Lettera d’amore alla musica: Intervista ad acquachiara

Attenzione: è in arrivo una nuova cantautrice al binario 1. Allontanarsi dalla “linea gialla”… o meglio, avvicinarsi se volete conoscerla

La protagonista della nostra intervista: acquachiara

Era un piovoso giovedì sera quando ho preso il tram per raggiungere l’E.S.T., locale di Milano in zona Piazza Cinque Giornate, dove si sarebbe svolto, in occasione dell’uscita del suo ultimo singolo, il release party di Magadan, al quale ho fatto alcune domande per realizzare una video intervista (la trovate qui).

Tuttavia, prima della sua grandiosa esibizione, è stata la volta di una ragazza alta e dai capelli a caschetto, vestita di bianco e accompagnata solo dalla sua chitarra, che, mentre condivideva col pubblico le sue canzoni, si divertiva a guardarlo pur non conoscendo quasi nessuno dei presenti e lasciava trasparire in volto tutta la gioia provata in quel momento.

L’artista in questione è la protagonista di questa nuova intervista, acquachiara, cantautrice romana che con grande trasparenza ed un pizzico di ironia tipicamente capitolina ci ha raccontato tutta la sua storia dai primi passi con gli strumenti musicali fino alla lavorazione del suo album d’esordio, sempre all’insegna di un profondo ed irrinunciabile amore per la musica.

COME NASCE IL TUO RAPPORTO CON LA MUSICA?

Penso che la musica sia stata l’unica grande costante della mia vita. Ho iniziato studiando pianoforte quando avevo cinque anni, per poi commettere un grande errore: ho mollato, con profonda tristezza di mio nonno, che già mi vedeva al Conservatorio.

In seguito, ho studiato il basso elettrico suonandolo in vari gruppi della scuola di musica, dove poi ho fatto un laboratorio con due cantautori, Lorenzo Lepore e Andrea Strange, due miei grandi amici che mi hanno messa a fare i cori nei loro pezzi, sui quali lavoravamo insieme: a loro devo tantissimo, musicalmente e umanamente parlando. Quindi dal suonare il basso nascosta con i capelli a coprirmi la faccia, mi sono ritrovata per la prima volta con un microfono davanti. Abbiamo portato avanti questo trio per un po’ di tempo, ma poi ci siamo “lasciati”, loro volevano inseguire la carriera solista. Proprio allora ho iniziato a scrivere canzoni e ad intendere più seriamente il canto, prendendo lezioni. Così nasce acquachiara.

Infine, abbiamo la chitarra, con cui mi sono esibita a Milano (il 29 febbraio, ndr), che ho imparato da autodidatta, infatti, si sente perché la suono un po’ strascicata proprio da cantautrice emergente. In realtà quella sera volevo portarmi anche la tastiera, ma non c’era nel locale (l’E.S.T., ndr), quindi, dovevamo caricarla sul treno da Roma con tutto il suo peso. Alla fine, però è stato molto bello così, perché era da un po’ che non facevo un concerto in acustico.

Cover del primo singolo di acquachiara Proprio come hai fatto tu
A PROPOSITO DI CONCERTI, QUALI SENSAZIONI PROVI QUANDO SEI SUL PALCO?

Tutto dipende dal tipo di relazione che di volta in volta si instaura con il pubblico. La miglior sensazione è quella di sentirsi ascoltati, quando capita è davvero bello, perchè significa aver dato qualcosa agli altri. Realizzare che qualcuno si è potuto riconoscere in quello che ho scritto è la cosa che mi rende più felice: è un’ora di condivisione totale tra me e il pubblico davvero magica, è un darsi a vicenda. In relazione all’ultimo concerto, devo dire che sono molto contenta, anche perché è stata la prima volta a Milano, anzi, la prima volta fuori Roma, e mi sono sentita molto accolta.

QUANTO INFLUISCE SUL TUO MODO DI ESIBIRTI AVERE DI FRONTE UN PUBBLICO “AMICO” O DI SCONOSCIUTI?

Molto. Quando vengono degli amici, anche se sono tre persone, penso che male che vada nessuno mi ascolta, invece loro sì, applaudono pure e va tutto bene (ride). Dato che mi piace guardare il pubblico mentre suono, ammetto che quando incroci lo sguardo di una persona che conosci hai un sostegno in più, ma molto bello è anche suonare davanti a sconosciuti e guardarli per sentire quel darsi a vicenda. Sicuramente avere un pubblico amico mi fa sentire più tranquilla e sicura, ma sto imparando a farlo anche senza: quando ci riesco la soddisfazione è doppia. 

acquachiara con la sua fida chitarra
AL TERMINE DEL CONCERTO HAI DETTO CHE STAI LAVORANDO AL TUO PRIMO ALBUM, COSA PUOI DIRCI A RIGUARDO?

È tutto vero confermo (ride), ci sto lavorando ormai da un po’. L’anno scorso ho fatto il mio debutto ufficiale sulle piattaforme digitali e ho pubblicato cinque singoli (dei quali l’ultimo linea gialla risale a luglio 2023), che ho realizzato con persone diverse e fatto uscire da indipendente sempre nello spirito dell’improvvisazione, cercando di vedere come funziona questo mondo. Fa sempre paura approcciarsi a questa dimensione, perché non ci sono degli step chiari da seguire e questi cinque brani mi sono serviti per smuovere le acque e vedere se potevo fare qualcosa, anche se non ero proprio sicura: sono andata contro me stessa. 

