Roberta Natalini, talento al servizio della musica

A tu per tu con la cantante udinese, studentessa al Berklee College of Music di Boston, in vista del suo nuovo singolo

Ciao Roberta! Ti va di presentarti ai nostri lettori?

Ciao amici e lettori di Cogito et Volo e grazie Laura per avermi invitata a parlare un po’ di me! Mi chiamo Roberta Natalini, quest’anno compirò 22 anni e vengo da Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine, dove vivo coi miei genitori e il mio cagnolino Ginger. Sono una ragazza con molti interessi ma ciò che mi contraddistingue di più è sempre stata la mia passione per la musica e il canto, tanto che dopo essermi diplomata al Liceo classico XXV Aprile di Portogruaro, nel 2018, ho deciso di volgere i miei studi universitari verso questa passione. Ora infatti sto studiando al Berklee College of Music di Boston per approfondire e affinare al meglio le mie abilità di musicista e cantante, visto che spero un giorno la musica possa diventare il mio lavor


Come ti sei avvicinata al mondo della musica?

Mi sono avvicinata al mondo della musica da bambina, appassionandomi alle colonne sonore della Disney: prima dei classici che adoro anche ora, poi man mano crescendo, ascoltando le canzoni di film e serie tv per ragazzi di Disney Channel quali High School Musical, Camp Rock, Hannah Montana. Ho cominciato le prime lezioni di canto e chitarra alla scuola di musica di Lignano quando ero alle medie; in seguito verso i 13/14 anni ho cominciato a prendere lezioni di canto con la mia insegnante e mentore Cheryl Porter.


Come descriveresti il tuo stile canoro in tre aggettivi?

Se dovessi descrivere ora il mio stile direi sicuramente pop, grintoso ma romantico, e riferendomi alle mie canzoni (perché, annuncio speciale, in primavera ascolterete il mio primo singolo) sicuramente autentico.


C’è qualche artista che ha influenzato il tuo stile musicale?
Certo, e non solo uno. La prevalenza è di artiste femminili, prima fra tutte Taylor Swift che adoro e stimo moltissimo, sia come songwriter, sia per le sue scelte e crescita artistica nel corso degli anni. Sicuramente poi la nostra Elisa, Avril Lavigne (soprattutto in adolescenza), Demi Lovato, Ed Sheeran ed ultimamente Tori Kelly e Halsey. Le mie radici, però, sono prevalentemente rock. Quando avevo 13 anni ho formato la mia band, i Paper Rose, che tra l’altro è ancora esistente benché ci siano stati cambi di componenti dalla prima formazione, con la quale mi sono avvicinata inizialmente a musica in prevalenza rock. Suonavamo i Guns’n’Roses, i Nirvana, i Led Zeppelin…bei tempi quelli!


Come vivi lo studio a distanza, ora che sei costretta a rimanere in Italia nonostante, lo ricordiamo, tu sia iscritta al Berklee College of Music negli USA?

Lo studio a distanza lo vivo ovviamente con un mood anni luce diverso da quello che avevo quando studiavo in persona a Boston, non esiste discussione. Lo prendo per quello che è, penso sia un po’ una questione di entrare nell’ottica che le cose in questo momento storico, volente o nolente, sono così e sono così per tutti. Sfortunatamente questa situazione ha svantaggiato al 1000% i giovani che come me hanno molti progetti e hanno bisogno del confronto diretto con dei pari, soprattutto quando si parla di qualcosa come la musica. La scuola sta gestendo la questione didattica online al meglio del suo potenziale. Sto imparando e studiando molto, però ovviamente ciò non è paragonabile all’esperienza di essere lì e vivere l’energia che si respira tra i corridoi di una scuola fantastica come Berklee, piena di ragazzi talentuosi che vengono da tutto il mondo. Questa scuola è indubbiamente stata l’esperienza più forte e importante della mia vita e ne sono immensamente grata. Tra l’altro lì ho conosciuto persone preziose che ora sono tra i miei migliori amici e con i quali ho creato un rapporto speciale che sto coltivando nonostante le grandi distanze che ci separano. Spero di riuscire a tornare presto a Boston per concludere di persona il mio ultimo anno. 


