Eurovision Song Contest 2022: i nostri pronostici

Eurovision 2022

Pronti, partenza, via: l’Eurovision Song Contest 2022 di Torino ha ufficialmente avuto inizio e non possiamo esimerci dal rivelarvi chi siano i nostri favoriti, nonostante quest’anno scegliere per chi fare il tifo ci sia risultato particolarmente arduo.

Alcuni performer hanno davvero un talento pazzesco: voci destinate a rimanere nella memoria dell’Eurovision, precise e potenti, sfidano brani dai testi così profondi che definirli poetici sarebbe riduttivo. Insomma, selezionare è complicato, ma a noi le sfide difficili piacciono e ci piace, come sempre, dire anche la nostra.

Performer più o meno nostrani

I rehearsals – le prove – non sono stati clementi con l’Italia.

Eppur non si muove!: potremmo riassumere così le migliaia di commenti sotto ad ogni singola esibizione che, rimarcando una nostra presente e forse futura figuraccia, evidenziano il mancato funzionamento del sole meccanico il cui progetto tanto aveva affascinato gli spettatori dell’Eurovision. Motore inceppato o meno, è uno smacco non da poco.

Aggiungiamoci poi anche che Mahmood e Blanco alle prove erano non proprio intonati, per usare un benevole eufemismo, e la frittata sembra quasi fatta. Attenzione, però: i bookmakers ci danno ancora secondi. La canzone è un capolavoro già testato e i brividi, se l’esibizione sarà convincente come lo è stata per gli Italiani a Sanremo, dovrebbero essere assicurati anche all’estero.

Gli altri artisti nostrani in gara, Achille Lauro e Emma Muscat, per quanto visto durante le prove generali non ci sembrano destinati alla top 5. Il performer romano di Stripper è sul pezzo e mostra la sua consueta verve da artista dannato, ma il brano non è incisivo nella melodia e il testo è a tratti pure banal. La modella e cantautrice maltese, ex concorrente di Amici 17, si presenta invece con una coreografia un po’ prevedibile e la voce visibilmente affaticata forse dal troppo saltellare, rischiando forse addirittura di non qualificarsi. Peccato.


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Quali europei nella TOP 5?

Rosa Linn, rappresentante dell’Armenia, ha già superato la prova di fuoco della prima serata, gareggiando con Snap: un brano accusato un po’ ovunque di ricordare un po’ troppo i The Lumineers (ma davvero?), dal significato non scontato e con una coreografia che lascia senza dubbio il segno, più delle altre viste fino ad ora. Come per la Grecia, che amdremo ad analizzare, si tratta anche in questo caso si tratta di soft pop già sentito. La messa in scena, però, è talmente innovativa che qualsiasi dubbio di dejavu passa in secondo piano, con la complicità di un’intonazione perfetta. È un’altra concorrente che vedremmo bene in Top 5 ed è un’altra canzone che quest’estate potremmo sentire in ogni ristorante (ma non ci dispiacerebbe affatto, qualora accadesse… probabilmente canticchieremmo anche noi).

SloMo, señora’ y señore’, sarà quel tormentone spagnolo dell’estate che ogni anno fa ballare e sognare gli adolescenti e irrita i parenti anziani (e non solo, ma forse anche l’autrice è un po’ vecchia dentro). Chanel porta in scena uno stereotipo degli stereotipi, sicuramente già sentito, che ha la fortuna di essere terribilmente orecchiabile e di essere interpretato da un’ottima performer. Forse in top 5 ma, se vogliamo essere proprio sinceri, non ci speriamo tanto.

La Svezia quest’anno porta in gara un brano vocalmente interessante che riguarda la fine dolorsa di una relazione: un clichè anche questo, ma Cornelia Jakobs è elegante, decisa, graffiante e affascina non poco. Meriterebbe un quinto posto ma, per ora, non risulta tra le favorite. Con un’interpretazione perfetta potrebbe stupire.

La Svezia alle prove dell’Eurovision 2022

Andromache è la cantante di origine greca vissuta in Germania che Cipro ha scelto come rappresentate: il suo brano, Ela, è il frutto di una collaborazione tra compositori di fama internazionale, uniti dalla comprensibile volontà di togliere all’isola record di nazione con il più alto numero di partecipazioni al Festival con nessuna vittoria. Una melodia catchy, delicata, avvolgente. Noi già cantiamo Oh-ooh, oh-ooh-ooh / Έλα, έλα, έλα da qualche giorno, tanto per dire. Top 5? Perchè no. Anche perchè canta nella sua lingua che è, anche se è superfluo dirlo, soave come poche.

Stesso discorso per S10, che rappresenta l’Olanda con Die Depte: ci piacerebbe vederla in alto, perchè è convincente, perchè canta in olandese – e benissimo, e perchè si mostra sicura e fragile allo stesso tempo come nessun altro concorrente. Potrebbe essere penalizzata dall’eccessiva staticità sul palco mostrata in semifinale, ma il pezzo rimane in testa e non se ne va. Spiace dirlo, ma quest’anno le canzoni in inglese vanno per la maggiore e, per quanto il pubblico internazionale possa apprezzare una certo grado di omologazione linguistica in nome della più facile comprensibilità della pop music, anche preservare le peculiarità del proprio Paese rimane cosa buona e giusta.

