Zan Alessandro, prega per noi!

Il tema del Ddl Zan tiene banco ormai da mesi e dopo l’episodio del primo Maggio, l’esposizione ufficiale della Santa Sede è solo l’ultimo capitolo destinato a far discutere.

Il caso

E’ notizia degli ultimi giorni l’intervento della Stato Vaticano sui fatti riguardanti il Ddl Zan, l’ormai discussa legge proposta dal parlamentare Alessandro Zan che prevede l’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni verso omosessuali, transessuali, donne e disabili. Per mezzo di una “lettera informale”, il Vaticano chiede una revisione del disegno di legge, ovvero

auspica che la parte italiana possa tenere in debita considerazione le argomentazioni e trovare così una diversa modulazione del testo continuando a garantire il rispetto dei Patti Lateranensi»

La segreteria di Stato vaticana

Anche qui l’opinione è divisa: chi chiede con forza l’intervento della Chiesa cattolica e chi non accetta interferenze dello Stato Pontificio negli affari italiani, rivendicando la laicità della Repubblica.

La polemica

La polemica scoppia perché la lettera del Vaticano verso il governo Draghi rappresenta una violazione della sovranità italiana. Una invasione extraterritoriale pervenuta come monito, una quasi intimidazione a cui far fronte con forte ribellione.

Diciamo la verità: nessuno più ha paura dei castighi divini e per fino “il Divino” con i suoi intermediari per antonomasia, ha perso quel potere inquisitorio che aveva fatto le fortune del passato. L’intimidazione religiosa della Chiesa, la sua reputazione “torquemadesca”, non convince più. Abbiamo riconquistato (o conquistato) da tempo il nostro spazio di libertà senza o con un affievolito timore reverenziale. Ormai, Torquemada è morto!

Quello che viene messo in discussione ora è: quanta autorità ha lo Stato Pontificio per intervenire nelle questioni italiane?

Repubblica Italiana e Vaticano: il diritto internazionale

Alcune correnti di pensiero ritengono che senza “l’interferenza” della religione cattolica probabilmente sarebbero in vigore ancora la legge del taglione; la schiavitù non sarebbe un reato e tante altre norme ancora che meriterebbero menzione sarebbero differenti da come sono.

Senza dubbio è sensibile l’influenza della religione cattolica nel diritto internazionale e specie nel diritto italiano, dimostrabile dai trentennali governi a marchio Democrazia Cristiana. Tuttavia, se l’interferenza della Chiesa cattolica non fosse stata limitata o superata non avremmo leggi sul divorzio, sull’aborto e altrettanti fondamentali progressi sociali che non citiamo solo per ordine di spazio. E i temi in sospeso sono ancora tanti: eutanasia, concepimento, matrimonio omosessuale.

Il confine tra Stato laico e stato Cofessionale è molto meno netto di quanto si possa immaginare. E’ difficile dibattere in uno scritto del tema irrisolto Stato-Chiesa, ma possiamo cercare di capire come mai il Vaticano ha una certa facilità di intervento nelle questioni italiane; quando è iniziato questo rapporto cosi “vicino con i vicini”; perché e come si è sviluppato nel tempo. In sostanza, vogliamo scoprire perché lo Stato Vaticano interviene nelle questioni Italiane con cosi tanta convinzione.

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I Trattati tra Stati sovrani

Gli accordi tra Stato italiano e Chiesa hanno una lunghissima storia.

In genere, gli accordi, le convenzioni, i trattati e i concordati sono pratiche comuni ad ogni Governo nel tentativo di migliorare i rapporti internazionali tra Stati nel Mondo. Atti sottoscritti per risolvere potenziali conflitti in materia di commercio, confini, o di migliorare i reciproci rapporti legislativi.

Il Vaticano è uno Stato come tutti gli altri e, in quanto tale, è anch’esso sottoscrittore di convenzioni internazionali.

L’accordo piu importante tra Stato italiano e Vaticano è conosciuto con il nome di Patti Lateranensi. Questo trattato vero e proprio tra Stati sovrani regola i rapporti in materia fiscale, patrimoniale, dell’esercizio della missione religiosa su territorio italiano.

I Patti Lateranensi

I Patti Lateranensi risalgono al periodo fascista. Sono accordi molto ampi sottoscritti per mettere fine alla disputa che da sessant’anni divideva la Chiesa cattolica e lo Stato italiano. Prima della sottoscrizione, tra Stato e Chiesa non esisteva alcun rapporto legale.

