Il Signore delle Formiche e l’assurda storia di Aldo Braibanti

Presentazione

Il signore delle formiche film di Gianni Amelio è uscito pochi giorni fa nelle sale italiane. Fin da subito ha suscitato molto interesse posizionandosi al secondo posto nella classifica del botteghino settimanale. Pellicola presentata alla settantanovesima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia narra la storia vera di Aldo Braibanti un intellettuale vissuto negli anni ’60. Nel film ci sono molti spunti: l’amore, la politica, la cultura, la società, la giustizia vengono narrati da un eccellente regista, Gianni Amelio, che coordina un ottimo cast. Tra questi spiccano i protagonisti Luigi Lo Cascio, Elio Germano e la buonissima interpretazione di un esordiente, Leonardo Maltese.

Immagine tratta dal film
Trama

La storia è liberamente ispirata a fatti realmente accaduti che riguardano il poeta e intellettuale Aldo Braibanti. Siamo nel 1959, in una città vicino Piacenza. Il protagonista è un ex partigiano e membro del Partito Comunista; avvicina i giovani attraverso un circolo culturale, esponendo la propria cultura e visione politica. Tutto questo però è mal visto dalla comunità esterna: pensa che l’intellettuale, omosessuale e anarco-comunista corrompa le giovani menti. Tra questi giovani c’è Ettore, figlio di una famiglia borghese e conservatrice, che presto si farà affascinare dalla figura di Aldo Braibanti, tanto che i due avvieranno una relazione amorosa, ed Ettore si convince a lasciare i propri studi di medico per portare avanti la sua grande passione per la pittura.

Questo darà molto fastidio alla famiglia di Ettore: cercheranno infatti di allontanarlo dal suo mentore e amante per sottoporlo a trattamenti inumani al fine di “lavare” dalla sua testa tutte le idee portate avanti da Aldo. Quest’ultimo verrà invece accusato del reato di plagio per aver assoggettato psicologicamente il giovane. Il processo verrà raccontato dal giornalista dell’”Unità”, Ennio Scribani che con una forza e profondità uniche racconterà «questo processo specchio del nostro paese retrivo, meschino e criminale», facendosi coinvolgere anche in maniera personale. Mostrando come l’accusa di plagio, nasconda in realtà un’accusa all’omosessualità dell’imputato.

Immagine tratta dal film
Personaggi

Oltre alla storia, la punta di diamante del film sono gli interpreti dei personaggi:

Luigi Lo Cascio è uno straordinario Aldo Braibanti, in una delle sue più interessanti interpretazioni, l’attore è il più idoneo a interpretare la figura dell’intellettuale. Riesce a suscitare emozioni profonde, sintomo di una sintonia perfetta con il protagonista della storia.

Elio Germano, uno dei più grandi attori attualmente in Italia, è Ennio Scribani, il giornalista dell’”Unità” che racconta la storia del protagonista. Il suo ruolo è ben più di quello lavorativo. La sua storia si intreccia profondamente con quella di Aldo Braibanti fino ad influenzarsi profondamente a vicenda.

Leonardo Maltese interpreta Ettore Tagliaferri il giovane “plagiato” dal protagonista. Esordio molto emozionante e vero, entra perfettamente nel personaggio e ci lascia addosso profondi stati d’animo di malinconia, che permangono per diverso tempo dopo la visione del film.

Il film

Gianni Amelio racconta una storia poco conosciuta, ma che come ben descrive nel film, narra la faccia di una Italia degli anni ’60 particolarmente retograda e gretta; forse non troppo lontano da noi. Per farlo si avvale di una regia quasi documentaristica, dove però emergono, anche grazie alla spettacolare interpretazione degli attori, tutte le emozioni dei personaggi.

Le musiche sempre in sottofondo accompagnano i momenti più intensi e i dialoghi più profondi e brillanti. Le vicende umane si intersecano all’amore tra Aldo ed Ettore e alla voglia di verità e giustizia da parte del giornalista Ennio. Braibanti appare quasi come un moderno Socrate, però silenzioso e che non riconosce ciò che gli viene contestato, non è un eroe, né un martire, semplicemente un uomo idealista e innamorato e per questo allontanato dalle regole sociali indefesse e dure.

Immagine tratta dal film

Ottimo film che dà risalto a un processo non troppo conosciuto, avvenuto in un epoca colma di ingiustizia, ostracizzazioni e privazioni. Questo è ciò che hanno subito Aldo Braibanti e il suo amante per la sola “colpa” di essere omosessuali e di essere innamorati. Gianni Amelio evidenzia, con una realtà estrema e una franchezza cruda, tutto il modo di pensare dell’epoca, che non è poi così lontana da noi. Una Italia perbenista colma di valori morali falsi. C’è una accusa verso l’indifferenza della società, che avrebbe dovuto impegnarsi un po’ di più, e verso il Partito Comunista, compiacente nei confronti delle vessazioni subite da un “invertito”.

Colpe e ingiustizie

C’è una frase, pronunciata anche nel trailer, che racchiude gran parte del senso del film: «non ci sono colpevoli perché non c’è una colpa». Nonostante questo, Aldo Braibanti subisce una condanna pesantissima e ingiusta. Una condanna che in realtà non ha a che vedere con il reato di plagio (ora giustamente cancellato dalla Corte Costituzionale), ma che riguarda una condanna all’amore e all’omosessualità.

Il signore delle formiche è un film che serve. Serve in primis a restituire una dignità ai protagonisti, serve affinché non si assista nuovamente a casi del genere attraverso la preservazione della memoria, serve a sensibilizzare su temi che sono più che mai attuali.

Consiglio fortemente di andare a vederlo perché è un film vero e franco, lontano dalle serie e dai film netflixiani che trasudano di wokeismo forzato e irreale.

Immagine tratta dal film
Il reato di plagio

Volevo spendere due parole sul reato di plagio. La fattispecie che era regolata dall’articolo 603 del codice penale ora non esiste più, in quanto è intervenuta la Corte Costituzionale nel 1981, esprimendosi ritenendo incostituzionale il reato. Questo perché la norma è priva di uno dei principi fondamentali del diritto penale, ossia la determinatezza. Il difetto dell’articolo 603 stava nell’impossibilità di verificare il fatto previsto, di ricondurre un suo «accertamento attraverso criteri logico-relazionali» con un evidente rischio di arbitrio da parte del giudice.

Questa è solo una delle dimostrazioni di quanto sia delicata la materia penale. L’inossidabilità dei suoi principi fondamentali deve essere un caposaldo del diritto. Una loro malleabilità potrebbe portare ad abusi e vessazioni da parte di una fetta di società che ritiene scomodi o “deviati” certi comportamenti. In gioco ci sono le libertà delle persone. Per questo colgo l’esempio portato avanti dal Signore delle formiche per ribadire che: mai il diritto penale deve essere sventolato come un simbolo. Le norme devono essere chiare, precise, determinate e non ogni comportamento umano può essere sottoposto alla spada di Damocle. Il tempo delle leggi speciali, delle leggi “bandiera” o simboliche, in materia penale, deve essere lasciato al 1930.

Trailer del film

Tutte le immagini sono tratte dal film.

Sono nato a Brescia nel 1994. Laureato in Giurisprudenza, lavoro in banca, pratico Muay Thai, mi interesso di criminologia, diritto, economia, storia e cinema. Scrivo per diletto, per passione e offrire un punto di vista personale rispetto a quello che ci circonda.

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