Tornerà il sole

La ricerca di una luce che sembra essersi spenta, l’attesa di un’alba che sembra lontana

Quant’è strana, la vita.
L’ho pensato tante volte, forse anche troppe: è strana perché è capace di cambiare da un momento all’altro, basta un singolo momento, un incontro, un secondo e la tua vita, tutto ciò che sei, da lì in poi non sarà più lo stesso. Il fatto è che gran parte delle volte tu neanche te ne accorgi, se non quando tutto è già cambiato o sta cambiando.
Tra qualche giorno la mia vita non sarà più la stessa, cambierà tutto, in un modo o nell’altro sono arrivato ad una svolta importante per cui forse ancora neanche sono pronto, perché farsi trovare pronti è sempre la cosa più difficile, ed io in questo non sono per niente bravo.

È strano che io per 26 anni non sia mai stato in questo posto, mentre adesso questa striscia d’asfalto con in lontananza la cupola di una chiesa si è caricata di così tanto significato.
Come fa una cosa inanimata a suscitare emozioni o sentimenti dentro l’anima? Anche questo è strano, ma è una delle cose che ho imparato nella vita, o forse è una delle cose che subisco e che ancora non mi spiego, come ad esempio perché il destino decide di far incontrare due persone, infilarle in uno shaker e frullare le loro vite per poi separarle nuovamente, facendo in modo che quelle persone non siano mai più le stesse.

L’anno che è appena iniziato sarà molto difficile, probabilmente sarà il peggiore di tutti gli anni che ho affrontato, ma essi mi hanno insegnato molto, e in tutti questi anni forse io qualcosa l’ho capito, nella costellazione immensa di tutti gli errori che ho fatto qualche lezione l’ho imparata… o almeno spero.
Ho imparato quanto possa essere bello sentire di poter donare tutto il proprio mondo a qualcuno, ma anche quanto può ferire sapere che tutto il proprio mondo non basta, ho imparato quanto possa essere bello godersi ogni singolo momento lasciandolo impresso nella tua mente, è come scattare una fotografia nell’anima per poter rivivere quelle sensazioni ogni volta che si vuole, ho imparato quanto possa emozionare stringere una mano senza dire nulla, e che tra due paia di occhi che si guardano può essere contenuto tutto l’universo, ho imparato che le persone quando sono felici sono capaci di fare promesse che non possono mantenere, sono capaci di dire parole più grandi di loro, ma anche che quando si è arrabbiati si dicono cose che non si vorrebbero, e che purtroppo non si può tornare indietro, ho imparato che un’illusione è peggio di una delusione, perché si ha nostalgia di un futuro ed un presente che non è mai esistito, se non dentro di te ed è questo che fa male.

Ma cosa fai quando tutto l’universo collassa? Cosa fai quando l’odore di una persona profuma di quando eri felice ma sa anche di tristezza? Cosa fai quando la sua voce nella tua testa suona come il canto dell’angelo più bello di tutto l’universo ma anche come il più oscuro e terribile dei presagi della storia? Cosa fai quando i ricordi ti attraversano le labbra con un sorriso e al contempo la tua faccia viene solcata dal sale più amaro come fossi accarezzato dalle due lame più affilate di sempre? Cosa fai quando il ricordo del suo sguardo è capace di scaldarti e poi di pugnalarti direttamente allo stomaco? Cosa fai quando pensando ad un bacio hai voglia di sorridere e poi di spaccare tutto? Cosa fai quando la sua assenza fa più rumore della presenza di tutto il resto del mondo, e quando quel sedile del passeggero vuoto pesa quanto un buco nero? Come è possibile che una canzone possa parlare di te? Come è possibile che le frasi scritte da quel cantante per qualcun altro possano legare a filo stretto e a doppio nodo le anime di due persone, e come è possibile tornare nello stesso luogo dell’anima ogni volta che si riascolta quella canzone? Cosa fai quando una persona diventa al contempo l’inferno e il paradiso della tua vita?

Niente. La risposta è niente.
“Questa è la vita”, ti dicono, dandoti due pacche sulla spalla e assicurandoti che tutto passa, che ci pensa il tempo e si sistema tutto, ed anche tu lo sai che è così, anche se non vuoi, anche se non ci stai, per me che sono abituato a restare aggrappato ad ogni flebile speranza la cosa è più complicata, perché io sono il tipo che in ogni cosa, anche quando sembra non esserci luce in fondo al tunnel, la luce la accende da dentro e va avanti con quella fiamma che però ti consuma l’anima e rischia di farti male se la via di uscita non c’è veramente e non è soltanto notte là fuori.

Io ero fermo, legato ad un palo da una catena costituita dalle mie insicurezze e le mie paure, poi è successo qualcosa, c’è stata un’esplosione e sono stato risucchiato da un uragano che ha spezzato le catene e mi ha fatto volare verso l’alto, tanto in alto da arrivare quasi vicino al sole, tanto da sentire di poter riuscire a toccarlo se solo avessi voluto, ma le ali io non ce le avevo, adesso il vento si è placato ed io sto precipitando verso il basso a testa in giù, non ho reazioni, continuo a cadere, vittima degli eventi che mi circondano, il sole è tramontato ed è notte fonda ma non ho paura, forse alla fine mi schianterò dritto a terra e non avrò più nulla da dire, ma cado nel buio col sorriso come se sapessi che poco prima della fine troverò le mie ali e le spiegherò, come un uccello che impara a volare per la prima volta, mi stupirò ancora delle cose belle del mondo, ci sarà una sorpresa sempre più grande ed il sole sarà ancora più luminoso quando sorgerà di nuovo, perché alla fine io sono sicuro che, prima o poi, andrà tutto bene.

Articolo a cura di: Emanuele Lanci

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