Fake News dei PTN è meno fake del previsto

Fake News PTN

È andata bene perchè poteva andare molto peggio. Fake News si conferma un racconto giocoso e accurato della contemporaneità, con un sound leggermente diverso dal solito.

“A ventisette puoi morire oppure diventare un po’ più pop”, lo dice Dentista Croazia, il secondo singolo estivo dei Pinguini Tattici Nucleari, che anticipava il sesto album in studio, Fake News, disponibile dal 2 dicembre, il quale conferma questo pop-proposito. Dopotutto già dalla primavera scorsa, quando il frontman Riccardo Zanotti aveva parlato sui social di un nuovo album in lavorazione dalle tinte più elettronico/sperimentali che acustiche, il brusio su come la band bergamasca si stesse allontanando dal proprio nucleo originale non si era mai spento, almeno tra i fan della prima ora. Fake News, con le sue 14 tracce, si trova così ad essere un banco di prova e uno spartiacque, per un gruppo che oltre a quello del pop deve ad affrontare un problema ben più pressante: la popolarità.

La tracklist completa di Fake News pubblicato sul profilo Instagram dei PTN

E di popolarità se ne parla, eccome, in Fake News, tanto che nonostante il titolo – ideato dalla band di fronte al circolare della alla falsa notizia del loro scioglimento l’estate scorsa – è stato definito l’album più sincero di tutti. Si parla di successo e di Sold Out a San Siro con strofe inserite all’ultimo momento, ma anche di amore, di storie di vita e di contemporaneità. Questo con la maturità di un progetto artistico che è arrivato a esibirsi tra i Big di Sanremo, che piace a grandi e piccini e che è sotto contratto con la Sony Records. Un po’ meno “Irene questa sera la faccia te la strapperei via” e un po’ più “Giovani Wannabe”. Ci troviamo di fronte ai nuovi PTN, e non sono nemmeno così male.

Cambia il beat, non cambia (fortunatamente) la scrittura

Scordatevi le intro strumentali e chilometriche di Antartide o della più recente Pastello Bianco, scordatevi i suoni soffici e ovattati, qualche eccezione a parte, Fake News non è nulla di tutto questo, la musica è cambiata. Per i primi secondi dei brani a questo giro troviamo spezzoni parlati, provenienti dallo studio di registrazione o rubati a lingue straniere, come accade in Meltin Pop e Fede, mentre uno spazio solo strumentale si trova più spesso al termine del brano, come nell’apprezzatissima Zen.

Ad ogni modo, la vera novità di Fake News è la potenza dei suoni proposti, quasi accanita, e la modalità con cui il beat in sottofondo viene realizzato. Non che in una band di 6 componenti di cui 1 cantante e 5 musicisti gli strumenti musicali possano passare del tutto in secondo piano ma la scelta dell’esperimento elettronico è stata rispettata e, accanto a chitarra e batteria (quest’ultima molto più incisiva del solito), c’è quasi sempre la distorsione del sintetizzatore a fare da guardia o a ripulire il suono. Ne abbiamo assaggiato già gli effetti in Ricordi e Giovani Wannabe e ora possiamo farlo ascoltando la pungente Fede, che si interroga sul senso del credere in qualcosa senza avere dubbi e nella super-kitsch Meltin Pop, che inizia in tedesco e racconta Milano come calderone culturale, addirittura con qualche arpeggio di sitar a detta loro.

Il video ufficiale di Meltin Pop

Cambia quindi la sonorità, ma la maniera di raccontare la vita e contemporaneità esce sempre dalla solita penna del gruppo di Millennials a cui siamo tanto affezionati. I PTN continuano ad essere degli ottimi comunicatori perché danno una forma melodica a situazioni di vita quotidiana che condividono con il loro pubblico. Un buon motivo per i fan più antichi di non disperarsi di fronte a questo disco, peraltro.

Non mancano i giochi di parole come cifra essenziale nella scrittura. In Cena di Classe, una canzone-storia sulle tragicomiche rimpatriate del liceo ci viene prima presentato un personaggio che per ribellarsi al padre invece di diventare notaio è diventato NO-TAV, per poi farci notare come queste occasioni si trasformino spesso tristemente in cene di classe-sociale. Onnipresente è anche il citazionismo alla cultura pop, talvolta musicale e di nicchia: Barfly, per esempio è un locale londinese dove si esibivano Coldplay e U2 alle prime armi.

