L’oasi di P.A.C.E.

Una città di infami, un Felice pasticcere, un angolo di P.A.C.E. dal sapore dolceamaro.

Felice Pasticcio era il miglior pasticcere di tutta Discordia, una ridente ed urlante cittadina in provincia della Serenissima, bonariamente nominata “Incazzatissima” per l’attitudine irosa, rabbiosa e velenosa dei suoi abitanti.

Tutto era iracondo per le strade di Discordia: i semafori esibivano enormi diti medi lampeggianti al posto del rosso, i nobili e antichi cardo e decumano erano rispettivamente “via dalle Palle” e “via M. Mazzo”, la radio locale esordiva ogni mattina con un «Buongiorno un cazzo». Si diceva che gli automobilisti conoscessero innumerevoli e poco amorevoli appellativi per le genitrici degli altri conducenti, raccolti poi nel celeberrimo tomo “Tua mamma, quella trota – 5000 modi per insultare chi ti guida accanto” a cura di Piemme Editore (acronimo per Piezz Emmerd Editore).

Insomma, l’unica cosa su cui tutti erano concordi era il principio della non concordia: non importa chi ti sta accanto e cosa stia dicendo, l’importante è dargli contro. Avrai sicuramente un buon motivo per farlo.

C’era tuttavia un angolo di città in cui la situazione cambiava: si trattava proprio della Pasticceria Artigianale Cioccolateria Emoltoaltroancora (più brevemente conosciuta come P.A.C.E.) di Felice Pasticcio, un tondeggiante e voluminoso maestro del gusto sulla sessantina. Chiunque vi entrasse sbraitando contro il governo sedeva due minuti dopo gaio e beato divorando il suo dolcetto, appositamente preparatogli dalle esperte manine di Felice.

Si diceva che avesse poteri magici: gli bastava guardare il cliente, ascoltarlo al volo e tornava nel giro di un attimo con la risposta a tutti i suoi problemi, torta, biscotto, cioccolatino, crostata, semifreddo, mignon, pasticcino, mousse o pralina che fosse.
Felice salvava matrimoni, rinsaviva violenti e squadristi, consolava depressi e sinistroidi, quietava complottisti e ascoltava solitari, il tutto senza neanche aprire bocca.

Quando la signora Giovanna arrivò disperata in negozio perché il marito la tradiva con la caliente ventenne Marisol, Felice le portò la famosa Charlotte di fragole al vino rosso. Fu come folgorata: quella sera stessa tirò su una sbronza epocale con il Sauvignon più costoso del marito e prese un treno per Parigi, dove abitava Charlotte, da sempre innamorata di lei dai tempi delle vacanze a Nizza in cui si erano conosciute. Ad oggi le due vivono felici e contente, vendendo e bevendo il miglior Fragolino del Veneto.

Qualche tempo dopo giunse alla P.A.C.E. Saul, l’ex marito di Giovanna, incazzato come una iena – manco a dirlo – con Felice. Marisol lo aveva lasciato per un socialista e l’ex moglie gli mandava ogni mese una bottiglia per festeggiare la libertà ritrovata. Felice, schivando un cazzotto, gli presentò la sua speciale Torta Paradiso. Bastò un morso per redimere quell’uomo aggressivo, abietto e sessista: convinto di essere stato un peccatore, iniziò a fare del bene e a donare l’80% del suo stipendio per ottenere la vita eterna.

Pare anche che un giorno Felice salvò l’imprenditor Investi dalla fine imminente. Costui, sommerso dai debiti e dalla crisi in borsa, guardava il suo impero andare verso la rovina e pensava al suicidio. Felice gli portò il Mont Blanc, convinto che avrebbe lasciato tutto alle spalle e si sarebbe goduto la pensione in una piccola casa di montagna. In realtà Investi ebbe l’illuminazione e fece costruite un enorme impianto sciistico illegale ai piedi del Monte, nel cui progetto fu coinvolta una famosa famiglia camorrista. Da allora vive in uno chalet e organizza party con politici di ogni sorta. Che ci volete fare, almeno ora è contento.

Ogni notte, dopo aver chiuso la P.A.C.E., Felice sedeva nel suo laboratorio e mangiava il suo dolce in solitudine. Lo aveva chiamato semplicemente Dessert, perché in fin dei conti era un desertico mix di avanzi, arido come il suo umore.
Non è facile riempire sé stessi, se si passa il tempo a rattoppare gli strappi degli altri. È piuttosto semplice riempire un cornetto o una brioche e neanche per uno stomaco servono grandi abilità, Felice ne era consapevole.
Sfortunatamente, non esiste leccornia che possa colmare il vuoto di un cuore.


Immagine di copertina: Ulysse Pointcheval, Unsplash

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Dinamica ed insaziabile, sempre in ricerca. Solamente un puntino di fronte alla vastità del tutto, perdutamente innamorata delle infinite possibilità e delle contraddizioni in quest'assurda commedia dell'esistere.

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