, password, pagamenti,… la mia memoria è buona ma scrivendo le cose sull’agenda ho liberato un po’ di spazio dall’archivio celebrale.

Penso che tutti prima o poi siano giunti al punto di averne bisogno.
Per non portarsi dietro la bacheca di sughero con i post-it, i promemoria e la lista della spesa, consiglio l’agenda.

Nello zaino c’entra e in lei c’è la mia vita. Scansita ora per ora, luogo per luogo. Che cosa marcia.

Vivere alla giornata è più divertente ed emozionante, fino a quando non sono le altre persone a contare su di te. A quel punto accantoni la leggerezza e la spensieratezza ma è bello non svegliarsi più di colpo la notte per essersi ricordati di non aver ricordato di fare qualcosa. Crescere è responsabilizzarsi.

Immagine a cura di Jeshoots.com su Unsplash

La patente

Continuo a rimandare da mesi l’iscrizione alla scuola guida.
Da una parte mi convinco che non sia una cosa urgente perché effettivamente vado a scuola col treno. Dall’altra parte, prima la prendo e meglio è.

Curiosa come sono ho fatto un bel po’ di quiz senza studiare niente e l’unica cosa che ho capito è che ci sono solo domande a trabocchetto, molte parole pensi che siano sinonimi quando invece si tratta di intendere fischi per fiaschi.

Che sia l’anticamera della vita che mi aspetta? Ecco perché vorrei che la mia vita si fermasse e ripetesse il quadrimestre giugno – settembre 2021.

In questo caso, il momento in cui mi sono detta “Accipicchia questa è una cosa da grandi”, è stato quando ho distrutto una ruota della macchina di mamma.

Un classico. Chi non è mai stato portato da un parente o da un amico in un parcheggio deserto per provare a guidare?

Ero insieme al babbo e mentre lui mi parlava, prendendo una curva troppo larga e relativo cordolo, ho squarciato la ruota. La “cosa da grandi” di cui vi parlavo, è stato cambiare la ruota e imparare a piazzare in terra un cric.

Immagine a cura di Chuttersnap su Unsplash

La maturità

Che ansia, che stress. L’esame di maturità.
Sono nel panico a settembre e non oso pensare a quando arriverò al secondo quadrimestre nel 2022. Se ci arrivo.

Tutte paranoie inutili, completamente inutili. Ormai quel che è fatto, è fatto.

Più che preoccuparmi per l’esame del cui voto a nessuno importa se non a te stesso per soddisfazione personale, devo cominciare a pensare a cosa caspita voglio fare dopo.

Questo sì che mette in crisi.

Tutto è partito qualche settimana fa quando sono andata a trovare mia zia e inaspettatamente mi ha detto “Bellina, di già in quinta. E dopo che fai?”.

Fino a qualche mese fa ero piuttosto convinta di aver trovato la mia strada e adesso, per non so quale assurdo motivo, sono nel vortice dell’incertezza. Che fastidio.

Immagine a cura di Ivan Aleksic su Unsplash

Sentimenti

Ti accorgi di crescere quando ti rendi conto che i tuoi amici conosciuti a 14 anni non sono più gli stessi.
Normale, normalissimo. Come cresco e cambio io, come succede anche a loro.

Ma qualcosa non torna, c’è un’aria strana. Sento che nel momento in cui deciderò (ahahahah) cosa fare dopo il liceo ci sarà un addio commovente e strappalacrime da parte di qualcuno.

A questo sono pronta ma all’amore no.

Immagine a cura di Milan Popovic su Unsplash

Perché si, sei ancora giovane per pensare alle cose serie ma non troppo, le storielle da fidanzatini non esistono.
Vuoi essere uno spirito libero finché non ti infatui di qualcuno che mai ti considererà.
E ci starai male, come la prima cotta. Ma l’orgoglio si farà avanti e farai finta di nulla come nei filmini americani che hanno come protagonisti i ragazzi al college.

Tutto e nulla è programmato, tutto e nulla è nelle mie mani.

La paura di crescere si autoalimenta con queste piccole paranoie – evitabilissime – che mettono in discussione tutto. Ogni sera ho un appuntamento con la mia coscienza.

Ho fatto bene? Ho fatto male? Chissene frega. Eh no! Ma io sono una punkabbestia. Basta serate goliardiche. No è ancora presto. Se poi me ne pento? Meglio rimorsi che rimpianti. Esci stasera? Con chi? Ho chiuso il gas? Ho staccato il ferro da stiro? Hai dato da mangiare al gatto? Ho consegnato l’elaborato? In ritardo. Mannaggia. Ma io? Ma chi sono?

C’è chi da tutto questo ci è passato e chi mente.

Per il momento cercherò di crescere affrontando la paura di crescere.
Quando saprò cosa fare della mia vita ci scriverò un articolo.

(Immagine di copertina: Kimson Doan su Unsplash)

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Pratese, illustratrice e aspirante tatuatrice. Frequento il Master di tatuaggio artistico all'Accademia di belle arti di Udine e comunque a cinquant'anni voglio diventare sindaco del mio paesino nella Maremma. Insaziabilmente curiosa di sapere, fare e conoscere, mi piace anche parlare. Multitasking insomma!

1 Comment

  1. Ciao Caterina..
    l’ultima parte che hai scritto mi ha riportato al mio secondo quadrimestre in quinta superiore quando la professoressa di psicologia ci parlò dello stream of consciousness ( o meglio flusso di coscienza) e mi ha fatto piacere perchè oltre a riportarmi indietro nel tempo (ormai mi sembra passata una vita) mi hai fatto rivivere per alcuni istanti le ansie, le gioie, le risate, la paura di sbagliare e soprattutto l’ansia da prestazione (mi interrogò proprio su quell’argomento!!!) Ma fidati.. sembra tutto così difficile e complicato a questa età.. quando basterebbe ascoltarsi.. come dice la mia mamma: la risposta è solo dentro di te!
    Continua così.. ti auguro una vita piena di flussi di coscienza ma soprattutto di brividi (che servono pure quelli).
    OD

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