Giustizia sofferta

L’uomo della pioggia del maestro Coppola

«Mio padre ha odiato gli avvocati. Per tutta la vita. Non era un grand’uomo, il mio vecchio. Beveva e picchiava mia madre; picchiava anche me. Perciò potreste pensare che sono diventato avvocato solo per farlo incazzare. Ma vi sbagliate.»

Con queste parole si apre uno dei film meglio riusciti degli ultimi trent’anni. Figlio del 1997, The Rainmaker – L’uomo della pioggia, è un film ambientato nel complicato e turbolento ambito giudiziario. Diretto e sceneggiato dal grande Francis Ford Coppola, il film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo – del 1995 – scritto dall’autore di libri giudiziari per eccellenza, John Grisham.

The Rainmaker, spesso confuso con Rain Man – film del 1988 con Tom Cruise e Dustin Hoffman – per l’assonanza dei nomi, vede per protagonista il giovane e sensibile Rudy Baylor. Appena laureatosi in giurisprudenza all’università di Memphis, Rudy sogna la gloria e un futuro costellato di successi giudiziari. In poche parole, il nostro eroe vuole diventare il cosiddetto “uomo della pioggia”, termine che in ambito giudiziario descrive l’avvocato che arricchisce considerevolmente lo studio legale per cui lavora. Ma, ahimè, sogni e realtà raramente vanno di pari passo. Così, il povero Rudy sbatte la testa contro la dura verità: è un avvocato senza esperienza in una città piena di avvocati, ha appena trovato lavoro in uno studio di dubbia legalità e ha solo due casi per le mani: stilare il testamento per un’arzilla vecchietta e un caso di malafede assicurativa. Insomma, non proprio dei casi che si addicono a un “uomo della pioggia”. Ma Rudy ha bisogno di lavorare e così accetta di buon grado tutto quello che gli capita a tiro, perfino di lavorare insieme a Deck Shifflet, un vispo praticante che però non ha mai superato l’esame di abilitazione all’albo degli avvocati.

Inizia così la storia del protagonista che, nonostante l’inesperienza, decide di far causa a una delle più grandi società assicurative – la Great Benefit – che non vuole concedere i soldi a una famiglia il cui figlio sta morendo di leucemia. Un episodio che si dimostrerà essere uno dei più importanti casi giudiziari mai seguiti di tutti i tempi; e che ci fa rimanere fino all’ultimo con la stessa domanda che ci lampeggia in testa: può una famiglia di basso ceto vincere contro la prepotenza delle grandi compagnie assicurative?

Immagine tratta dal film The Rainmaker – L’uomo della pioggia

Che dire, Francis Ford Coppola ci regala una perla – una pietra miliare ancora attualissima – mentre con una brutale schiettezza ci trascina all’interno della realtà giudiziaria, facendoci vedere il lato più oscuro, quello contrassegnato da accordi fra giudici, avvocati senza il minimo ritegno, giochi di potere e illegalità. Il regista, con una maestria che solo pochi vantano la fortuna di possedere, ci consegna un film confezionato a regola d’arte, un elogio a chi sceglie di fare la cosa giusta, un inno a combattere sempre e comunque per i propri diritti.

Come se non bastasse, Coppola ci regala anche delle scene mozzafiato, scandite da inquadrature che ci fanno letteralmente rimanere attaccati davanti allo schermo e più di una volta ci conducono alla commozione, come nelle poche scene in cui figura il giovane Donny Ray – il ragazzo malato di leucemia – o quelle in cui Rudy cerca di fare di tutto per non soccombere alla prepotenza e ai giochetti dei suoi rivali avvocati, scaltri e senz’anima.

L’uomo della pioggia, vanta un cast di All Star che sembrano cucite addosso ai loro rispettivi personaggi. Magnifico è Matt Damon – qui giovanissimo – il quale è perfetto nei panni del bravo ragazzo. Il nostro gentile sbarbatello dalla faccia pulita si distingue subito dalla marea di visi scarni e avari del resto degli avvocati con cui se la deve vedere, primo fra tutti il senza cuore Leo Drummond, interpretato da Jon Voight. Per non parlare della spalla di Rudy – Deck Shifflet – un “Puck” furbo e sempre a caccia di nuovi affari, interpretato da uno dei caratteristi migliori al mondo: Denny DeVito. E come dimenticare la dolce Kelly Riker – l’interesse amoroso di Rudy – interpretata dalla magistrale ed eterea Claire Danes, attrice poliedrica capace di recitare in qualsiasi ruolo, siano film ambientati in mondi fantastici o adattamenti di drammi teatrali.

Immagine tratta dal film The Rainmaker – L’uomo della pioggia

L’uomo della pioggia è un film brillante e veritiero che mostra quanto delle singole scelte – l’eterno dilemma che ci pone davanti a due strade – sia importante. Basta una sola scelta per ritrovarsi dall’altra parte della giustizia. Una volta conclusosi il film, siamo costretti a una cupa riflessione. In un mondo come questo, dove l’avidità e la legge del più forte regnano sovrane, si può davvero avere giustizia? O i deboli sono sempre e comunque destinati a soccombere?

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Che dire di me? Amo leggere, inventare storie, e perdermi nella sala buia di un cinema. Adoro quel momento magico in cui le luci si spengono e il film si appresta a iniziare. Sono una ragazza cresciuta a pane, sogni e libri; e che puntualmente a fine giornata si ritrova con la mano sporca di inchiostro.

1 Comment

  1. Complimenti SARA. Ottima recensione. Confesso di non averlo mai visto il film ed ora appena possibile lo vedrò. GRAZIE.

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