Achille Lauro per San Marino: ce n’era davvero bisogno?

Dal punto di vista del regolamento ci può anche stare, ma è un rischio bello grosso da correre, ed ESC non perdona mai la prevedibilità..

Qualche giorno fa, sulla nostra pagina Instagram, vi abbiamo chiesto se per voi fosse giusta la partecipazione di Achille Lauro all’Eurofestival 2022 come portabandiera per San Marino. Il riscontro, come ci aspettavamo, non è stato unidirezionale: c’è chi dice di sì, chi sì con riserva e chi proprio non gradisce. 

Per chi non lo sapesse, Achille Lauro, classificatosi al quattordicesimo posto al Festival di Sanremo con Domenica, ha vinto il concorso Una voce per San Marino, tenutosi al Teatro Titano il 19 febbraio, sbaragliando Ivana Spagna, Valerio Scanu, Francesco Monte ed altri big meno conosciuti, oltre che numerosi cantanti emergenti che si sono presentati con brani inediti di vario genere. 

Sicuramente favorito dall’assenza del rapper di X-Factor Blind (forse lo ricorderete per la hit Cuore Nero), che in molti immaginavano gli avrebbe dato filo da torcere ma che ha dovuto all’ultimo dare forfait per motivi di salute non specificati, Achille nazionale ha deciso di portare la sua Stripper, in un’esibizione prevedibile e sicuramente non da primo posto in Europa. Prevedibile per noi italiani: i commenti dall’estero su YouTube sprizzano di entusiasmo, e la sua presenza scenica è innegabilmente sempre un pugno nello stomaco.

Che questo affascinante cattivo ragazzo dalla spiccata intelligenza abbia una fanbase attiva in giro per l’Italia e non solo è cosa nota, come è noto che per il concorso canoro di San Marino sia possibile esibirsi “senza limitazioni di cittadinanza e di scelta della lingua nell’interpretazione del brano presentato per il concorso”. Quindi, per chi ancora se lo stesse chiedendo, sì, è giusto che Achille Lauro abbia partecipato ad Una voce per San Marino, e su questo proprio non si discute. C’è un regolamento per ogni concorso canoro, Eurovision Song Contest 2022 compreso, e nulla gli vieta di prenderne parte per qualsiasi nazione. Certo, sarebbe più carino vedere qualcuno realmente legato alla terra di San Marino, perché ci è nato o ci ha vissuto o ci va in vacanza, e non qualcuno preso proprio con criterio random tra la rosa dei cantanti che lo vedono come ultima occasione per poter partecipare a concorsi internazionali.

Fa sorridere che, lo scorso anno, proprio San Marino fosse finito al centro di una polemica non indifferente per aver scelto come rappresentanti Senhit, cantante italo-eritrea non famosissima in Italia, e nientedimeno che Flo-Rida. Non erano mancati sui social i “Ti piace vincere facile?”, anche se in realtà i due interpreti di Adrenalina non hanno nemmeno sfiorato da lontano la vittoria.

Quest’anno non si fa riferimento alla pubblicità dei gratta e vinci, perché Achille Lauro non sembra nemmeno quotato al terzo posto: non ha stupito a Sanremo, non l’ha fatto a San Marino e forse non lo farà più. È un artista che personalmente adoro, poliedrico e di classe, ma a nessuno piace la minestra riscaldata. E se a Sanremo l’esibizione con Loredana Bertè in Sei bellissima ha scoperto pezzi di cuore che ancora cerco di raccogliere dal pavimento (quella lettera, Achille, era un attentato alla mia anima), in Domenica Achille Lauro si è dimostrato divertito, scanzonato e in ottima forma fisica, ma l’estetica che aveva portato sullo stesso palco in precedenza è un vago ricordo di cui ho tanta nostalgia. Quest’anno a Sanremo c’era una Rolls Royce domenicale, mettiamola così.

Con Stripper ti ritorna in mente Maleducata e ti trovi immerso nei Parioli, per poi renderti conto che la canzone è un’altra, che parla di più o meno altro e che per fortuna l’intesa con Boss Doms è sempre altissima e tangibile.

Non si può dire che Achille Lauro non faccia sempre la stessa cosa, specialmente se ormai si è lanciato a capofitto in un genere da cui non vuole staccarsi: la rockstar maledetta che se vuole sa essere dolce e mansueta, che si spoglia, sorride, si fa seria e alla fine si tocca la cintura, con qualche allusione poco velata. I fan di vecchia data sanno benissimo che questo non è altro che un costume che Achille Lauro si è cucito perfettamente addosso e che inizia a stargli sempre più stretto. È un eterno ritorno che, dopo un paio d’anni, inizia a stancare un po’.

Che poi, diciamocela tutta: era davvero necessario, dopo un Festival di Sanremo mediocre, tentare ogni ultima spiaggia percorribile per partecipare comunque all’Eurofestival? L’artista ha già avuto un’occasione e l’ha sprecata, e questo voler essere protagonista a tutti i costi sa un po’ del non saper perdere. Più corretto sarebbe stato lasciar posto a chi ancora non ha avuto occasione di mostrare il suo talento al vasto pubblico: c’erano molti cantanti emergenti validi, con le stesse chance di vittoria di Achille Lauro, se non di più.

Oltretutto, il riscontro del vasto pubblico già c’era: canzoni diverse, Domenica e Stripper, ma più simili che ben distinte, e un quattordicesimo posto a Sanremo presagisce un flop colossale. Anche perché, ricordiamolo, San Marino non rientra tra i paesi fondatori dell’Eurovision Song Contest, pertanto è obbligatorio passare la fase delle semifinali per potersi esibire in finale: bisogna avere un ottimo pezzo, cosa che San Marino sembra ignorare. Oltretutto, sarebbe triste far passare il messaggio che il Festival di Sanremo sia la porta d’ingresso col tappeto rosso e i lustrini per rappresentare l’Italia e altri Paesi italofoni, come San Marino, si giochino gli scarti della competizione RAI.

Un plauso a Malta invece, che ha scelto Emma Muscat come rappresentante ESC 2022: già famosa in Italia per la partecipazione ad Amici e le numerose hit che hanno animato le nostre estati, la cantautrice italomaltese delizierà l’Europa con Out of Sight. L’Italia la ama, lei ama l’Italia, e non era una scelta affatto scontata che il pubblico a Torino sicuramente apprezzerà.

Ogni grande artista ha i suoi alti e i suoi bassi: puoi stupire agli albori, appiattirti e poi rinnovarti e riaccendere gli animi. Achille Lauro è nella fase di mezzo e, a meno che non tenga in serbo un’esibizione degna del “wow” del “ci son cascato di nuovo”, reggere i ritmi del gioco sarà arduo. 

Intanto, a San Marino non resta che sperare che gli spettatori di ESC ci caschino per la prima volta.

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Una volta mi piaceva pensare a sei cose impossibili prima di fare colazione, adesso prima prendo un caffè. Con tanto zucchero.

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