Il Papa si considerava un “prigioniero politico” di Casa Savoia. Molti leader fascisti chiedevano a Mussolini di sciogliere tutte le istituzioni cattoliche e di cancellare la Chiesa dalla vita sociale e politica italiana. Mussolini però non aveva nessuna intenzione di fare guerra al Pontificato. Anzi! secondo lui la Chiesa era ancora in grado di influenzare milioni di italiani, e preferì agire con prudenza.

Infatti, i cattolici in Italia erano tanti e la necessità di avere ampio consenso tra il popolo indusse il Duce a trovare una accordo con il Vaticano. Dopo due anni di estenuanti trattative si giunse alla sottoscrizione dei Patti Lateranensi nel 1929. Mussolini ottenne tutto quello che aveva predetto.

Secondo il patto, Vaticano e Stato italiano diventavano due entità sovrane separate come sancito dall’art. 7 della nostra costituzione

 “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.”

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Il Concordato

Al patto si aggiunse un Concordato, che regolava più precisamente l’intervento spirituale della Chiesa cattolica sullo Stato italiano. Il Concordato lateranense fu espressamente voluto dalla Santa Sede. Regola “le condizioni della religione e della Chiesa in Italia” e non puo essere unilateralmente modificato.

Il Concordato, insieme ai Patti Lateranensi, conferiscono allo Stato Vaticano una sorta di autorizzazione per intervenire nelle questioni italiane. Questa ingerenza non può in alcun modo intralciare il percorso legislativo italiano che mantiene la sua sovranità come spiegato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi:

il nostro è uno stato laico, non è uno stato confessionale. Quindi il Parlamento è libero di discutere.

Presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato

A dimostrazione del fatto che l’intervento della Santa Sede è avvenuto in virtù di un trattato internazionale, il Presidente Draghi ribadisce:

il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per verificare che le nostre leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato con la Chiesa. 

A questo concordato fa riferimento la lettera informale proposta dalla segreteria di Stato Vaticana nella richiesta di revisione del DDl Zan. Secondo la lettera, il Ddl Zan violerebbe alcuni punti del documento.

Nel Concordato è possibile riscontrare alcuni aspetti sociali in cui l’intervento della Chiesa cattolica è preponderante:

  • il riconoscimento degli effetti civili al matrimonio religioso e la riserva ai Tribunali e dicasteri ecclesiastici delle cause di nullità del matrimonio e di dispensa dal matrimonio rato e non consumato;
  • il riconoscimento della dottrina cristiana come fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica e l’ulteriore estensione di tale insegnamento obbligatorio (già previsto per le scuole pubbliche elementari) anche alle scuole medie

Matrimonio e istruzione pubblica sono due istituzioni sociali con rilevante intercessione della Chiesa. Non c’è dunque da stupirsi dopo la lettera informale dello Stato Pontificio riguardo al Ddl Zan: il cattolicesimo è gia nella res publica.

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No ai populismi !

E’ evidente da questo testo che il rapporto tra Repubblica Italiana e Vaticano segue un intreccio pattizio molto antico. Atti formali con efficacia legale al pari di ogni altro trattato tra Stati sovrani. La Santa Sede ha voluto assicurarsi una certa capacità di influenza nella società italiana per mezzo di convenzioni sottoscritte.

Non volgiamo in questa sede occuparci della sua giustezza. Ma l’episodio accaduto a proposito del Ddl Zan non può essere sicuramente osteggiato rivendicando la laicità dello Stato italiano. Piuttosto, andrebbe valutata oggettivamente la laicità dello Stato italiano, senza ipocrisie.

Bisognerebbe procedere al contrario per risalire alla storicità di antichi patti, decontestualizzarli da quel periodo storico e rimodularli ergonomicamente ad una società oggi profondamente diversa.

Immagine di copertina di: Hasan AKBAS da unsplash.com

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Io sono Arnaldo Berardi. Sono nato a Bari il 7 Dicembre del 1989 di un piovoso giovedì d’inverno. Attualmente studente del corso di “Strategie per i mercati internazionali” presso la facoltà di Economica dell’Università di Bari “Aldo Moro”. Sono assetato di conoscenza e vivo la mia vita nella consapevolezza che la cultura sia l’unica via per l’evoluzione dell’anima. Il sogno da realizzare è quello di poter divulgare cultura che possa arrivare a chiunque in qualsiasi parte del globo, indistintamente.

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