Millihelen. Storia poetica di una nevrosi normale

Millihelen prende il nome da un’unità di misura fittizia. È un millesimo di Elena: la capacità di conquistare anche solo una persona tra mille. Così, Lorenzo Gafforini chiarisce al lettore il significato del titolo del suo breve romanzo. Più oltre lo illumina con un sottotitolo: Un incontro.

Copertina del libro

La storia

Il racconto si sviluppa secondo un procedere ‘ad astrazione’. Nei primi paragrafi, una prosa perfettamente conscia di sé ci conduce nei dettagli di un breve occasionale incontro amoroso. Di lì, la figura di una trascurabile amante che ‘non si può dire bella’, prende le forme di una Musa impossibile.

Helena -questo il nome della giovane protagonista dell’Incontro– scivola nella mente dell’io narrante come un’enigmatica ossessione. Un incontro che aveva mostrato i presupposti per essere secondario e, tutto sommato, rapidamente rimosso, diventa il fil rouge attorno cui si snodano le aspettative esistenziali del protagonista.

In realtà, a questo incontro non ne seguiranno altri e l’esile trama si continuerà a svolgere sulle tracce di un itinerario introspettivo che poco concede alla vita esteriore, se non il riferimento a qualche trasferta lavorativa e l’assidua frequentazione della biblioteca pubblica.

Le ossessioni

La vicenda vissuta dall’io narrante pare interrogarlo, più che su inevase aspettative sentimentali, sul senso profondo delle personali ossessioni. Non casuale l’intrecciarsi dell’eterna ricerca di Helena con l’impresa (impossibile) di tradurre un’opera teatrale tedesca, pressocché ignorata, senza conoscere la lingua. Lo sforzo di traduzione sembra rivelare di tanto in tanto, come brevi sprazzi di luce, come la temporanea apparizione di altre donne, traslate verità sul destino di Helena, in un gioco di specchi tra vicenda vissuta, memoria e desiderio di ‘definitezza’. Tuttavia, come si confà ad ogni ossessione, letteraria o amorosa che sia -e qui mi pare che le due si facciano coincidenti- al protagonista non saranno concessi lumi.

L’autore Lorenzo Gafforini presso la manifestazione Librixia (2023) di Brescia

L’impresa di traduzione si arena come si arena la ‘vicenda’ di Helena, per lasciar spazio all’ossessione di lei, al desiderio di qualcosa che sapremmo appena nominare per nome, se non per quel nome fittizio, Millihelen, che del nostro oggetto restituisce esclusivamente il potere d’attrazione.

Secondariamente, è parso alla scrivente che i fitti riferimenti eruditi, di cui il protagonista si serve deliberatamente anche nel corso del corteggiamento di Helena, stiano all’essenza del romanzo nella stessa misura in cui ‘funzionano’ nei preludi dell’incontro amoroso. Vale a dire: questi paiono funzionali a consegnare all’io narrante una serie di maschere, di anfratti di fuga, di sovrastrutture ove, a fare da padrone del pensiero, è altresì un enigma privo di forma, di nome, di disciplina.

Helena è descritta, nei primi e unici paragrafi del libro in cui la vediamo ‘realmente’, come una creatura niente affatto eccezionale, quanto piuttosto superficiale e vagamente inconclusa. Eppure, è proprio lei la Elena che potè far salpare le mille navi del mito.

Canzoniere contemporaneo

Sul piano della forma, la struttura del testo è geometricamente costruita come una sorta di canzoniere contemporaneo: due parti suddivise in cinquanta paragrafi ciascuna -Che questa imbastitura riveli già lo sforzo di contenimento impossibile della materia vaga che è l’evocazione letteraria? Nel passaggio dalla prima alla seconda parte, l’incedere prosaico si invola sempre più volentieri in movimenti poetici che appartengono sia allo stile che al contenuto. Il personaggio di Helena evapora dal piano evenemenziale per ripresentarsi su quello esistenziale. Rifratta in dettagli, vite di altri, riferimenti letterari, si offre al protagonista quale medium filosofico sul senso della mancanza, per il mezzo di uno stile letterario a tratti assimilabile allo stream of consciuosness.

Commento

In Millihelen Lorenzo Gafforini è riuscito a distillare la materia dell’oscuramente soggettivo dal procedere routinario delle nostre vite. In questo, egli mi pare racconti magnificamente la nevrosi normale che, più o meno consciamente, è di ognuno di noi.

Millihelen . Un incontro è un romanzo breve dello scrittore Lorenzo Gafforini Pubblicato dalla Casa Editrice Gattomerlino (2023)

Articolo di Isabella Capurso

Immagine di copertina Foto di Vitaly Gorbachev

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