La peste dell’odio in rete cantata da Vinicio Capossela

I temi del brano, la critica al web, la collaborazione con Young Signorino

Tra le novità di questo decennio musicale appena cominciato, c’è un duetto tanto interessante quanto atipico, quello che vede l’accoppiata Vinicio Capossela/Young Signorino, due personalità artistiche che sembrano non avere nulla in comune, se non un grado piuttosto alto di stravaganza. Lo sciamanico cantastorie di origini irpine ha scelto uno dei personaggi più chiacchierati della scena musicale italiana per il featuring di uno dei brani del suo ultimo album, Ballate per uomini e bestie, uscito a maggio 2019.

L’incontro tra due mondi così diversi ma ugualmente impattanti dà luogo a un risultato stupefacente e ultra-contemporaneo. Il brano La Peste, che già nella sua versione originale dipinge la degenerazione di alcune pratiche legate a Internet e al mondo dei social, nel featuring con Signorino diventa +Peste e trova la veste perfetta per scagliare il suo messaggio con ancora più forza.

Il Testo

La peste di cui si parla nel brano è chiaramente la “malattia da social” da cui tutti, chi più chi meno, siamo affetti, l’odio dilagante che si espande nella rete come un virus inarrestabile. Alla luce di ciò, la scelta di un partner come Young Signorino, nato come controverso fenomeno del web, appare più che sensata.

Con incedere febbrile, il testo si dipana citando tutte le più note problematiche derivanti da un uso sbagliato del web, dalle fake news al porn revenge al cyber bullismo. Capossela racconta di un popolo schiavo del selfie, di un esercito di «disconnessi dal mondo e connessi nella rete», di un’epidemia che «non risparmia papi e reggenti, sovrani e presidenti». Non manca un riferimento a un fatto realmente accaduto, cioè alla tragica vicenda di Tiziana Cantone, vittima della gogna di Internet a causa della diffusione, non autorizzata, di video che la ritraevano in momenti di intimità.

E stai facendo il video brava, brava

Ti taggo e ti sputtano

Fino a che ti ammazzi

La Musica

I toni e i ritmi del brano sono volutamente ripetitivi, ossessivi e dissonanti, come a voler sottolineare il carattere morboso della questione. I sentori musicali sono quelli di una taranta rivisitata, antico genere popolare dell’Italia del Sud, che viene scelto tutt’altro che a caso. Nelle antiche credenze delle regioni meridionali, infatti, la taranta era una danza praticata da chi veniva morso dalla tarantola, il cui veleno si pensava fosse causa di malattie, convulsioni, dolore fisico e disagio psichico. Le sonorità del brano però fanno anche pensare agli incantatori di serpenti e richiamano quelle atmosfere di torbida magia, tipiche di questa tradizione orientale.

Il Video

Il video di +Peste ricalca il mood inquietante del brano: le figure dei due protagonisti sono in contrasto tra loro, appaiono alternativamente illuminate di luce rossa e blu. Vinicio Capossela indossa una maschera a becco, e anche questa scelta non è affatto casuale. Le maschere di questo tipo, infatti, venivano usate dai medici del ‘600 per proteggersi dalle epidemie di peste. Il becco veniva riempito di sostanze profumate che avevano lo scopo di tenere lontani i cattivi odori, all’epoca ritenuti causa scatenante delle epidemie. Al giorno d’oggi, invece, il “morbo del web” viaggia nell’etere e il suo mezzo di propagazione è lo schermo. Nel video appaiono schermi di tutti i tipi, televisori, computer, tablet, cellulari, che creano una certa ridondanza ma non lasciano spazio a equivoci.

Fotogramma del video ufficiale di +Peste

In definitiva, il brano è potente, il messaggio è forte e chissà che Young Signorino non esca, in un certo senso, nobilitato dall’affiancamento a uno dei cantautori più premiati e apprezzati di quest’epoca musicale, che in lui ha ravvisato un’autentica genialità. In un articolo pubblicato su Rockit, dichiara: «Gli ho consegnato il pezzo così che lo contagiasse aggiungendoci altra peste, la sua. Signorino è di una purezza disarmante. Un purissimo figlio di Satana».

E alla fine è proprio lui che ci svela l’antidoto alla peste dei tempi moderni. Proprio lui che, paradossalmente, ne è il prodotto.

Sociali senza social, questa è la cura.

Fotogramma del video ufficiale di +Peste

Fonti: Youtube, Rockit

Lavoro nel mondo della comunicazione e passo il resto del tempo tra sport, libri e concerti. Mi piace scrivere poesie, andare alla scoperta di luoghi e, in generale, guardare oltre la superficie delle cose. Su Cogito et Volo do spazio alle mie visioni e riflessioni.

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