Sono molto fiera di quei brani, ma li sento poco centrati su di me, perché rappresentano un primo ciclo di ricerca sia a livello di sound che di produzione. Ora è arrivato il momento di fare sul serio con l’album: non potrei essere più felice in questo momento e soddisfatta del lavoro che sto facendo. Non posso anticipare troppo perché non ho date confermate, però sicuramente entro la fine dell’anno qualcosa uscirà. Qualche singolo magari, anche se non mi piace pubblicarne troppi, altrimenti quando esce il disco è stato già sentito tutto.

COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DAL DISCO?

Sicuramente dei brani più maturi a livello di scrittura, mi auguro che si senta! Per gli arrangiamenti ho preso diverse reference e ci sono brani molto diversi tra di loro, ma che mantengono un fil rouge. C’è un grande spirito acustico, genere che amo molto e penso che tornerà: dopo anni di elettro-pop e trap la gente avrà voglia della musica suonata, che ha tutt’altra energia secondo me. Infine, quello che mi auguro è che suoni vero, autentico, e sto lavorando in quella direzione.

SARÀ UN CONCEPT ALBUM O OGNI BRANO SARÀ INDIPENDENTE?

Non c’è uno storytelling in particolare, però i brani raccontano momenti specifici della mia vita, forse un intero periodo. Nei pezzi più romantici, soprattutto, approfitto sempre per parlare di me stessa: c’è tanta Chiara in questo disco di acquachiara.

QUANTO SONO INFLUENTI LE ESPERIENZE DELLA TUA VITA NEL PROCESSO COMPOSITIVO?

Io parto esclusivamente da quello che ho vissuto, perché in questa prima fase di scrittura sento che sia troppo presto per parlare del mondo. Quindi, parlo di me nella speranza che la gente possa rivedersi in queste vicende. Lo dimostra uno dei miei singoli già editi, le cose che ho, scritto pensando al fatto che i cantautori parlano sempre delle cose che gli mancano e provando a capovolgere questa prospettiva. Ho iniziato a guardarmi intorno nella mia stanza rendendomi conto delle cose che ho veramente: parto quindi dalla mia vita e tutto ciò che mi circonda. In realtà, a ben vedere, tutte queste cose alludono comunque a qualche mancanza o qualcosa di finito, se ci pensi “il dizionario di greco che non uso più” o “il biglietto della metro scaduto” esprimono questa sensazione.

Cover del singolo di acquachiara “le cose che ho”
QUALI SONO I TUOI PUNTI DI RIFERIMENTO A LIVELLO MUSICALE?

Sono cresciuta ascoltando in macchina con mia nonna Rino Gaetano e Lucio Dalla, però l’artista che sento più vicino a me è Lucio Battisti. In generale amo tutta quella generazione di cantautori, così come la successiva con artisti come Daniele Silvestri o Elisa. Non penso di ispirarmi ad uno di questi a livello di scrittura, anzi ho imparato molto di più dai miei colleghi emergenti che non da loro. Voglio che ciò si senta: non che si pensi che io assomigli a qualcuno, anche se le influenze ci sono, ma che si riconosca il mio stile, perché mi piace essere me. 

Ci sono tante altre influenze in ciò che faccio, ma classificarle è impossibile, spesso il mio processo compositivo è sconosciuto anche a me. Mi piace non essere etichettabile in un unico genere, perché posso raggiungere frange più ampie di pubblico ed è quello che sto facendo adesso con l’album: dentro ci sono tante cose diverse, che testimoniano il mio amore incondizionato per la musica. Il mio piacere di esplorare, mettersi in gioco e osare senza seguire le mode è tutto lì.

QUALI OBIETTIVI SPERI DI RAGGIUNGERE IN QUESTO 2024?

Per quanto riguarda i concerti vorrei iniziare a spostarmi fuori Roma con maggiore frequenza. Non ho un calendario definito, però mi sto muovendo per averlo presto. Fuori dalla mia città continuerete a vedermi nella mia veste più semplice, voce e chitarra o piano, invece a Roma prima dell’estate punto a fare un bel concerto con la band. In generale, mi auguro di suonare il più possibile, che è la cosa che mi dà sempre una carica incredibile.

Inoltre, vorrei finire l’album, trovare persone che credano nel progetto, guadagnare ancora più fiducia in ciò che sto facendo, anzi, continuare ad amare quello che faccio: per me è questo il segreto per andare avanti. Il mio terrore è che diventi uno stress con la paura continua di non riuscire ad arrivare, di sentirsi inadeguati e di dover lottare per piacere al pubblico. Vorrei molto rimanere in questa fase della mia vita per come sto lavorando, per il bene che voglio a ciò che sto facendo e il piacere che provo nel condividerlo: se piace a tre persone bene, se piace a trentamila magari riesco a camparci pure (ride)

Al di là di come andranno le cose, in questo momento sono proprio felice di credere in questo sogno e di realizzarlo, quindi, non vedo l’ora che anche voi possiate assaporare i frutti del mio lavoro.


Grazie alle sue parole abbiamo potuto conoscere acquachiara come persona e come artista ed entrare nel suo mondo, del quale entrerà a far parte al più presto il primo disco di questa promettente cantautrice. Ci vuole ancora un po’ di attesa, per cui sarà meglio riascoltare i cinque singoli da lei già editi, ma attenzione: il prossimo lavoro sarà qualcosa di molto diverso.

Video ufficiale dell’ultimo singolo di acquachiara, linea gialla
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Studente di Linguaggi dei media ed inguaribile nostalgico del rock dei decenni passati. Ascolto sempre tanta musica e di generi sempre diversi per espandere le mie conoscenze. Nel tempo libero suono anche la chitarra e stilo classifiche. (@luca_gilmour70)

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