Il prezzo degli affitti

Affitti alle stelle

L’inflazione è in aumento, ormai da qualche mese abbiamo preso dimestichezza con questa parola. Inflazione è un termine che prima di un anno fa era conosciuto solo agli addetti ai lavori e pochi altri. Molti di noi sono cresciuti nella fortuna e nella sfortuna di non aver mai toccato con mano l’inflazione, l’aumento generalizzato dei prezzi. Negli ultimi anni infatti il tasso è sempre stato prossimo allo zero e nessuno si è mai preoccupato del proprio potere di acquisto.

Lungi da me, in questa sede, fare un trattato di economia, di inflazione, cause di inflazione; vi rimando a scritti ben più interessanti e analitici. Sappiamo che i prezzi di molti beni e servizi sono aumentati, tra i tanti ce ne uno che è aumentato notevolmente: il prezzo degli affitti.

Se diamo una occhiata ai siti che si occupano di mettere in mostra le case in affitto, notiamo che c’è stato un considerevole aumento. Cerchiamo di capire quali sono le cause di questo aumento, quali sono state le soluzioni prospettate e quali invece possono essere le soluzioni più razionali per cercare di attenuare il fenomeno.

Foto di Jens Neumann da Pixabay
Domanda e offerta

I nostri lettori più attenti e fidelizzati si ricorderanno di un vecchio articolo pubblicato nel 2020 sul prezzo delle mascherine. In quell’occasione ho parlato del perché le mascherine avevano un prezzo molto alto. La spiegazione era semplice, il prezzo di un bene dipende dalla domanda e dall’offerta.

Senza scomodare i manuali di macroeconomia, la soluzione era logica. Ce ne aveva parlato anche Manzoni nei Promessi Sposi, con l’aumento del prezzo del pane; l’aumento della domanda fa schizzare il prezzo di un bene.

Gli affitti hanno un prezzo cosi alto perché c’è una domanda elevata e una offerta bassa. Se guardiamo alle grandi città come Milano, Roma, Bologna, si tratta di luoghi dove c’è un grande afflusso di lavoratori e di studenti universitari.

Le città che sono atte ad ospitare un certo numero di abitanti, si ritrovano a doverne ospitare molte di più.

Esiste quindi un dato strutturale che perdura da sempre, la mancanza di alloggi e l’alta richiesta mantiene i prezzi molto alti, anche solo di stanze e divani e di case che vengono scomposte per ospitare il maggior numero possibile di inquilini, siano essi studenti che lavoratori.

Esiste poi un dato congiunturale che è legato alla pandemia. Con la fine delle restrizioni e dei lockdown c’è stato uno shock della domanda, con una offerta rigida delle case. Questo, complessivamente, come per tutti gli altri beni ha provocato un aumento dei prezzi.

Foto di Mohamed Hassan da Pixabay
Scelte scellerate

Due colpi di grazia all’aumento dei prezzi sono stati i bonus edilizi che hanno aumentato il prezzo dei lavori e di conseguenza degli affitti per le case ristrutturate, e in seconda battuta il blocco degli sfratti.

Quest’ultimo posto in essere durante la pandemia ha reso impossibile la circolazione degli inquilini e lo sblocco dell’offerta delle case, questo ha comportato un mancato guadagno per i proprietari che è stato riversato successivamente con un aumento del prezzo dell’affitto stesso.

In sostanza i motivi principali del prezzo degli affitti cosi alto è dovuto a una domanda elevata, a una offerta rigida e all’intervento disastroso da parte del Governo in scelte che hanno penalizzato maggiormente i proprietari delle case e aumentato il costo di ammodernamento degli spazi.

Bonus e tetti

Una delle soluzioni prospettate è quella di controllare il prezzo degli affitti, attraverso un calmiere. Questa però sappiamo essere una scelta di pancia e scellerata, ecco perché: in prima battuta risulterebbe impossibile per un inquilino effettuare un trasloco, anche solo per migliorare la propria condizione abitativa, magari a seguito di un aumento di busta paga, o una scelta di convivenza o di nascita di un figlio. Questo perché il proprietario di casa non avrebbe nessun interesse a lasciare la propria abitazione primaria per concederla in affitto cercando una sistemazione migliore, perché non avrebbe un giovamento economico dallo spostarsi. Questo comporterebbe una minore costruzione di nuove casa a causa della minore richiesta. In sostanza non viene incentivata la mobilità degli inquilini. Il tetto sul prezzo degli affitti, come per qualsiasi altro bene, genera una scarsità del bene stesso.

