Requiem per i cessi scolastici

Tra i luoghi che più hanno subito la pandemia, ci sono i bagni di scuola, culla di ricordi degli anni più belli o più brutti della vita: quelli del liceo.

Il team di Cogito et Volo ha scelto di dedicare il mese di agosto ad un tema speciale: il futuro post-Covid e soprattutto quei “luoghi” – fisici e non – che la pandemia rischia di rendere disabitati. È il nostro modo per ripartire: radicati nel passato, la mente fissa sul presente e lo sguardo rivolto al futuro. Per leggere tutti gli articoli dello speciale clicca qui.

Durante l’anno scolastico, nell’ambiente dove passi sei ore al giorno, qual è il luogo del quale gli studenti fanno un utilizzo totalmente improprio? No, ovviamente non sono le aule. In quelle scatolette riescono a far entrare una media di venticinque alunni con tanto di un banco a testa, un professore con la cattedra e se avanza qualche centimetro persino un bell’armadietto di cui nessuno ovviamente usufruirà.

No, non sono i corridoi. Quei lunghissimi disimpegni (nei quali per passare devi essere una specie di vip per far aprire automaticamente un varco nel gregge durante la ricreazione) sono comunque sempre controllati dalle forze dell’ordine, con un grembiule blu come divisa e una scopa o un cencio al posto della pistola.

Sto parlando di un luogo più appartato, che se supera le sei persone al suo interno, diventa imbarazzante per tutti.

Un posto calmo, silenzioso.

Un posto magico, dove si concretizza la famosa espressione “Sesso, droga e rock’n’roll”.

I bagni.

Non esiste un bagno che non sia mai stato sfiorato da un pennarello indelebile. Foto a cura di Timbo.

Ebbene sì, tra i luoghi che più stanno accusando della pandemia, ci sono i bagni di scuola. Nella vita di ogni studente ricoprono un ruolo estremamente importante, per ogni situazione. Non ci pensiamo mai, ma sono una culla di ricordi degli anni più belli o più brutti della vita, gli anni del liceo appunto.

Che tu vada a un classico, o uno scientifico, a un tecnico, alberghiero o artistico, i bagni ci sono sempre: con o senza porte, con o senza carta igienica, con o senza finestra, con o senza tavoletta, con o senza il foglio scocciato all’ingresso con su scritto “Guasto”. Puliti, intasati, puzzolenti, nuovi o rotti, sono ottimi alleati per la sopravvivenza nell’istituto.

Quante volte usiamo «Prof posso andare in bagno?» per evitare interrogazioni e consegne varie? O semplicemente perché la vista del professore ci turba l’anima e dunque quello è l’unico modo per uscire dall’aula che puzza di ormoni impazziti al gorgonzola.

Prendi un brutto voto e corri in bagno a piangere, cercando nella buca del water il coraggio per mandare un messaggino alla mamma con la coda tra le gambe e le orecchie abbassate. Prendi un bel voto? Corri comunque in bagno a piangere perché hai letto “nove” quando invece il foglio è al contrario e hai preso l’ennesimo “sei”. L’adrenalina e l’euforia del momento si trasformano in depressione.

Il prof ti restituisce il compito, controlli che sia girato dalla parte giusta e il voto è comunque buono? Indubbiamente corri in bagno per chiamare la mamma e sentirti dire «Bene, hai fatto il tuo».

Foto a cura di Michal Jarmoluk.

Ora, tralasciando situazioni comunque inerenti alla scuola, il bagno ha assistito a molti altri bizzarri episodi.

Non esiste bagno che non sia stato contaminato dalle fan di Harry Potter, o che in generale non sia mai stato sfiorato da un pennarello indelebile.

In ogni bagno trovi dichiarazioni a cuore aperto d’amore o di odio, trovi i ricordi dei galeotti ex-alunni, rappresentanti d’istituto storici; citazioni di film o di canzoni, loghi di band, disegnini e frasi imbarazzanti sui prof.

Il fatto che i bagni puzzino dannatamente di fumo, odore di sigaretta mischiato a quello di urina che ha impregnato la ceramica dei vasi e delle piastrelle rende quel posto ancora più unico e speciale.

Qui ho ascoltato la musica durante un sacco di lezioni inutili, seduta nell’angolino col cappello di lana e il cappuccio della felpa tirato su. Nel frattempo due ragazzi (credo di quinta) si erano dati appuntamento a metà della quarta ora per rubarsi un bacio.

Storie d’amore adolescenziale iniziate, altre terminate, pianti disperati per friendzone, sentimenti non ricambiati e litigate o discussioni clamorose con tanto di amiche e bidelle a consolare. Mal di pancia per ansia e stress, mancanza di aria o mancamenti che precedevano un giro in infermeria.

Senza gli studenti quei luoghi senza principio e senza fine sono stati abbandonati a se stessi. Foto a cura di Bru-no.

Laboratori artistici: mani sporche di mille colori che pian piano si seccavano mentre vagavi per tutta la scuola alla ricerca del sapone perduto e, se era il tuo giorno fortunato, magari anche un pezzo di scottex. Senza noi studenti, a causa della chiusura delle scuole per una pandemia da contrastare, quei luoghi senza principio e senza fine sono stati abbandonati a sé stessi, dimenticati da chi nemmeno si era mai accorto della loro notevole importanza nella vita. Un “anda e rianda” di persone, storie, emozioni totalmente diverse tra loro e situazioni inimmaginabili, all’oscuro di tutto e di tutti. Ognuno, nessuno escluso, ha lasciato nei bagni di scuola un pezzo della sua storia, in quei luoghi fatti diari, custodi di mille segreti.

Articolo a cura di Caterina Cocci. Immagine di copertina tratta da Pixabay.

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