Come descriveresti il tuo rapporto con Cheryl Porter, la famosa e frizzante vocal coach che spopola su YouTube?

Il mio rapporto con Cheryl è molto speciale. Io e lei ci siamo conosciute ad uno dei miei primi concorsi di canto al quale lei faceva da giuria. Ovviamente non vinsi, ero molto piccola, inesperta e dovevo ancora iniziare davvero a studiare. Mi ricordo che mi si avvicinò e mi disse «Baby, devi continuare a studiare perché spacchi!». Rimasi di stucco, ero molto fiera ed emozionata per quello che la signora Cheryl mi aveva detto. Anche se ero molto piccola capii che, anche se magari avevo le possibilità per fare qualcosa, mi serviva avere le abilità che mi mancavano e che avrei acquisito solo dedicandomi e studiando. Era una cosa che mi aveva colpita e alla quale tenevo molto, perciò pregai i miei genitori di poter cominciare a prendere lezioni di canto con lei, che si trovava a Vicenza, dove abitava con suo marito Guido. Mia madre dunque cominciò a portarmi da lei le domeniche per fare lezione, più o meno due volte al mese per un bel po’ di tempo. Tempo durante il quale con Cheryl si creò non solo un rapporto bellissimo tra maestra e allieva, ma crescendo anche una forte amicizia.

Negli anni è sicuramente diventata il mio punto fermo e la mia guida per qualsiasi cosa facessi con la musica. C’è sempre stata anche nei momenti fino ad ora più importanti, come quando io e la mia band nel 2016 partecipammo al Festival Show, arrivando ad esibirci fino all’Arena di Verona. O come l’anno dopo, quando aprimmo il concerto di Francesco Gabbani all’Arena Alpe Adria di Lignano. Oltre che maestra di canto è anche una maestra di vita e una persona fantastica piena d’amore e rispetto per tutti, come possono confermare tutte le persone che hanno avuto modo di conoscerla. Ora lei è tornata con suo marito a Chicago, la sua città natale, dove sta lavorando tantissimo ai suoi nuovi e importanti progetti. Sfortunatamente, vista la situazione e la distanza, è da un anno che non ci vediamo, ma ci sentiamo sempre e spero di rivederla presto.


Che consigli daresti a qualcuno che vuole avvicinarsi al mondo del canto?

C’è chi si avvicina al canto e alla musica solo come hobby, e chi invece magari vorrebbe renderlo una scelta più seria per una carriera; in ambedue i casi penso sia molto importante studiare. La voce è uno strumento a tutti gli effetti e come tutti gli strumenti e le cose in generale ha una sua tecnica. Molto spesso purtroppo questo lo si dimentica, perché essendo un’espressione artistica molto istintiva (sicuramente la più istintiva tra gli strumenti musicali) e accessibile a tutti la si prende sotto gamba. Invece, è molto importante imparare a gestire e migliorare le proprie abilità attraverso la pratica e lo studio, anche per evitare infortuni, visto che nel canto è il cantante lo strumento stesso. Il principio è uguale a quello della figura dell’atleta: per vincere le gare bisogna allenarsi e prendersi cura del proprio corpo.

Mi piace molto una frase che dice «l’impegno vince sul talento se il talento non si impegna», perché la trovo una cosa totalmente vera. Poi ovviamente, oltre alla tecnica, per cantare ci vuole cuore! Il segreto più grande è emozionarsi per sapere emozionare. Qual è il compito della musica se non quello di essere un’entità che ha il potere di amplificare le nostre emozioni e renderle ancor più speciali?

Ringraziamo Roberta per l’intervista! Chi desiderasse seguirla sui social può trovare qui il suo profilo Instagram.

avatar

Una volta mi piaceva pensare a sei cose impossibili prima di fare colazione, adesso prima prendo un caffè. Con tanto zucchero.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.