Come funziona il cervello? Netflix risponde

“La mente in poche parole”: il cervello spiegato dai neuroscienziati in un documentario su Netflix

La mente in poche parole: si intitola così il documentario narrato da Emma Stone, uscito nel 2019 su Netflix in cui gli scienziati spiegano i meccanismi del cervello umano, svelandone anche i segreti. La durata di ogni episodio della miniserie è di una ventina di minuti e si riesce facilmente a mantenere la concentrazione. La serie propone un ventaglio di studi, dati ed esperimenti spiegati in maniera ineccepibile da specialisti, psicologi, medici, neuroscienziati e da personaggi che raccontano le proprie esperienze riguardo al tema trattato. Gli argomenti spaziano dai sogni alle sostanze psichedeliche, attraversando anche i disturbi d’ansia.

La memoria: come il cervello organizza nuovi dati

Il primo episodio risulta particolarmente interessante perché viene esposta la modalità con cui il cervello elabora, memorizza, recupera i ricordi e come mai alcuni di questi si rivelano inaffidabili. Per esempio emerge il fatto che molte persone credono di ricordare perfettamente la loro giornata quando è stata data la notizia dell’11 settembre quando, in realtà, come spiega la neuroscienziata Elizabeth Phelps, il 50 % dei ricordi di quel giorno cambia nel giro in un anno

Interessante scoprire come anche i ricordi più significativi possano cambiare perché non sono ricordi perfetti. Perché non lo sono se lo scopo della memoria è preservare il passato? Come funziona la memoria?

Yanjaa Wintersoul è una Grand Master of Memory, ossia una campionessa di memoria che detiene ben tre record mondiali perché riesce a memorizzare 360 immagini in 5 minuti, 212 facce e nomi in 15 minuti e 145 parole in 5 minuti. Nel programma le chiedono di memorizzare 500 numeri in 10 minuti e lei riesce nell’impresa. Ma come avviene l’interiorizzazione dei dati? Tutto dipende dal modo in cui il cervello archivia i propri ricordi.

Esistono molti tipi di memoria

Per rispondere a questa domanda, gli scienziati hanno condotto vari studi sul cervello di Henry Molaison, un uomo che subì un’operazione al cervello per curare l’epilessia. La procedura non aveva causato cambiamenti comportamentali ma il chirurgo che lo operò gli rimosse una parte di cervello per cui, in seguito a quell’intervento, Molaison si ritrovò un’importante perdita della memoria recente della zona frontale. Era così grave che non permetteva al paziente di spostarsi per casa o riconoscere i suoi medici.

Nonostante ciò, il paziente ricordava con altri tipi di memoria. Aveva delle abitudini che non richiedono pensieri coscienti come andare in bicicletta (memoria implicita). Henry ricordava perfettamente gli eventi storici (memoria semantica/esplicita), pur non essendo in grado di descrivere il giorno prima. Il problema era la memoria episodica, la memoria per le esperienze personali e, senza quella parte del suo cervello, Henry non formava nuovi ricordi. Quando si rivive un momento, il lobo temporale mediale aiuta a rimettere insieme gli elementi.

Henry Molison sembrava aver perso sia la possibilità di rimembrare il suo passato, sia quella di immaginare il suo futuro. Tre decenni dopo l’intervento di Molison, il lobo temporale mediale di un altro fu danneggiato in un incidente in moto. Quando i medici gli chiesero se fosse ottimista per quanto riguarda il futuro, egli rispose che per lui, pensare al futuro era cercare una sedia in una camera vuota.

Il ponte tra passato e futuro

Sembra quindi vi siano due reti ben collegate tra passato e futuro, che mettono in azione la memoria e l’immaginazione. La mente, essendo come una macchina del tempo che rimette insieme i pezzi per rivivere il passato, può anche assemblarli per immaginare futuri possibili. Infatti, quando si vaga con la mente quest’ultima va avanti e indietro oscillando tra passato e futuro.  

Alcune persone hanno più ricordi di altre ma si può migliorare la memoria vivendo una vita più sana e attiva.  Per esempio dormendo le otto, nove ore a notte, mangiando in maniera corretta, facendo attività fisica ed evitando gli alcolici. Inoltre anche la meditazione migliora la concentrazione che a sua volta migliora la memoria. Un altro modo per ricordare più facilmente è associando le esperienze personali alle emozioni, le quali fanno in modo si ricordi in maniera più attendibile. Ci sono molteplici modalità per arrivare al passato. La storia, il luogo e l’emozione sono le fondamenta per giungere a rivivere un momento.

Quando si ha un’esperienza emotiva la nostra amigdala, il centro emotivo del cervello che risiede accanto all’ippocampo in realtà regola l’ippocampo e gli consente di formare un ricordi più dettagliato e forte.

Donna Rose, neuroscienziata

Tuttavia cosa più sbalorditiva è che, secondo alcuni scienziati, il motore di simulazione che abbiamo tra le orecchie fa qualcosa di ancora più profondo. La mente intreccia insieme i ricordi del passato con i sogni del futuro per creare la percezione di se stessi. 

Cervello: istruzioni per l’uso

John Medina è un biologo molecolare specializzato nello studio dei geni implicati nello sviluppo cerebrale e nei disordini psichiatrici. Dirige il Brain Center for Applied Learning Research della Seattle Pacific University e insegna al dipartimento di bioingegneria della University of Washington School of Medicine. Nel suo libro Il cervello, istruzioni per l’uso, John Medina informa i suoi lettori del meccanismo della mente presentando ben dodici “regole” o indicazioni per illustrare il funzionamento del cervello. Ogni argomento viene trattato con humor nelle parti più difficoltose e l’autore propone delle idee di applicazione nella vita di tutti i giorni e dimostra tramite esempi come il nostro cervello possa utilizzare al massimo le proprie capacità e funzioni. 

Per approfondire:
– altri documentari simili su Netflix: 100 Humans: risposte alle domande della vita, Dentro la mente di Bill Gates e Bebè, viaggio nel primo anno di vita;
Il cervello, istruzioni per l’uso di John Medina.

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Mi chiamo Andreea e studio presso l'Università degli Studi di Udine. Adoro i bambini, la musica, i film e le sorprese. Mi piace scrivere e leggere. Nutro un affetto particolare per i classici perchè mi insegnano qualcosa di nuovo ogni volta che li rileggo. Il mio libro preferito è "Il fu Mattia Pascal" di Pirandello. La mia citazione preferita è: "Per angusta ad augusta".

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