Tenet – Il sogno palindromo di un regista visionario

È stato definito il più nolaniano di tutti i film di Nolan. Ed è vero, lo è. Perché a differenza dei suoi precedenti lavori, dove giocare e creare ragnatele con le linee temporali era solamente uno svago, un divertimento, in Tenet il tempo è il vero protagonista. Come ha detto Il Post, Tenet non è un film sui viaggi nel tempo, è un film contro il tempo.

La pellicola si apre nel bel mezzo di un attentato terroristico all’Opera di Kiev. Il protagonista del film, interpretato da John David Washington, non ha un nome, viene chiamato “il Protagonista”;  è un agente segreto in missione all’Opera per recuperare un collega in difficoltà e un oggetto cubico, di cui non ci è dato sapere nulla. La missione ha successo, ma lui decide di entrare come infiltrato nella banda dei russi, ma viene scoperto e lo torturano per ottenere informazioni. Lui, per non rivelare nessun dato sensibile, decide di suicidarsi con una pillola.

In realtà la pillola non era davvero letale e si risveglia in un posto non ben definito, presso l’associazione segreta Tenet, che sta studiando dei proiettili “invertiti”, ossia che vengono dal futuro e poiché la loro entropia è invertita, anche loro si muovono al contrario. Quando spari il proiettile invertito, non lo stai sparando, lo stai afferrando. Il Protagonista deve quindi scoprire cos’è questo materiale invertito, da dove viene e perché potrebbe essere un pericolo per l’umanità intera. E questo in compagnia dell’enigmatico Neil, un agente segreto, laureato in fisica, di straordinaria abilità e bellezza, interpretato da Robert Pattinson. Da qui, non dico più nulla. Ma, seguendo il consiglio di una delle scienziate di Tenet, Laura, vi dico: non cercate di capirlo, sentitelo.

Immagine tratta dal film

Proviamo allora ad astrarre un attimo dalla trama e concentriamoci sulla visione d’insieme.

Tenet è un film visionario. Tenet è un film che afferra lo spettatore e lo scaraventa nel corso degli eventi, lasciandolo impaurito e attonito a raccapezzarsi sull’accaduto. È un film cervellotico, che porta alla pazzia chi cerca di decifrarne ogni dettaglio, ma che non fa paura a chi decide semplicemente di lasciarsi trasportare dalla corrente (che in realtà è una cascata piena di rapide e sassi acuminati). Tenet è un po’ come leggere La fenomenologia dello spirito di Hegel: non capisci quasi nulla fine alla fine, ma giunto allo spirito assoluto, all’autocoscienza che sa sé stessa, scopri che in realtà la risposta stava già nella prefazione.  

Tenet è il frutto della sapienza e della ricerca meticolosa di un uomo brillante e di un regista che non ha paura di nulla. Di un regista che non ha paura di osare con la trama e con la complicatezza delle sue storie, che non ha paura di sfidare il suo pubblico. Di un regista affascinato dalla scienza e dal tempo, che cerca con la sua fantasia e con la telecamera di spingere fino all’esasperazione le leggi della natura e della fisica.

Immagine tratta dal film

Tenet è un’esperienza immersiva, che grazie all’uso di effetti speciali realizzati ad arte e a un montaggio (Jennifer Lane) frenetico ed eccitante, rende la visione scorrevole e mai pesante. Le scene di spiegazioni logico-scientifiche sono state tenute al minimo: sentiamo parlare di entropia, sentiamo nominare i fisici Richard Feynman e John Wheeler, vengono proposti di paradossi interessanti, come il paradosso del nonno; il nome stesso del film è un enigma e l’idea che derivi dal Quadrato di Sator stimola le menti di tutti i cervelloni alla ricerca di risposte. Forse se ne capisce anche troppo poco, ma vista la durata già importante del film (due ore e mezza), probabilmente si è deciso di lasciare più spazio all’azione e lasciare ad una seconda visione e alle elucubrazioni dei fan la comprensione coerente del tutto.

Le musiche sono di Ludwig Göransson. Assomigliano moltissimo alle musiche del compositore storico di Nolan, Hans Zimmer, attualmente impegnato in Dune. Ricordano, per un certo verso, le musiche di Interstellar, perché sottolineano maniacalmente lo scorrere dei secondi e dei minuti, con il loro ritmo incessante, a volte stridulo a volte cupo, con un ticchettio pesante che ha il suono del tonfo. Interessante, anche se forse non ottimale per lo spettatore, la decisione di non doppiare in post-produzione i dialoghi dei personaggi, che spesso, a causa delle mascherine per l’ossigeno o dei forti suoni di sfondo, risultano di difficile comprensione, coperti o sbavati.

Come spiega bene Badtaste, probabilmente è sempre parte della sadica scelta di Nolan di confondere il più possibile lo spettatore ma regalando al tempo stesso un’esperienza più immersiva e naturale. Si sa, in fondo in fondo, che Nolan ha un’attenzione maniacale per i dettagli e vuole che tutto sia il più reale e naturale possibile. Sembra, ad esempio, che la scena dell’aereo che prende fuoco sia stata realizzata con un aereo vero, perché gli effetti speciali non avrebbero dato giustizia alla scena.

Insomma, Tenet è un film complesso, intricato, megalomane per certi versi, ma è tuttavia un’esperienza visiva imperdibile. È l’ennesima conferma del grande talento di Christopher Nolan, che film dopo film continua ad ammaliare i suoi fan, con le sue storie pazze, con le linee temporali che si accavallano, che vanno in avanti e all’indietro, che cambiano e si incrociano. Un film che gioca con il tempo e con lo spettatore. Un film che sconvolge la narrazione tradizionale composta di inizio-svolgimento-risoluzione-fine e ne crea una tutta sua, una storia che procede in tutte le direzioni e dove inizio e fine si confondono e si mescolano. Tenet è una trappola visiva di un uomo visionario, che cerca di portare la fantascienza a profondità non ancora esplorate.

Immagine di copertina tratta dalla locandina del film.

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Laureata in Scienze filosofiche e ora studentessa del Master Professione Editoria cartacea e digitale a Milano. Quando non leggo, scrivo. Quando non scrivo, guardo film. Quando non guardo film, parlo ai miei amici dei film che ho appena visto. Quando non faccio nessuna di queste cose di solito sto cercando di replicare qualche ricetta di Masterchef.

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