Sarà che dentro al cuore mi aspetto ancora qualcosa

Tipo una happy family in riva al lago degli Ozarks

Vorrei tornare indietro e cantare i pezzi dei Prozac+

O che la trap evolva e diventi meno noiosa (Eh)

(…)

Perché il successo è come una cripta / Dormi bene che è già finita

Un po’ come Fifa che è scritta / Perdi sempre tu la partita

Dal testo di Non Sono Cool

In Non Sono Cool – probabilmente il pezzo più interessante dell’album con la sua ispirazione rock e la scrittura senza peli sulla lingua – le lyrics e la chitarra elettrica si danno alla pazza gioia. Viene prima citata la serie Netflix Ozark mettendola in rima con con Prozac e rimpiangendo di non aver cantato i pezzi dell’omonima band. Certo, sarebbe tutto meglio se la Trap fosse diventata meno noiosa. Più avanti nel testo un trattamento ancora meno delicato viene riservato allo showbiz italiano, paragonato all’Ancien Regime con un motore a reazione fatto di leccate in posti che non vi stiamo a dire.

Per le leggere, ma esilaranti, provocazioni politiche scelgono invece di affidarsi a metafore del regno animale, così in Fede viene recitata la geniale:

Il partito dei mammut aveva fede nell’identità di specie

Ed ora sono elefanti

Tratto dal testo di Fede

Il successo è come una cripta

Ragazzi della porta accanto sempre e comunque, i Pinguini Tattici Nucleari hanno qualcosa in più di un semplice nato negli anni ’90 che si trova a fare il malinconico sull’ultima volta che ha scaricato una canzone da E-mule (sì, L’Ultima Volta è una canzone e FA PIANGERE), hanno fatto successo e ora devono gestirlo. Quantomeno dai loro testi sembra che con il tentativo di non scontentare nessuno e di non esaurirsi se la stiano cavando. Ci raccontano di goccine per non sbagliare troppo ai live, ma anche della fiducia immensa che si ha nel pubblico mentre si fa Stage-Diving.

La data estiva allo stadio di San Siro (Milano) è andata sold out in meno di 12 ore.

Sul passaggio dall’indie alla musica pop-commerciale si prendono in giro da soli, forse anche più del dovuto, ma d’altronde lo stesso Spotify quest’anno ha smesso di chiamare l’indie solo indie e l’ha categorizzato come indie-pop. Se è andata così, loro hanno contribuito al risultato. Che tutti ascoltino la musica amiamo dovrebbe essere un sogno non una causa di sconforto. Certo, c’è un prezzo da pagare, meno libertà, più voglia di omologarsi a quello che già funziona sul mercato e prendersi tutto quello che la vita ha da dare. Alla soglia dei 30 anni ha perfettamente senso e la disillusione che nulla si ottiene senza scendere a compromessi si sente tutta. È evocativa sulla questione l’ultima strofa di Non Sono Cool, aggiunta all’ultimo minuto dopo il soldout inaspettato a San Siro: “Vendono l’anima un po’ tipo Faust / Ma San Pietro non apre a un San Siro soldout”, che è stata spiegata come un’invettiva verso tutti i musicisti che considerano il successo come il paradiso, ma suona un po’ come un’ammissione.

Per concludere, Fake News è andato bene perché poteva andare molto peggio. I due singoli estivi molto elettronici potevano essere il preludio di un completo stravolgimento dello stile pinguinesco, fatto di netto e senza guardarsi indietro, invece si sono tenuti fedeli al proposito di sperimentare senza perdere quella loro aura da menestrelli a corte. Dentro Fake News ce ne è per tutti i gusti.

Guida all’ascolto

Per i nostalgici dei ‘Pinguini di una volta’:

  • Zen
  • Hold on
  • Barfly
  • Cena di Classe
  • Dentista Croazia

Per i più avventurosi:

  • Meltin Pop
  • Fede
  • Non Sono Cool
  • Ricordi
  • Giovani Wannabe
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Studentessa di Giurisprudenza che mangia Pop Culture a colazione e ve la racconta nel tempo libero. Trovo sempre il pelo nell'uovo ma non per questo disprezzo la frittata. Metà ironica, metà malinconica. Da grande voglio fare la Mara Maionchi. (@jadesjumbo)

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