A Loria con Adrian Fartade

Jupiter and Saturn

Un evento sotto le stelle al parco naturale del Muson, in provincia di Treviso

E già dal sottotitolo c’è una piccola imprecisione: non ci sono solo stelle, là in alto. Giove e Saturno occhieggiano imbronciati da un angolo di cielo, chiedendosi come mai brillare di luce riflessa sia un male – “Anzi! Aiuta pure la ricerca scientifica!”, mugugnano dalle loro unità astronomiche di distanza dal Sole (rispettivamente e in media, 5.2 e 9.6). Il protagonista della ricerca condotta per la missione K2 dal telescopio Kepler, però, è stato Nettuno. Giove e Saturno rimangono imbronciati.

Il gigantesco pianeta azzurro è stato utilizzato come un particolare specchio (grande ben 17 volte la Terra) per osservare il riflesso del Sole, stimando solo tramite quell’immagine la sua massa e il suo raggio: così facendo, gli scienziati hanno ottenuto risultati piuttosto accurati ed hanno dimostrato la possibilità di conoscere le caratteristiche di una stella grazie ai fotoni riflessi da un corpo celeste a più di trenta unità astronomiche di distanza! Giove e Saturno si rasserenano un poco, pensando che il loro amico ghiacciato, dopotutto, proprio per via della sua lontananza, ha molte meno possibilità di loro di essere visitato da qualche ospite robotico: la Voyager 2 è stata l’unica sonda ad arrivarci in un vicino fly-by nel 1989, passando sopra il suo polo nord.

Immagine scattata dal telescopio Hubble il 25 agosto di quest’anno

Da una parte del segmento immaginario che li collega nel cielo notturno, Giove ricorda il momento in cui Galileo lo descrisse nel primo decennio del Seicento, un po’ triste per il fatto che lo scienziato, all’epoca, non avrebbe potuto immaginare che il suo nome sarebbe stato dato alla missione che dal 1995 al 2003 avrebbe condotto osservazioni sul più grande pianeta del sistema solare, arrivando a lanciare all’interno della sua atmosfera una sonda più piccola, la prima ad aver indagato l’atmosfera gioviana.

Immagine ottenuta combinando vari scatti della sonda Cassini

Dall’altro lato del segmento, Saturno borbotta un poco contro le osservazioni galileiane, che non colgono correttamente la presenza dei suoi anelli: il suo scienziato preferito è Huygens, che nel 1655 riesce persino a capire che ha una luna, Titano. Beh, almeno una luna: ad oggi ne conosciamo altre 52 note, ma la NASA fa sapere dal suo sito che si stima l’esistenza di ben 82 satelliti. Saturno è un padre felice 😊
Huygens ha avuto l’onore di dare il nome alla missione che nel 2005 portò una sonda ad atterrare per la prima volta su una luna di un altro pianeta: ne scattò anche alcune foto ricordo.

Le immagini totali scattate da Huygens furono 376: qui sopra sono visualizzate quattro fotografie realizzate ad altitudini diverse

Ma torniamo ad una seggiolina in seconda fila, ad un proiettore che mostra la superficie di Venere fotografata agli infrarossi e a un divulgatore scientifico che, con un sorriso enorme, arriva a raccontare dell’ultima scoperta, in ordine cronologico ma non d’importanza: a circa 40km dalla superficie del pianeta, infatti, alla pressione di un’atmosfera e ad una temperatura che varia da una decina a una trentina di gradi Celsius, si trova una concentrazione anomala di fosfina… Oh? Ehi! Non tornare su Google! A meno che non sia per cercare questo nome strano: al di là della formula chimica di questa molecola, la cosa importante è che sia stata selezionata come ottimo bioindicatore, il che vuol dire… Che qui sulla terra la sua presenza significa “vita”.

Ora dobbiamo semplicemente verificare che significhi la stessa cosa anche a 0.7 unità astronomiche dal Sole: di preciso, su un pianeta la cui superficie sopporta 93 volte la pressione atmosferica che sopportano le nostre spalle, su un pianeta dove la temperatura a terra arriva a quasi 500°C OVUNQUE, anche ai poli, su un pianeta dove il piombo potrebbe scorrere allo stato liquido e il terreno è composto prevalentemente di lava, su un pianet… Calma, d’accordo! Lo scetticismo ci sta. Migliorerebbe le cose se ti dicessi che ci sono delle simpatiche goccioline di acido solforico sospese nell’atmosfera? Come? Sì, è quella cosa molto corrosiva che scioglie… Ah, ho capito, non migliora le cose.

Un esempio di organismo estremofilo: il tardigrado

Qui sulla Terra, però, esistono microorganismi chiamati estremofili, la versione con una o poche cellule di un essere umano a cui piacciono gli sport estremi: e se su Venere la vita avesse avuto il modo di adattarsi ancora meglio che qui a condizioni come quelle descritte sopra? Se ci fossero spore abbastanza resistenti da far sopravvivere degli organismi molto semplici ma molto agguerriti anche in un ambiente del genere (o degenere…)? Allora non saremmo più soli nel nostro Sistema. Certo, non potremmo (ancora) chiacchierare con ET, ma potremmo pensare alla vita come ad un qualcosa di molto più comune nell’universo rispetto a com’è stata pensata fino ad ora: fisseremmo il cielo con uno spirito diverso, immaginando che intorno ad una delle stelle lontane che illuminano la notte, magari a meno di 30 anni luce di distanza da noi, ci sia un altro paio d’occhi (o una tripletta, o uno solo, magari capace di vedere da sé nelle frequenze dell’ultravioletto) che fissano incuriositi un pallino vagamente giallo, piccolo e più giovane di come lo vediamo noi, che ci viviamo a 8 minuti-luce di distanza, incastonato nella costellazione di Cassiopea.

Immagine di copertina a cura dell’autrice

Paio d’occhi su un pianeta che, con buona pace di Giove e Saturno, difficilmente sarà un gigante gassoso: inutile che mi guardino così!

Per approfondire argomenti relativi al sistema solare, vi consiglio di cuore i tre libri di Adrian: sono scritti in uno stile leggero e vivace, che lascia avvicinare ai temi dell’astronomia e più in generale della ricerca scientifica anche chi, come me, non è un esperto del settore ma prova interesse verso l’incredibile universo che ci circonda 🙂
Eccovi i titoli, con relativi link Amazon:
A piedi nudi su Marte,
Su Nettuno piovono diamanti,
Come acchiappare un asteroide, editi da Rizzoli.

Immagini inserite nel corpo del testo: https://www.nasa.gov/ (fateci un giro per trovarne altre ❤)

Nata a Conegliano Veneto, da quando ha imparato a tenere una penna in mano adora riempire ogni pagina bianca con l'inchiostro dei pensieri; si è laureata in Lettere Moderne all'Università di Udine, concludendo la carriera accademica laureandosi in Editoria e Giornalismo all'Università di Verona. Dedica il tempo libero alla scrittura e alla fotografia.

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