Ecomafia: gli enormi danni ad ambiente, salute ed economia

Andiamo alla scoperta di un fenomeno criminale spesso trascurato, con ricadute terribili per l’ambiente che ci circonda

In questo ultimo anno sembra che la tutela dell’ambiente sia tornata estremamente di moda, per fortuna direi. Abbiamo finalmente la possibilità di parlare di un aspetto troppo spesso trascurato come quello delle ecomafie, in grado di generare enormi danni e non solo sotto l’aspetto ambientale.

Descrizione

Da come si legge dal sito di Legambiente, il termine ecomafia “è un neologismo coniato da Legambiente che indica quei settori della criminalità organizzata che hanno scelto il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, l’abusivismo edilizio e le attività di escavazione come nuovo grande business in cui sta acquistando sempre maggiore peso anche i traffici clandestini di opere d’arte rubate e di animali esotici.” Questo termine lo rinveniamo fin dal 1994 per descrivere quelle organizzazioni criminali che utilizzano i reati ambientali più un’altra gamma di reati che creano un danno per l’ambiente con effetti devastanti anche sulle persone che subiscono dei danni alla salute, all’economia e alla propria libertà. I danni creati dalle ecomafie sono molo subdoli, perché a livello percettivo da parte della comunità risulta quasi nullo il loro impatto, tanto è vero che è stato coniato il termine di “reati senza vittima” per indicare proprio quelle attività delittuose che non scatenano una reazione da parte della massa, a differenza di altri reati particolarmente efferati quali rapine ed omicidi, per la loro stessa natura di essere attività criminose che all’apparenza non lasciano nessun segno. In realtà tutto questo non è vero, sappiamo, come abbiamo detto, quanto in questo tipo di attività delittuose possa recare danni enormi ed al tempo stesso arricchiscono le organizzazioni criminale che acquistano più potere.

Le regioni dove vi è una massiccia presenza di reati ambientali coincide anche con le regioni dove sono situate le mafie tradizionali Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, ma anche Lombardia.

Nell’ultima relazione di Legambiente sul fenomeno delle ecomafie si possono leggere tutti gli allarmanti dati di questa attività criminale.

Attività

L’attività è svolta in primis da parte delle organizzazioni mafiose che si rivolgono alle stesse aziende che devono smaltire i propri rifiuti, ad un prezzo estremamente vantaggioso, c’è infatti una possibilità di risparmio di oltre il 90%. Molto spesso accade che sono le stesse aziende a rivolgersi direttamente alle mafie, questo a causa di un enorme risparmio. Le organizzazioni mafiose sono in grado di condurre tutta questa filiera dello smaltimento illecito di rifiuti tossici perché hanno controllo sul proprio territorio e possono contare sull’omertà della popolazione. Oltre agli enormi danni in tema di salute e impatto ambientale dello smaltimento illecito di rifiuti che molto spesso avviene riversando rifiuti tossici in buche, discariche abusive o incendiandole, addirittura caricati su grosse imbarcazioni e poi lasciate affondare in mare o in laghi, gettate in cave dismesse o mescolati con il cemento per le costruzioni edili, insomma i metodi sono i più disparati che come è evidente arrecano un danno per la salute poiché dovrebbero essere smaltiti diversamente secondo procedure rigorose che diminuiscono i danni per l’ambiente e la salute. I danni possono essere anche di natura economica, accade infatti che vi sia una concorrenza assolutamente sleale, poiché una imprese che decide di smaltire in maniera lecita i propri rifiuti, abbia dei costi decisamente più elevati, le conseguenze sono due, o l’impresa intraprende anche lei la strada della illegalità, oppure rischia di soccombere a causa dell’inquinamento di mercato che l’impresa concorrente arreca. Stessa cosa accade per quelle imprese agricole che vedono i terreni confinanti trasformarsi in discariche abusive, oppure i propri stessi terreni inquinati, questo innesta un circolo vizioso per cui molto spesso il proprietario del terreno è costretto a svenderlo perché non più coltivabile, ad acquistare questo terreno sono le stesse organizzazioni mafiose che riutilizzeranno il terreno per costruire una nuova discarica abusiva.

