La verità dietro al ritratto dei coniugi Arnolfini

Un piccolo quadro dalle mille interpretazioni: il ritratto dei coniugi Arnolfini dell’artista Jan Van Eyck. Ma qual è la vera storia?

Forse vi starete chiedendo perché dovreste leggere un articolo sulla storia dell’arte. Ahimè in alcuni licei ormai non viene più insegnata, in altri è la materia più sminuita.

Ma perché è importante e a cosa serve?

La storia dell’arte aiuta a vivere nella società: è un linguaggio antichissimo, universale, antirazziale, che va al di là di ogni muro per bussare alle menti e al cuore di ognuno di noi. È testimonianza, documento, fantasia, interpretazione di eventi storici, scoperte scientifiche, testi letterari e chi più ne ha, più ne metta. È un tesoro che conserviamo con cura sia a livello fisico, che dentro di noi. Conoscendola saremo in grado di interpretare e capire il valore delle opere. In questo modo riusciremo a provare quell’emozione che solo l’arte può suscitare.

Io ho pianto. La prima volta che sono andata agli Uffizi, avanzando di stanza in stanza, si amplificava quel vuoto allo stomaco e ad ogni opera frignavo.

Jan Van Eyck, Coniugi Arnolfini (1434), National Gallery of London

Voglio parlarvi di un quadro molto importante per me: i coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck.

È un’opera fiamminga e le principali caratteristiche dell’arte fiamminga sono l’attenzione verso ogni singolo dettaglio e una ricca simbologia. Questa ricca simbologia che rende interessante i Coniugi Arnolfini, ha portato il quadro a una notevole notorietà. Artisti e storici dell’arte di tutto il mondo hanno voluto metter bocca sulla storia del dipinto quasi causando profonde crisi d’identità ai personaggi stessi.

Andiamo per gradi. Poniamoci le classiche quattro domande. Chi? Quando? Come? Perché?

L’artista è Jan Van Eyck e l’anno di esecuzione è il 1434. Fu un mercante di Lucca, Giovanni Arnolfini, a commissionare l’opera. Nel dipinto sono infatti ritratti il mercante e sua moglie Costanza in una stanza da letto. Il quadro è stato realizzato con olio su tavola e le dimensioni sono piccole, ma è decisamente un gioiellino incantevole attaccato a una parete della National Gallery di Londra.

Innanzitutto c’è confusione riguardo al nome della donna. Giovanni ha avuto due mogli: prima Costanza Trenta poi Jeanne Cenami. È assurdo come molti dichiarino si tratti di Jeanne che Giovanni ha sposato nel 1447, quando l’artista stesso ha datato il quadro nel 1434.

Alcuni parlano di una scena di chiromanzia. L’uomo sarebbe il chiromante che, leggendo la mano della donna, riesce a prevedere il futuro del bebè che sta aspettando. Altri parlano dell’apparizione di un fantasma. Questa a mio parere è l’interpretazione più bizzarra, sulla quale è stato scritto pure un libro: Jean-Philippe Postel sostiene che la donna sia tornata sulla terra dall’inferno per maledire il marito. Lo storico Erwin Panofsky pensava che il quadro avesse la funzione di documento legale, come prova che era in atto un matrimonio: questo potrebbe giustificare la presenza di due persone in più nello specchio (i testimoni). Infatti, l’ipotesi adottata dalla maggior parte dei libri di testo è che la scena sia un semplice sposalizio, ma non è così!


Quindi cosa è successo esattamente? Soffermiamoci e analizziamo alcuni particolari del dipinto.

Coniugi Arnolfini, particolare mani

Cominciamo con delle mani che da quanto son belle parlano da sole. I due non si stanno esattamente tenendo per mano. Costanza ha la mano destra semplicemente appoggiata su quella del marito, come se stesse scivolando via. Mentre la mano sinistra tira su la veste mostrando allo spettatore un bel pancione da mamma.

Coniugi Arnolfini, particolare Costanza

Sguardi apatici? Lei rivolge al marito uno sguardo serio ma dal quale trapela una tenera dolcezza, a differenza di lui che perdendosi nel vuoto, assume una posizione più salda come se non riuscisse a guardarla.

Coniugi Arnolfini, particolare lampadario

Il lampadario mozzafiato. Solitamente, la raffigurazione di una sola candela accesa indica la presenza di Dio. Ma da un’osservazione più attenta si può notare che il lampadario, riccamente e dettagliatamente decorato possiede due candele: quella accesa si trova sulla sinistra, sopra Giovanni e significa che lui è vivo. Dalla parte di Costanza, una candela si è consumata e spenta.

Coniugi Arnolfini, particolare specchio

La cornice misteriosa. È decorata con le scene della vita di Gesù. Sulla sinistra, dalla parte di Giovanni, sono state raffigurate scene in cui Cristo è vivo. Dall’altro lato, quello di Costanza, ci sono invece scene in cui Cristo è morto.

Coniugi Arnolfini, particolare Santa Margherita

Le statuine in legno. Dietro Costanza, a decorare un’ipotetica testiera, è stata scolpita in legno Santa Margherita: la protettrice delle partorienti. La Santa però, non è stata raffigurata in una posizione gloriosa come il solito, bensì statica e con le mani giunte in preghiera, come se avesse fallito la sua missione. Sopra la mano destra di Costanza c’è una creatura demoniaca: indica che qualcosa probabilmente è andato storto e una presenza maligna si è intromessa nella vita dei due sposi.

Coniugi Arnolfini, particolare tenda

Avete notato il modo strano in cui è chiusa la tenda del letto a baldacchino? Ultima prova della quale mi avvalgo per dimostrarvi che questo quadro è un simil-monumento funebre a Costanza Trenta, morta di parto insieme al bambino: la tenda rappresenta un utero, dal quale probabilmente il feto non è mai uscito.

Molti altri oggetti presenti simboleggiano valori e virtù (le arance, il cane, i sandali sul pavimento, il ciliegio, la scopa di saggina, il rosario), ma spero che il significato di questi particolari vi abbiano portati a una conclusione. Giovanni Arnolfini ha commissionato il dipinto per ricordare la moglie morta di parto.

Scommetto che mai avreste pensato che ci potessero essere così tanti significati nascosti dietro a piccoli e innocui oggetti, ma come si fa a scovarli e interpretarli tutti? Il sapere deriva dalla curiosità, ma non basta per entrare in un’opera. E qui cito il grande Daverio, che riusciva a far diventare i pavimenti di marmo estremamente morbidi.

La curiosità sarà anche un difetto e l’ozio un vizio, ma i due elementi, combinati insieme, sono un utile strumento di sopravvivenza. Per guardare le opere d’arte.

Philippe Daverio

Le immagini inserite in questo articolo sono tratte da Wikimedia Commons e sono di dominio pubblico.

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Pratese, illustratrice e aspirante tatuatrice. Frequento il Master di tatuaggio artistico all'Accademia di belle arti di Udine e comunque a cinquant'anni voglio diventare sindaco del mio paesino nella Maremma. Insaziabilmente curiosa di sapere, fare e conoscere, mi piace anche parlare. Multitasking insomma!

1 Comment

  1. Interpretazione piuttosto fantasiosa e distorta degli elementi del quadro. Le tenda che forma un utero poi mi fa un po’ ridere.

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