Guardiamo verso la Grecia per esempio: Amanda Georgiadi Tenfjord è una ventata d’aria fresca che sa di pop vecchio stile, e ci piace, ma è qualcosa di già visto. La scenografia è interessante, ma manca ancora qualcosa. Se Die Together fosse stato in greco, probabilmente, non avremmo detto lo stesso: che sia un limite di chi ascolta o meno, sembra il classico brano pop americano che scala le classifiche di Spotify e ci rimane per un po’, fin quando non ne esce uno uguale ma più recente. Top 5 per i bookmakers, per noi sì ma con riserva.

Anche River di Ochman – rappresentante della Polonia è in inglese, e potremmo sembrare un disco rotto se dicessimo che, in lingua originale, avrebbe avuto forse più intensità. Nel brano greco l’accento dell’interprete si sente abbastanza, e questo forse le dona un po’ di autenticità; d’altra parte, Ochman è nato in Massachussets, e l’inglese gli risulta cucito addosso. Figlio d’arte, è un cantante lirico eccezionale e mostra una presenza scenica e una potenza interpretativa che non sfociano nella teatralità eccessiva e catturano animi e sguardi già dal primo ascolto. Top 3, e forse anche di più. Un unico appunto: tutta questa credibilità verrebbe un po’ meno se i fulmini e lo schermo tremolante venissero mantenuti anche nell’esibizione ufficiale.

La Polonia alle prove di Eurovision 2022

Sam Ryder canta nella sua lingua madre – l’inglese, che british humor! – ma sembra non venire affatto dall’Inghilterra: ci sembra incredibile che la nazione più sfortunata degli ultimi anni nella competizione canora, assidua frequentatrice degli ultimi posti, possa averci deliziato di un talento del genere. SPACE MAN è un masterpiece meraviglioso: il TikToker britannico da milioni di followers non sbaglia una nota ed è espressivo e genuino. Un po’ Elton John, un po’ Freddie Mercury (qui lo potete sentire in I Want To Break Free, se siete curiosi), difficilmente riusciremo a dimenticarlo. Anche perchè, se raggiungesse il meritatissimo primo posto – cosa che gli auguriamo di tutto cuore – diventerebbe un eroe nazionale.

Difficile togliersi dalla testa anche In Corpore Sano, di Konstrakta: la Serbia punta sulla poesia, sulle rivendicazioni sociali e sul talento interpretativo al servizio del messaggio, più che sulla potenza vocale. Vi consigliamo di leggere la traduzione del testo già durante il primo ascolto: è un inno alla protezione della salute mentale, ben più importante dell’apparenza fisica, di cui le autorità sembrano lavarsi le mani, così come la performer fa, con la criticata bacinella, sul palco di ESC.

Top 3 per ciò che trasmette e per come lo trasmette. Nudo e crudo, ma con arte.

La Serbia alle prove di Eurovision 2022

Sulla Moldavia, prima della semifinale, non avrebbe scommesso praticamente nessuno. Zdob Si Zdub & Fratii Advahov con Trenuletul hanno tuttavia saputo non solo ribaltare il risultato evitando l’eliminazione, ma hanno anche raccolto così tanti apprezzamenti da diventare virali su Twitter e su TikTok con una canzone che Malgioglio odia già – e che forse meriterebbe un ascolto anche solo per questo. Vedere commenti elettrizzati dalla Romania che inneggiano alla fratellanza con i vicini di casa non può che rendere tutti più felici: l’atmosfera sul palco in semifinale era giocosa, ordinatamente caotica e faceva venire voglia di alzarsi in piedi e battere le mani anche ai più assidui fan del divano.

Forse non sarà in Top 5, ma ha già vinto il premio di vincitore morale.

La questione dell’Ucraina

Veniamo ora, in conclusione, al brano più controverso di ESC 2022: Stefania. L’anno scorso avevamo letteralmente adorato Shum dei Go_A e speravamo in una top 3 dell’Ucraina: era una modernizzazione della canzone popolare dell’Ucraina che ci aveva sorpresi non poco e che aveva raccolto i consensi del vasto pubblico di Eurovision Song Contest. I Kalush Orchestra portano lo stesso concept, gli stessi strumenti e anche – in parte – gli stessi artisti. Il leader del gruppo ha dichiarato che “Con la guerra è diventata una canzone per tutte le madri che proteggono i loro figli”, e queste parole regalano al brano un vigore evocativo che, se il conflitto Russo-Ucraino non ci fosse, forse nemmeno riusciremmo a cogliere. Folk, hip hop e rap si fondono in un canto che sa di sofferenza universale: la mise di ogni membro della band fa spiccare il nero, simbolo di morte, ma anche di vita, e il rosso, tipicamente associato a amore e dolore. Per il momento storico che stiamo vivendo, sarà inevitabile un posto sul podio, forse il primo: forse più una vittoria simbolica che altro, ma ESC non ha mai rifiutato di schierarsi.

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Una volta mi piaceva pensare a sei cose impossibili prima di fare colazione, adesso prima prendo un caffè. Con tanto zucchero.

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