Daniela Pes è il debutto del 2023 che stavate aspettando

La cantautrice e compositrice gallurese ha da poco esordito con “Spira”, un album che spazia dalla musica elettronica ai canti tradizionali sardi. E soprattutto un album che vi cambierà la vita

Era dai tempi di Merce Funebre (2020) di Tutti Fenomeni che non mi imbattevo in un esordio così potente. In un disco in grado di ossessionarmi dopo il primo ascolto. E a ritenere straordinario questo esordio non sono solo io: è di questi giorni la notizia che Daniela Pes con il suo album Spira è nella cinquina finalista per il miglior album d’esordio al Premio Tenco.

Il brano perfetto da ascoltare leggendo questo articolo 😉

Il primo esordio

Spira è l’opera prima di Daniela Pes, cantautrice e compositrice di musica elettornica, classe 1992. Nasce in Sardegna, nella regione della Gallura, a nord dell’isola. Cosa che potrebbe essere un dettaglio insignificante se nella sua musica non fosse così importante la provenienza e la nascita di questa voce. Una prima, già fulminante, apparizione Pes la fa nell’edizione di Musicultura del 2018, il Festival della canzone popolare e d’autore, dove debutta con Ca milla da dì, portando in musica le poesie di Don Gavino Pes.

Daniela Pes prende le parole di un poeta gallurese e ci aggiunge altra musica, altri suoni, che spaziano dalla chitarra all’elettronico, dando un nuovo ritmo e una nuova musicalità a parole vetuste; dando vita a una vibrante connessione di lingua antica e contemporanea, di dialetto e parole moderne. Ecco, Spira prende questi elementi e li rilancia, con una potenza che colpisce dritti allo stomaco e annubila i pensieri.

Spira: un microcosmo tra lingua e immagine

Spira è un gioiello piccolo e inestimabile: solo sette brani per catapultarti in un vortice di 38 minuti tra sonorità arcaiche e ancestrali, ma anche futuristiche e all’avanguardia. Daniela Pes nei suoi pezzi gioca con le lingue: l’antica lingua sarda e gallurese si mescola a una lingua inventata, fatta di suoni e assonanze, di vocalizzi e suoni tronchi e gutturali. Non sono in grado di trovare un significato alle sue canzoni, ma forse nemmeno importa: è un linguaggio che arriva direttamente al corpo e alla testa, che cresce e rimbomba nella pancia, irradiandosi nelle mani e nei piedi.

C’è qualcosa di incredibilmente struggente e malinconico in Carme, così come Làira riesce a essere energizzante, vitale. Vi ricordate quegli sfondi dei vecchi pc Windows che quando trasmettevano musica mostravano nella schermata onde, irraggiamenti, line, arabeschi, colori? Ecco, ascoltare Spira ha il genuino potere di scaraventarti in un mondo onirico fatto di forme e di colori, di elementi e di profumi, di sussurri e di pelle d’oca, come quando un vento avvolgente ti sorprende in riva al mare.

I tipi di Ondarock dicono che: «Spira è il disco di debutto di un’artista d’invidiabile talento, temeraria nel mostrarlo in una modalità inusuale e per questo ancor più lodevole: tradizione, avanguardia e ricerca, non solo linguistico-espressiva, combinate con costrutto, senza apparenti segni di fragilità o di scelte casuali, tutti ingredienti che contraddistinguono in pieno Daniela Pes, una ragazza tremendamente giovane con idee chiarissime e visionarie, regalate al prossimo all’interno di una delle proposte più sorprendenti emerse in questa prima parte di 2023, non solo nel panorama italiano».

Spira è un disco fatto di armonie e suggestioni. Daniela Pes ci apre a un mondo nuovo, a una ricerca di stile e di senso che passa dall’antico al moderno, dal suono alla melodia, dalla lingua all’immagine. Daniela Pes riesce magistralmente a dare vita a una sintesi di cantautorato, musica elettronica e canto tradizionale.

Un produttore di un certo rilievo

Non mancano influenze di nomi più conosciuti. Spira è infatti è il secondo album prodotto da Tanca Records, l’etichetta discografica fondata e diretta da Jacopo Incani, in arte IOSONOUNCANE, che oltre ad aver prodotto il disco, ha collaborato con Pes alla scrittura dei brani. E infatti, non è difficile trovare in Spira alcuni suoni emblematici del cantautore, come quel riconoscibilissimo scampanellio di Novembre o le cupe sonorità di Ira, che segna la completa dedizione alla musica elettronica di IOSONOUNCANE (il quale, attenzione, ha appena rilasciato un nuovo album insieme a Paolo Angeli, Jalitha).

E infine, sarà perché trovo un po’ di Battiato in tutto o cerco Battiato in ogni cosa, non posso non pensare ai brani più sperimentali del primo Battiato, quello di Fetus ma soprattutto di Sulle corde di Aries, che nel 1973 tentò di portare in Italia una musica elettronica, psichedelica, avanguardista.

Al di là di questo, spero sentiremo parlare a lungo di Daniela Pes, perché con lei è appena iniziata una nuova storia. E non vedo l’ora di sapere come prosegue.

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Laureata in Scienze filosofiche e ora studentessa del Master Professione Editoria cartacea e digitale a Milano. Quando non leggo, scrivo. Quando non scrivo, guardo film. Quando non guardo film, parlo ai miei amici dei film che ho appena visto. Quando non faccio nessuna di queste cose di solito sto cercando di replicare qualche ricetta di Masterchef.

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