Le fidanzate delle rockstar non parlano al microfono

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Ti piacciono le rockstar o vorresti essere una di loro?

“Molte donne sono attratte da uomini di potere”, mi dice Claudia con l’aria di una psicanalista in libera uscita. Siamo nei bagni della scuola, lei sta fumando una sigaretta mentre io mi costringo ad annaspare nel cubicolo stretto del gabinetto. Chissà perché, poi. Forse per avere un po’ di compagnia, per mettermi alla prova o per sentirmi dire che non sono matta. Ho 15 anni e mi sono innamorata di uno di quei ragazzi che in ogni situazione ha sempre tutto sotto controllo, di conseguenza per me non ha mai tempo, forse neanche per sé, ma questo non gliel’ho mai chiesto.

Claudia è rimasta una delle poche a non aver sentito questa storia un milione di volte e il suo verdetto è il seguente: ti piace perché è un uomo di potere. Sì, forse è vero. Leggermente da rivedere la definizione di ‘uomo’ e di ‘potere’, ma concettualmente vero. Sentivo che il mio posto poteva essere solo accanto a una persona in controllo, perché l’essere degna di rientrare in quel suo ordine mi elevava a “cosa importante”. In me stessa sarebbero state riconosciute l’autorità e la serietà che tanto desideravo, ma che in realtà, sotto sotto, già possedevo e volevo disperatamente mostrare.

Crescendo, poi, mi ero quasi scordata questa storia degli uomini di potere, passando a desiderare ragazzi più idealisti o borghesi wannabe e qualche volta – se mi sentivo particolarmente spericolata – addirittura qualcuno che mi ricambiava. Finché una sera, di recente, non ho incontrato lui: La Star. Quello che occupa le fantasie di tutte, incluse le mie. Ammetto che era da un po’ che ce l’avevo di nuovo su con le star. Brillanti, sorridenti, artisti alla comoda portata di un click, l’impegno emotivo che ci metti è pari a quello che ricevi indietro e comunque se non ti ricambiano ha perfettamente senso, non vi siete mai visti! Così quando ti ho incontrato ruotava tutto intorno a te, a te, e a me, che venivo vista da te, concretamente, nel mondo reale, per la prima volta. A metà tra il sogno realizzato e un’intrusione nelle mie fantasie. Uno scontro fortuito, un sorriso imbarazzato e quattro parole scambiate con il coraggio di un’ubriaca.

Poi ho visto lei. Ed è stato solo un attimo. Una scia di maniche di pelle nera troppo lunga per essere una sola e i capelli mossi al termine. Eccola, quella che tutte vorrebbero essere, lei. Ma che cos’è, lei? C’è questa domanda che un po’ mi sveglia, mi destabilizza. Lei è la donna dell’uomo di potere. Secondo tutti i pronostici, quella che vorrei essere io. Solo che dopo aver visto questa scena non ne potrei essere meno certa. Un braccio senza volto e senza nome tirato in mezzo alla folla. È questo che si ottiene da questo genere di relazione?

Tea Hacic, scrittrice, regina della notte e punk-rocker di professione, parla nel suo podcast del fenomeno delle groupies negli anni ’60/’70: donne che volevano la fama e che, non essendo autorizzate ad ottenerla, si limitavano a starle vicino per adorarla. Se non puoi essere tu la rockstar puoi almeno provare a conquistarne una, o se ti senti particolarmente in gamba, anche due o tre. Così la loro aura scintillante ti avvolgerà, ne mangerai una fetta e con un pizzico di fortuna sarai un’icona accanto alla vera Star.

Ma comunque non la Star.

La ragazza della star non è tutto questo – penso mentre la guardo scivolare via – tutte vorremmo essere lei ma a lei non interessa essere noi. E a me, vi giuro, non basterebbe essere lei. Uso il termine ‘bastare’ perché quello che c’è fra quei due non è una qualche forma di arrivismo, è semplicemente amore. Mi ero scordata che esisteva. Amore, fiducia incondizionata, quella cosa che essere un braccio trascinato da una mano ti basta e non chiedi altro, perché quel contatto ti sta dando da mangiare. Come me, a 5 anni, afferrata per il braccio durante un gioco al villaggio turistico, che mi faccio trascinare da mia madre senza neanche pensare a camminare. Mi stava slogando il polso. Non era quello che importava.

Essere felici per amore è facile e anche ammettere di desiderarlo. Ma se ti rendi conto che non è quello che vuoi, allora lì si che sono guai. Avevo in mente la chiara convinzione che stare vicino a un uomo importante significasse in qualche modo avere il permesso di plasmarlo, contribuire al suo successo e ricevere lo stesso in cambio. Una sorta di rivisitazione moderna e femminile del mito greco di Pigmalione, dove tra i due amanti vige un’infinta reciproca riconoscenza: per essere stato creato e per essersi lasciato creare. Dai la fama, prendi la fama, alimenta il potere, ricevi il potere. Lo scontro con la realtà mi fa capire che non è questo amore, però è questo che voglio. Aveva ragione Claudia.

Dopo l’incontro con la fidanzata e la sua rockstar ho pensato spesso alle sue parole. E alle donne che scelgono i prodotti di bellezza dagli scaffali. Pensano di farli veramente propri e, per associazione, di trasformarsi in qualcosa di desiderato. Crediamo di diventare la modella nella pubblicità solo perché ci promettono che profumeremo del suo stesso odore, ma in fondo rimaniamo sempre noi, con uno shampoo nuovo. Lì, a chiederci se ci piaceva veramente quello shampoo o volevamo solo essere il tipo di ragazza che lo usa, se ci siamo innamorate di una rockstar o se semplicemente vorremmo esserne una.

“Molte donne sono attratte dagli uomini di potere”.

Molte donne sono attratte dal potere e basta.

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Studentessa di Giurisprudenza che mangia Pop Culture a colazione e ve la racconta nel tempo libero. Trovo sempre il pelo nell'uovo ma non per questo disprezzo la frittata. Metà ironica, metà malinconica. Da grande voglio fare la Mara Maionchi. (@jadesjumbo)

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