Tra violenza e povertà la risposta dei movimenti giovanili a Johannesburg

Cresce la criminalità tra le strade del Sud Africa ma a colpire in positivo è la risposta delle organizzazioni giovanili attraverso la potenza della parola

Appena giunto a Johannesburg è un uomo sulla quarantina ad attendermi per accompagnarmi verso la struttura in cui soggiornerò. Si tratta di un italo-sudafricano figlio di emigranti italiani che nel 1940 fondarono un’azienda di costruzioni e che oggi si può considerare un vero e proprio impero imprenditoriale. Vivendo qui fin da piccolo ha visto e vissuto i cambiamenti che il Sud Africa ha affrontato, nel bene e nel male, come la maggioranza degli anziani italiani che abitano nella casa di riposo situata nel quartiere di Bedforview; è per tale ragione che ci tiene ad avvisarmi fin da subito di prestare la massima attenzione per strada, di evitare un abbigliamento troppo appariscente e, di conseguenza, di nascondere quanto più possibile oggetti preziosi e il portafogli.

Furti e omicidi in aumento in una terra i cui conflitti non si sono mai completamente appianati

Un avvertimento che può spaventare il turista che mette piede per la prima volta in terra sudafricana ma che, alla luce dei dati sulla criminalità, sembrano doverosi. In Sud Africa e in particolare negli agglomerati urbani, infatti, i numeri in merito agli omicidi e ai furti appaiono preoccupanti: 57 sono gli omicidi che sono stati commessi in media ogni giorno sul suolo nazionale nel 2018, un numero che allarma il ministro della Polizia Bheki Celi, il quale ha voluto far notare come il dato sia simile a un Paese che sta vivendo un conflitto bellico.
Il dato nazionale, infine, può essere confrontato con le statistiche di ogni singolo distretto sudafricano consultabili sul sito web CrimeStats, che permette di comprendere se una zona sia più o meno sicura, un utile strumento per chi risiede ma anche per chi viaggia per turismo e vuole evitare zone ad alto rischio.  Se, allora, il quartiere di Bedforview può essere considerato “tranquillo”, diversamente si può affermare dei distretti centrali: per il distretto di Central Johannesburg si parla di ben 88 omicidi attinente all’anno 2017, numero che cresce a 91 nell’anno seguente, ovvero circa 8 morti al mese. Un dato che deve far riflettere tenendo conto di due elementi: si tiene in considerazione un solo distretto della metropoli sudafricana, il dato è in crescita dal 2011, quando gli omicidi, secondo le statistiche di CrimeStats, furono “solo” 39. Un incremento del circa 40% in soli 8 anni.
Una situazione che appare, dunque, limpidamente complessa e che non sembra sulla via del miglioramento, ma che anzi sembra ormai essere vissuta dai sudafricani come normale e che, al contrario, «non dovrebbero considerare tutto ciò come normale. Non può essere normale essere essere rapiti, derubati e uccisi ogni giorno», usando le parole del ministro sopra citato.

La voce dei giovani, l’arma della parola

È all’interno di quest’ardua cornice socio-economica che i giovani sudafricani crescono, tra criminalità e povertà; ma è anche anche in questo humus che prendono vita nuovi movimenti, formati in grande maggioranza da giovani volenterosi che desiderano e cercano di creare un futuro migliore, un futuro alternativo. Sono ragazzi e ragazze di diversa estrazione sociale, alcuni hanno alle spalle un’istruzione superiore se non universitaria, altri invece alternano il lavoro allo studio individuale, fatto di letture consigliate da coetanei conosciuti a conferenze, incontri, workshops, proposti dalle associazioni che lavorano nella città di Johannesburg (e non solo).
Ed è attraverso la parola, scritta, declamata, cantata, che questi ragazzi esprimono le difficoltà in mezzo alle quali vivono; un movimento underground che si ritrova calorosamente nei caffè, bar, locali della metropoli sudafricana, dove grazie a un microfono e un palco (piccolo o grande, poco importa) diventano protagonisti: chi parla di una città nella quale nulla cresce se non i grattacieli (che sembra un richiamo al poeta spagnolo, Federico Garcia Lorca), chi dei politici corrotti, chi del sesso, chi della violenza entro le quattro mura di casa. Un movimento che si mette in gioco, che vuole essere ascoltato e che merita di essere raccontato.

Nato a Trieste l'8 settembre 1995. Innamorato della poesia, affascinato dal nuovo. La curiosità lo ha spinto verso il mondo del giornalismo, il sogno nel cassetto: diventare un freelance alla ricerca di storie in giro per il mondo. Nel 2017 ha partecipato all'AKLF (Apeejay Kolkata Literary Festival) a Calcutta e al WNSFest (Word N Sound Festival) a Johannesburg.

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