Nemmeno l’idea di dare dei bonus a coloro che cercano affitto sarebbe una buona cosa, perché così facendo si sosterrebbe la domanda aumentando ancora di più i prezzi degli affitti.

Foto di Jörg Hertle da Pixabay
La spinta al profitto

Tutti cercano di farsi pagare un proprio bene o servizio il più possibile e tutti vogliono ottenere il prezzo più basso per ciò che comprano.

Si cerca di concludere il miglior affare della vita, a maggior ragione quando si tratta di una cosa così importante come una casa.

È la concorrenza che riesce a mantenere i prezzi bassi, perché non è possibile richiedere dall’offerente dei prezzi alti poiché ci sarà sempre qualcuno che offre di meno. È proprio l’aumento dei prezzi che alimenta la concorrenza in una rincorso al profitto.

La stessa cosa succederebbe nel caso degli affitti, un aumento del prezzo degli affitti, porterebbe nuovi e vecchi costruttori a edificare nuove case da piazzare al miglior prezzo. Un altro effetto sarebbe quello di portare i proprietari delle case a ristrutturarle, a dividerle a riadattarle, come ad esempio ristrutturare vecchi magazzini o soffitte e riadattarli in loft, questo processo virtuoso non farebbe altro che diminuire il prezzo degli affitti con un aumento dell’offerta.

In questo senso è assurdo pensare che possa esserci uno sporco speculatore che chiede vigliaccamente dei prezzi spropositati. Ognuno chiede il prezzo che il mercato è in grado di offrire, la somma pecuniaria è il frutto della domanda e dell’offerta.

Le case fatiscenti

Per quanto riguarda coloro che affittano case fatiscenti, ridicole e per di più senza riparazioni, lo fanno essenzialmente perché non possono aumentare il prezzo della loro casa. Eseguire riparazioni, ristrutturare ecc richiede una spesa che verrebbe riversata sull’inquilino, ma con un blocco dei prezzi sugli affitti o con una scarsità di offerta, il proprietario di una casa non è spinto ad eseguire opere di miglioramento per il proprio bene. Paradossalmente e in maniera inconveniente possiamo dire che senza coloro che affittano queste case fatiscenti, la situazione sarebbe ancora peggiore, perché ci sarebbe ancora meno offerta con un conseguente aumento dei prezzi. Altrimenti ci ritroviamo in quelle situazioni ridicole in cui anche l’affitto mensile di un divano viene proposto al prezzo di 500 euro.

Foto di F. Muhammad da Pixabay

Impedire la costruzione o la ristrutturazione di nuove case, imporre un tetto al prezzo degli affitti sono tutte manovre che alimentano il problema. Nessun prezzo regolato e imposto dall’alto risolve delle situazioni di aumento dei prezzi. L’effetto è solo quello di creare un mercato nero, o far sparire l’offerta, con la conseguenza di non poter risolvere alcun problema. Una assenza di spinta al guadagno genera la tensione tra coloro che offrono e coloro che domandano.

Quindi ben vengano nuove costruzioni, anche di alloggi universitari, concessioni per ristrutturare vecchie case del centro città, alimentare l’offerta e non la domanda porterà alla diminuzione dei prezzi.

Prospettive

Lo spostamento della popolazione dai paesi alle città ha alimentato ulteriormente la domanda. Quindi perché anziché proporre nuovamente bonus e sussidi per coloro che cercano un affitto, creare tetti ai prezzi o impedire di costruire o ristrutturare case, non si cerca una soluzione per collegare maggiormente il paese alla città? In questo modo con un servizio di trasporti efficiente un inquilino anziché spostarsi e vivere nella grande città per avere in cambio una stanza ammuffita al modico prezzo di 1000 euro. Potrà abitare in un paese ben collegato con servizi adeguati spendendo un terzo del prezzo e soprattutto drenando la domanda cittadina.

In copertina

Sono nato a Brescia nel 1994. Laureato in Giurisprudenza, lavoro in banca, pratico Muay Thai, mi interesso di criminologia, diritto, economia, storia e cinema. Scrivo per diletto, per passione e offrire un punto di vista personale rispetto a quello che ci circonda.

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