La grazia non è di questo mondo
“È lontana però sembra già più vicina / Questa musica che abbiamo sentito già”
Sull’argine deserto, senza la solita folla di ciclisti scoordinati senza le auto, che inferocite tendono al mare con la fretta del trabocco. Senza nemmeno l’idea di una conversazione superflua. È tutto vuoto. È tutto silenzio. Il sole di marzo è ancora alto e scalderebbe un po’ di più se non ci fosse quel vento tagliente a ricordarti che in realtà è ancora inverno. In questa domenica, in cui tutti i bipedi si rintanano come topi impauriti e pestilenziali, gli uccelli del fiume sono lì: affollano gli alberi distendendo le grandi ali sottili. Maestosi. Un airone cenerino, in particolare, sceglie il ramo più alto per adagiarvisi in punta dei piedi, e l’equilibrio del mondo sembra, per un attimo, aver trovato il suo punto di stabilità. Afferra una porzione di cielo, una porzione di riva col suo piumato petto spavaldo, senza più temere l’invasione di noi uomini che nella nostra frenetica, psicotica libertà ci intrufoliamo nelle vite degli altri. Tra gli arbusti uno schioppo di proiettile. La grazia non è di questo mondo.
(15 Marzo 2020)
Photo by Steven HWG on Unsplash