Legislazione

La legge 68 del 2015 si occupa puntualmente dei reati ambientali, cosiddetti ecoreati, vengono introdotte nel nostro ordinamento alcune nuove fattispecie delittuose, tra le quali, l’inquinamento ambientale, omessa bonifica, traffico e abbandono di materiale radioattivo, disastro ambientale, impedimento di controllo.

Nonostante si sia cercato di reprimere penalmente in maniera più rigida alcuni comportamenti criminosi, questo però non ha sortito molti effetti sperati, infatti da come possiamo leggere nelle varie relazioni di Legambiente, nonostante vi sia stata una flessione del numero dei reati, soprattutto per quanto riguarda gli incendi boschivi e il traffico di beni culturali, aumentano invece i reati legati allo smaltimento illecito di rifiuti, costruzioni abusive, traffico di animali e infiltrazioni nel settore agroalimentare e il giro di affari è aumentato così come sono aumentati i clan mafiosi che operano in questo settore, questo è un chiaro sentore del fatto che siano mutati i modi di operare delle organizzazioni stesse, minimizzando i rischi ed aumentando i profitti.

Metodi di contrasto

Probabilmente l’aspetto più importante, nel tema del contrasto alle ecomafie, è quello di combattere la cosiddetta mentalità mafiosa, perché da come abbiamo potuto notare, sono gli stessi imprenditori a rivolgersi alle organizzazioni mafiose per avere dei vantaggi economici, complice anche un clima generale di omertà, si rende possibile per le mafie operare con un certo grado di tranquillità, anche a causa del minore impatto che si genera nella popolazione in termini di percezione del danno subito, che può verificarsi da distanza di anni o non verificarsi mai, di conseguenza senza che la stessa vittima si renda conto di ciò che sta subendo.

Ciò che è certo è che quello delle ecomafie è un tema che dovrebbe essere in cima alla agenda politica di ogni Governo, poiché come abbiamo esposto precedentemente, i danni che si generano sono silenti, ma soprattutto devastanti, addirittura potrebbero diventare irreversibili o riparabili nell’arco di decenni rendendo i lavori di contrasto del tutto inutili o estremamente faticosi, se dobbiamo muoverci, dobbiamo farlo fin da subito, ascoltando la voce di esperti del settore e del gran lavoro svolto da parte di Legambiente che da anni cerca di fare luce su questi temi, come dice lo stesso Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani: “Vogliamo dare il nostro contributo, fondato come sempre sui numeri e una rigorosa analisi della realtà, per riequilibrare il dibattito politico nazionale troppo orientato sulla presunta emergenza migranti e far sì che in cima all’agenda politica del nostro Paese torni ad esserci anche il tema della lotta all’ecomafie e alle illegalità”.

Le ecomafie oltre che a devastare l’ambiente, impediscono la libertà economica, strozzano imprese che vogliono restare pulite e non macchiarsi di illegalità, affossano una regione che fa della agricoltura, del primo settore, un cavallo di battaglia, inquinando i terreni e rendendo altamente tossici o inutilizzabili porzioni di terreno, ingenera gravi malattie spargendo sostanze tossiche sul territorio facendo morire miglia di persone nell’ombra, in maniera silente. Portare al centro della discussione politica e mediatica il tema delle ecomafie è necessario affinchè si possano salvare vite.

Sono nato a Brescia nel 1994. Laureato in Giurisprudenza, lavoro in banca, pratico Muay Thai, mi interesso di criminologia, diritto, economia, storia e cinema. Scrivo per diletto, per passione e offrire un punto di vista personale rispetto a quello che ci circonda.

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