Birds of Prey

Il girl power ai tempi di Harley Quinn

Tempo fa, tutti i ragazzini e le ragazzine di questo mondo, volevano essere Superman, Batman o Wonder Woman. Ora, sempre più giovani preferiscono i cosiddetti anti-eroi: una manica di gente scorretta, scontrosa e davvero troppo simpatica per essere reale; grazie anche alla tendenza sempre più dilagante di dare voce ai villains, di mostrare che loro non sono nati cattivi, che hanno un cuore, per quanto nero e raggrinzito possa essere. Così ecco che tutti, si commuovono per la struggente storia di Malefica, che il Joker non è altro se non un poveretto che la società non ha aiutato e che Loki è il fratello incompreso, vissuto nell’ombra del futuro dio del tuono. E forse è proprio per questo che simili personaggi hanno fortuna, perché hanno più sfaccettature degli eroi – più zone d’ombra – in qualche modo ci appaiono più reali, più umani. Così, la Suicide Squad ci sembra un breakfast club letale e dal linguaggio scurrile che sotto sotto non è altro che un branco di emarginati che vorrebbe realizzare i propri sogni, per quanto alcuni possano essere folli.

E a proposito di follie, il personaggio meglio riuscito e ben caratterizzato della Suicide Squad – Harley Quinn – arriva il 6 febbraio nelle sale italiane con uno stand alone a dir poco scoppiettante e con quel non so ché che solo un film politicamente scorretto può darti. Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è l’ottavo film del DC Extended Universe ed è il secondo a essere diretto da una donna – Cathy Yan – dopo lo struggente Wonder Woman di Patty Jenkins.

Ma se quest’ultimo era un film di un’eroina d’eccezione – la prima della DC Comics – il nuovo film della talentuosa regista cinese vede al centro di tutto un personaggio poco meno raccomandabile della bella amazzone dalla lunga chioma nera.

Immagine tratta dal film Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn

In Suicide Squad avevamo lasciato la mitica Harley Quinn tra le braccia di un Joker innamorato, convinti che quella storia d’amore tanto cara e inquietante sarebbe durata in eterno. Niente di più sbagliato. In Birds of Prey ritroviamo la nostra villain preferita alle prese con la fine della propria relazione. Gli addii – si sa – fanno male e perfino una ex psichiatra come Harleen Quinzel deve fare i conti con il dolore per la separazione. Ma sarà la sua mente folle, sarà che “vivi e lascia vivere” è meglio dello starsene a casa a rimpinzarsi di schifezze e a piangere per un uomo che non ti vuole più, Harley Quinn si rimette in piedi più in forma che mai, salvo scoprire che tutti i nemici che si è fatta nel corso degli anni – ora che lei e Mr. J si sono lasciati – non vedono l’ora di ucciderla e di fargliela pagare per tutti i torti subiti. Più di tutti, a volerla morta è un certo Roman Sionis – alias Black Mask, un tipo davvero sinistro ed egocentrico che ha il volto di Ewan McGregor – signore del crimine di Gotham che mira a espandersi grazie all’aiuto di un diamante dal valore inestimabile. E già qui, a livello di storia si ha tanta carne al fuoco. Ma la DC osa e mette in campo altre quattro giocatrici, le cui vite si intrecceranno irreparabilmente a quella di Harley, visto che tutte loro sono ormai nel mirino del sadico Black Mask.

Cosa fare? Una pazza, una giovane ladra, una cantante, una detective e una tipa con gravi problemi di gestione della rabbia. Sembra l’inizio di una barzelletta di cattivo gusto. Oppure, è il nuovo gruppo tutto al femminile di badass che sono stanche di dipendere dagli altri – da uomini che le sminuiscono e le fanno sentire sbagliate – e che in questa strana e inaspettata sorellanza trovano dei punti in comune e una motivazione nuova per rialzarsi e far sentire la propria voce.

Immagine tratta dal film Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn

«Sapete chi è Harley Quinn? Un Arlecchino. Il ruolo dell’Arlecchino è il servitore, non è nessuno senza un padrone e a nessuno frega una merda secca di chi siamo, oltre a questo.» Afferma Harley, ancora provata dalla separazione col suo amato. E in qualche modo – all’inizio di questa storia – tutte e cinque i personaggi sono degli Arlecchini, quelle figure vispe e troppo sveglie relegate in sottofondo, a fare da contorno ai veri protagonisti. Lo era Harley per Joker, la detective Renee Montoya per un dipartimento di polizia che non la calcola minimamente, lo era Black Canary per Black Mask, Cacciatrice per un passato in cui non è stata capace di proteggere chi amava, e lo era perfino Cassandra Cain, la piccola ladra sballottata da una famiglia all’altra. Messe da sole, sono personaggi che faticano a emergere, ma insieme – come gruppo – decidono di prendere a calci una società che le vuole sottomesse agli uomini. Così, in un caleidoscopio di colori e battute irriverenti, ad Harley Quinn e la sua crew tutta al femminile non rimane altro che conquistare quello che vogliono, senza chiedere il permesso a nessuno.

Sempre accompagnati dalla voice over della spumeggiante protagonista – che riprende la rottura della quarta parete tanto cara a Deadpool – Birds of Prey ci racconta una storia ben sopra le righe piena d’azione, a metà fra il cartone animato e la soap opera. Così a fine film, ci appare di aver letto un bel fumetto con una colonna sonora potente e una fotografia a dir poco eccezionale.

Ma la colonna portante del film non è la storia, né le scene d’azione o le battute ben piazzate. È lei e lei soltanto: Margot Robbie, attrice poliedrica e strepitosa che passa da ruoli drammatici come in C’era una volta a… Hollywood alla tosta Jane di The Legend of Tarzan, dalla pattinatrice Tonya alla bella ladra Jess di Focus – Niente è come sembra. Un’attrice che riesce a dare un’anima al più imprevedibile dei giullari e non si tira indietro davanti a nulla, sia che debba cercare con tutta se stessa di salvare la sua colazione, sia che debba prendersi cura del suo nuovo dolce cucciolo. Anche se quel cucciolo è una iena adulta di nome Bruce.

Immagine tratta dal film Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn
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Che dire di me? Amo leggere, inventare storie, e perdermi nella sala buia di un cinema. Adoro quel momento magico in cui le luci si spengono e il film si appresta a iniziare. Sono una ragazza cresciuta a pane, sogni e libri; e che puntualmente a fine giornata si ritrova con la mano sporca di inchiostro.

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