Beyond the lyrics: Crawling – Linkin Park

Così è la vita, così è la droga, così è la vita di chi si droga: un continuo dover ricominciare

Perdersi e (ri)cercarsi: il tormento di Chester

Crawling è un grido lancinante ma anche un grande sforzo di consapevolezza. Quinto brano e terzo singolo dal primo album in studio Hybrid Theory, presenta al pubblico il lato più intimo e oscuro dei Linkin Park e del loro tormentato frontman, Chester Bennington.

È facile perdersi nelle cose pensando “povero, povero me”, ed è da questo che provengono canzoni come Crawling: non posso sopportare me stesso. Ma questa canzone tratta del prendersi le responsabilità delle proprie azioni. Tratta di come io stesso sono il motivo di ciò che provo. C’è qualcosa dentro di me che mi indebolisce.

Chester Bennington in un’intervista a Rolling Stone

L’album

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Credits: Amazon

Hybrid Theory (2000, Warner Bros Records) permette alle orecchie di tutto il mondo di fare conoscenza dei Linkin Park nuovi di zecca, freschi d’esordio ma per niente timidi, pronti a lanciarsi in temi esistenziali di grande respiro. Del resto, il nome della band doveva far sentire a casa chiunque la ascoltasse: Chester aveva inizialmente proposto Lincoln Park, una piazza di Santa Monica da cui passava spesso in auto durante le registrazioni di Hybrid Theory. Gli USA sono pieni di piazze chiamate Lincoln Park, e gli americani all’ascolto potranno considerarli, da qualunque Stato provengano, una local band. Ma il dominio lincolnpark.com esiste già, e non ci sono i soldi per comprarlo. Allora perché non Linkin Park? Il messaggio resta comunque: linking, d’altronde, vuol dire collegamento.

Le sonorità di Hybrid Theory sono crude, collocabili tra il nu metal e il rap rock. L’intervento del rapper Mike Shinoda richiama e rafforza le parole gridate dalla voce graffiante di Chester, che a ciò alterna un approccio melodico. I toni sono già chiari da Papercut e One step closer. Sarà l’impronta digitale dei Linkin Park che solo in seguito conoscerà l’evoluzione elettronica. Ma è ancora presto: ora è tempo di urla, rap e chitarre elettriche.

La copertina di Hybrid Theory è anch’essa una carta d’identità. Un soldato con ali di farfalla. Lotta, sangue, sofferenza, ma anche delicatezza. Perché la vita è guerra e dolore, but in the end it doesn’t even matter.

Beyond the lyrics

A farci caso, ad anticipare le prime note di Crawling è un suono tra l’idraulico e l’alieno. Acqua che scivola via: la vita. Introduce il clima angustiante che percorre l’intera canzone. Basta qualche secondo perché questa delicata introduzione si trasformi nella furia di Chester Bennington.

S’incomincia in medias res, da quello che sarà poi il ritornello. Strisciando nella mia pelle: l’impressione è quella di un serpente che fa la muta. Ma le cose non mutano affatto, non cambiano, queste ferite non guariranno. Bullismo e abusi sessuali in tenera età hanno segnato indelebilmente la vita di Chester, distrutta poi dalla tossicodipendenza. E difatti la pelle a scaglie in cui strisciare non è solo una metafora ma un effetto fisico della cocaina.

Fear is how I fall, traducibile come cado per paura, è un’espressione controversa. La paura è sia il sentimento provato durante la caduta che la causa stessa del crollo. Confusing what is real è un evidente riferimento allo stordimento che la droga e l’alcol provocano in chi ne abusa.

La prima strofa è quasi un diario di bordo: c’è qualcosa dentro di me che preme sotto la superficie. Anche qui sintomo fisico e al contempo psicologico. La pelle che si stacca e il malessere che preme dentro di lui. Un oscuro riferimento anche agli stupri subiti nell’infanzia? Forse.

L’autocontrollo e l’insicurezza sono citati costantemente: se Chester fosse capace di dominarsi, se fosse sicuro di sé anche per poco, non gli sarebbe così difficile smettere. Invece si sente intrappolato da e in se stesso (my walls are closing in) e sotto la pressione della dipendenza (there’s so much pressure to take). L’obiettivo è ritrovarsi (to find myself) ma ci si perde di continuo (again).

Il disagio è un peso seduto sul petto che governa i suoi comportamenti. La vita è uno sforzo titanico e indesiderato, tanto che rimanere accanto a se stessi è un atto contrario alla propria volontà (against my will I stand beside my own reflection). Il brano termina riprendendo la prima strofa. Così è la vita, così è la droga, così è la vita di chi si droga: un continuo dover ricominciare.

Crawling ovvero una lotta con la coscienza

Poche parole, schiette, riempiono una tela nera che ritrae alla perfezione l’animo di Chester. Una canzone che nasce non da esigenze discografiche o di mercato ma dal semplice desiderio di comunicare un malessere pressante, pesante. Se da una parte c’è una forte propensione a ripristinare la parte sana della vita, c’è dall’altra un’ombrosa otherside, per dirla alla Anthony Kiedis, a tentare e condannare. Ma in Bennington non c’è nessun vittimismo o elemosina di compassione, e anzi descrive quello che prova come una sua colpa, frutto dei suoi tentativi falliti di rimediare a se stesso. È il soldato che tenta di elevarsi sopra il suo dolore con fragili ali di farfalla.

Personalmente, combatto la depressione, combatto i miei “ismi”. La maggior parte dei miei problemi sono interni, che devo fare determinati passi per gestire. Per tenermi sotto controllo. E se non lo faccio cado a pezzi.

Chester Bennington in un’intervista per Music Week

(Immagine di copertina tratta dal video ufficiale di Crawling, Linkin Park)


Questo articolo appartiene a uno speciale Beyond the lyrics sui testi più iconici dei Linkin Park, la band più votata dai nostri followers su Instagram. Trovate qui tutti gli altri pezzi pubblicati, e qui tutti gli altri Beyond the lyrics a cura della redazione.

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