Le donne del fiume: una storia al confine tra realtà e mitologia

Il romanzo di Tala Masca, ambientato in una Sardegna rurale, ci trasporta in una vicenda in cui si mescolano magia, realtà e superstizione

Questa storia parla di donne: forti e misteriose, forestiere senza famiglia, arrivate in un paese che le guarda con sospetto e paura. Coghe, bruje, streghe, vampire…tanti gli appellativi rivolti a quelle donne del fiume, emarginate e tenute lontane dalla piccola società rurale. Le vicende accadute decadi fa si riflettono nel presente, quando Diego decide di trasferire la sua impresa di successo nel paesino natio. Il giorno del suo trentaseiesimo compleanno, la cicatrice che porta sul fianco da quando era bambino comincia a turbarlo fisicamente e mentalmente. Al dolore fisico si accompagnano visioni di una donna misteriosa e sconosciuta, che si rivolge a lui. Nel tentativo di svelarne l’identità senza perdere il senno, Diego si ritroverà a scoprire una storia che attraversa tre generazioni, coinvolgendo molti membri della sua famiglia.

Photo by Katherine Hanlon on Unsplash

Il romanzo di Tala Masca, edito da PubMe e disponibile sia in formato e-book sia cartaceo, non è una semplice storia fantasy. A fianco agli elementi soprannaturali c’è un’atmosfera legata alla tradizione sarda e alle credenze popolari, che in epoche non poi così lontane rendevano difficile distinguere la mitologia dalla realtà. Questa confusione si percepisce egregiamente nella caratterizzazione dei personaggi e il lettore non può fare a meno di interrogarsi insieme a loro sulla veridicità di quanto viene raccontato, nel tentativo di razionalizzare l’incredibile. Forse è proprio questo l’ingrediente segreto, che rende molto difficile interrompere la lettura una volta iniziata: la necessità di sciogliere i nodi di questa trama assurda e affascinante.

Streghe o donne sole?

In fondo accade sempre così quando sentiamo parlare di figure come quelle delle streghe, perseguitate nella storia. Chi erano? Si trattava realmente di donne in grado di percepire la realtà in modo diverso dagli altri? O piuttosto rappresentano uno stereotipo di una donna sola, emarginata dalla società e costretta a provvedere da sola alla sua sopravvivenza, con ogni mezzo possibile? Ne parliamo con Tala Masca, autrice del romanzo.

Senza entrare troppo nei dettagli della trama, alcuni personaggi femminili vengono identificati con l’appellativo di Coghe o Bruje. Ci racconti la storia di queste creature mitologiche della tradizione sarda?

Ciao, inizio col ringraziarti per questa intervista e soprattutto per aver letto e apprezzato il mio romanzo! Mi poni una domanda facile all’apparenza, ma complicata nel dettaglio. Le coghe, le bruje e le jane sono elementi chiave del folklore sardo, ma anche diverse in ogni zona della Sardegna. Nell’immaginario collettivo le Coghe sono considerate donne brutte, pelose e dotate di una piccola coda che richiama quella del diavolo; sono assimilabili alla figura del vampiro poiché destinate a succhiare il sangue dei neonati, i quali possono essere protetti in modi diversi, come ho specificato nel mio romanzo.

Le coghe sono esseri temuti ma non odiati, innanzitutto perché fanno parte di un retaggio pagano mai disconosciuto dal popolo sardo, secondo perché la loro esistenza non è legata al libero arbitrio: sono donne destinate a essere malvagie, molte di loro sono obbligate dal Diavolo in persona ad andare contro la propria natura. Similmente, si dice che qualsiasi donna possa tramutarsi in una Coga: ci si deve recare un venerdì notte in cimitero e asportare il grasso di un cadavere seppellito di recente, mischiarlo al sangue di una vergine e all’olio santo per poi spalmarselo nelle ascelle e sotto i piedi, appena calerà la notte ci tramuteremmo nella Coga.

Il sabba delle streghe, Goya

Le versioni sono tante, ma quella a cui io credo maggiormente è questa: le coghe sono donne normali con poteri speciali, capaci di influire su scelte e decisioni grazie al proprio carisma, la loro capacità divinatoria e la profonda conoscenza della natura. Con l’avvento del cattolicesimo sono state relegate al ruolo di strega malvagia, una sorta di epurazione dalle credenze pagane, ma nell’era moderna noi continuiamo a crederci perché la natura atavica non si può cancellare del tutto.

La Bruja, o Bruxa, o Bruscia, è sempre una strega ma bella e istintiva, un essere notturno che si mischia al popolo mantenendo la sua magia. Anche nel suo caso cambia in ogni zona; ad Alghero e nel Campidano (dove sto io), a causa della dominazione catalana  il suo significato si è un po’ perso nel tempo e viene confusa con la Coga. La Jana è la fata dei boschi, definita anche strega. Abita nelle Domus de Janas, Sono buchi nella roccia dei monti, particolari necropoli presenti in molte parti della Sardegna, anche nel luogo in cui risiedo.  Chi è stato attento nel mio romanzo le avrà riconosciute in una particolare descrizione. Anche sulle Jane ci sarebbe di cui parlare all’infinito.

Esistono dei corrispettivi maschili di queste creature? Secondo te perché è stato storicamente più semplice associare la figura femminile al male e alla tentazione?

Non che io sappia. La mitologia sarda presenta molte figure maschili, ma l’equivalente della Coga o della Bruja non credo esista. La risposta alla tua seconda domanda è uno dei temi del mio romanzo. Noi donne siamo terra fertile, possiamo generare e ampliare l’umanità. Deteniamo il più grande potere e quindi siamo temute. Ciò che fa paura viene marchiato come pericoloso, sbagliato, da allontanare ed eliminare. Da domare. Esistono tanti esempi letterari e cinematografici che trattano questo tema.

Nel tuo libro convivono atmosfere tipiche di diversi generi letterari, come mistery, fantasy e il thriller. Quali sono i tuoi riferimenti letterari?

Io sono un’amante del genere horror, thriller e del realismo magico. Nella mia formazione ci sono Stephen King, E. A. Poe, H. P. Lovecraft. Ma ho amato anche Anne Rice e Isabel Allende, distanti nel genere ma similari nella profondità dei testi. La Allende, in particolare, ha usato la magia naturale delle sensazioni umane in un romanzo cult, La casa degli spiriti, che mi è rimasto nel cuore.

Le donne del fiume di Tala Masca, edito per PubMe, è disponibile in formato ebook e in cartaceo.

In copertina: Photo by Hannah Troupe on Unsplash

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Milanese, biotecnologa e bioinformatica. Curiosa per natura ho scelto di dedicare la mia carriera alla scienza. Di fronte a tutto ciò che passa sotto la lente di ingrandimento della mia curiosità, cerco sempre di ricordarmi che per trovare risposte bisogna fare le giuste domande.

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