Dietro le quinte del fantasy: Aurora Vasques

Magia, azione e introspezione per un connubio fantasy che lascia ampio spazio all’immaginazione del lettore

La promettente autrice de “Le Terre di Irtemal: La Rinascita degli Elementi” si racconta in esclusiva ai lettori di Cogito et Volo: attraverso il suo romanzo, da leggere tutto d’un fiato, possiamo al meglio comprendere come nasca un romanzo fantasy oggi e perchè ispirarsi al mondo dei sogni ad occhi aperti di ieri.

Grazie per averci concesso quest’intervista, Aurora! Di che cosa parla “Le Terre di Irtemal: La Rinascita degli Elementi“?

Il mondo di Irtemal è imprigionato da secoli sotto la dittatura del demone Zerek, che ne ha sottomesso i popoli, bramando sempre più potere. L’unica speranza di sconfiggerlo è riunire i Guardiani dei Quattro Elementi, il cui potere congiunto potrebbe essere in grado di riportare la pace. Kimberly, diciottenne italo-americana, sta frequentando l’ultimo anno di scuola, dopo essersi trasferita dalla caotica New York alla tranquilla città di Trieste. Un nuovo incontro darà inizio all’avventura che la porterà in un mondo parallelo, dove il peso di una guerra centenaria graverà sulle sue spalle.

“Una scia a pelo d’acqua si dirigeva verso di lei. L’oscurità le impediva di capire cosa ci fosse nel lago ma, a giudicare dal movimento della superficie, doveva trattarsi di qualcosa di grosso. Il cuore le batteva nel petto così forte da farle male. Calma! Devi stare calma! pensò, cercando di placare la paura che cresceva dentro di lei, attanagliandole lo stomaco. Qualsiasi cosa le fosse venuta incontro, poteva affrontarla.”

Parlaci di più del meraviglioso mondo alternativo che hai ideato: come funziona la vita laggiù (o lassù?)

Irtemal è un mondo governato da leggi magiche, dove coesistono vari tipi di magia: da quella elementare, che è al centro della storia, fino a quella negromantica, usata dai demoni. È un mondo devastato dalla guerra e decimato dalla tirannia secolare di Zerek. Irtemal è abitato da numerosi popoli molto diversi tra loro, tra cui elfi, fauni, umani e ylidir, che da sempre sono in conflitto, e questo è uno dei motivi per cui essi non sono riusciti a bloccare l’ascesa demoniaca che sta portando al collasso questa dimensione. È un mondo dall’impronta medievale, che ha sviluppato una sorta di tecnologia grazie alla magia alchemica, usata dagli individui privi di poteri magici per sopperire a questa loro mancanza.

Con quali parole definiresti il tuo libro a chi non lo conosce? Lo consiglieresti a qualcuno in particolare?

Il mio romanzo si incasella perfettamente nel genere fantasy tradizionale. Sebbene all’inizio possa sembrare un urban fantasy, dopo i primi sei capitoli diventa chiaro si tratti di un fantasy classico puro e semplice. Si tratta di una lettura avvincente, che coinvolge il lettore dall’inizio alla fine. Si alternano momenti introspettivi, dove la trama si concentra sulla psicologia e le emozioni dei vari personaggi, a momenti movimentati, con colpi di scena e il ritmo della narrazione più rapido, che porta il lettore a rimanere incollato alle pagine.

Lo consiglierei di certo a chi ama il genere fantasy nella sua interezza; a chi ama immedesimarsi in nuovi mondi con regole e struttura diversa dal nostro e, soprattutto, a chi piace l’idea della magia come base e motore della vita e del mondo. Se dovessi definire una fascia d’età direi che potrebbe essere abbastanza ampia, dalla preadolescenza fino agli adulti. Durante quest’anno, a seguito della pubblicazione del romanzo, ho avuto moltissimi riscontri positivi sia dai più giovani, che da persone over 50.

In che modo ti sei avvicinata al mondo della narrazione?

Fin da bambina ho amato scrivere e inventare storie. Mi divertivo a dare vita a personaggi, delineare trame e creare ambientazioni. Crescendo, ho iniziato a leggere molto, concentrandomi sul genere fantasy, e ho scritto i miei primi racconti brevi, ispirata da ciò che sentivo essere più nelle mie corde. Queste prime storie mi hanno portata, in seguito, a delineare la trama de “Le Terre di Irtemal: La Rinascita degli Elementi“. Iniziai a scrivere il mio romanzo molti anni fa, ma soltanto negli ultimi anni mi sono dedicata ad esso con serietà e costanza, potandolo a compimento.

Da quali autori o opere hai tratto maggior ispirazione?

Probabilmente l’opera che più mi ha ispirata è Lo Hobbit di J. R. R. Tolkien: il primo libro di genere fantasy che ho letto da bambina. Adoro lo stile estremamente descrittivo usato da Tolkien perché mi permette di immergermi a pieno nella storia, immaginando ogni dettaglio dei luoghi descritti durante il viaggio dei personaggi. In seguito a questo, ci sono stati altri libri che mi hanno spinta a scrivere, prima fra tutti la saga di Harry Potter, e con essi i loro autori. Il percorso di J. K. Rowling mi colpì molto all’epoca dell’uscita dei primi volumi della saga, facendomi sognare di diventare come lei.

Hai in mente progetti futuri legati al tuo romanzo?

Sicuramente vorrei completare la Trilogia degli Elementi, pubblicando il secondo e il terzo volume della saga, ma ho anche in mente altri racconti, al momento solo in forma di bozza, ai quali vorrei dedicarmi in seguito – tutti compresi nel genere fantasy.

Infine, cosa consiglieresti ai nostri lettori/scrittori in erba?

Essendo io stessa una scrittrice “in erba”, non ho mai valutato l’opportunità di dare consigli a qualcuno; se proprio dovessi dire qualcosa, in questo momento, direi di non arrendersi alle prime difficoltà, di accettare le critiche senza offendersi o prenderle sul personale: se analizzate a dovere, esse possono aiutare a migliorare l’opera, diventando costruttive per l’autore e per il suo lavoro. Scrivere non è facile, quindi consiglio di farsi aiutare nella correzione. Se non ci si può permettere un correttore di bozze e/o un editor – come nel mio caso – ci si può affidare almeno a dei beta readers: sono utilissimi per trovare i refusi e segnalare le parti deboli del libro. L’importante è che siano sinceri e che le eventuali critiche vengano accettate, senza rimanerci male!

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Una volta mi piaceva pensare a sei cose impossibili prima di fare colazione, adesso prima prendo un caffè. Con tanto zucchero.

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