La grazia non è di questo mondo

“È lontana però sembra già più vicina / Questa musica che abbiamo sentito già”

Sull’argine
deserto, senza la solita folla di ciclisti
scoordinati
senza le auto, che inferocite
tendono al mare con la fretta del trabocco.
Senza nemmeno l’idea di una conversazione superflua.
È tutto vuoto.
È tutto silenzio.
Il sole di marzo è ancora alto
e scalderebbe un po’ di più se non ci fosse
quel vento tagliente a ricordarti che in realtà
è ancora inverno.
In questa domenica, in cui tutti i bipedi
si rintanano come topi
impauriti e pestilenziali,
gli uccelli del fiume sono lì:
affollano gli alberi
distendendo le grandi ali sottili.
Maestosi.
Un airone cenerino, in particolare, sceglie
il ramo più alto
per adagiarvisi in punta dei piedi,
e l’equilibrio del mondo sembra, per un attimo,
aver trovato il suo punto di stabilità.
Afferra una porzione di cielo,
una porzione di riva
col suo piumato petto spavaldo,
senza più temere l’invasione di
noi uomini
che nella nostra frenetica,
psicotica libertà
ci intrufoliamo nelle vite degli altri.
 
Tra gli arbusti uno schioppo
di proiettile.
La grazia non è di questo mondo.


                      

(15 Marzo 2020)

Photo by Steven HWG on Unsplash

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Laureata in Scienze filosofiche e ora studentessa del Master Professione Editoria cartacea e digitale a Milano. Quando non leggo, scrivo. Quando non scrivo, guardo film. Quando non guardo film, parlo ai miei amici dei film che ho appena visto. Quando non faccio nessuna di queste cose di solito sto cercando di replicare qualche ricetta di Masterchef.

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