Le migliori canzoni di Sanremo (di cui ho memoria)

Cinque canzoni che racchiudono l’essenza del festival, dagli anni ’60 al pop di oggi. Una personalissima classifica.

Nella mia breve vita ho visto Sanremo con scarsa attenzione, un anno sì e due no. Di solito guardo il “meglio di” il giorno dopo. Un po’ per scarsa resistenza, dato che seguire cinque giorni di un programma che dura cinque ore alla volta è un’esperienza intensa, un po’ perché ho le mie fisse musicali e ascolto le stesse cose da vent’anni, l’appuntamento annuale con Sanremo non è mai stato per me un must. Magari si guarda la finale, o la serata delle cover, che mi piace sempre tanto. Quest’anno, tra il fatto che tanto la trasmissione inizia insieme al coprifuoco, tra che i cantanti in gara mi piacciono molto, sono decisamente più emozionata.

Ho deciso quindi di riascoltare in questi giorni le canzoni che più mi sono rimaste nel cuore nella storia di Sanremo a me più vicina (sono classe ’97, quindi parlerò soprattutto del Sanremo del nuovo millennio), canzoni che amo molto e che mi hanno formata. Ma non mancherà qualche grande classico, che ho rivisto su YouTube una volta avuto dei gusti musicali più solidi.

Vi propongo quindi i miei personali pezzi del cuore. Prego, potete aggiornare la playlist nostalgia.

5. L’amore – Sonohra

Vincitori nel 2008 nella categoria “Nuove proposte”, L’amore dei Sonohra è il primo ricordo davvero lucido e indelebile che ho di Sanremo ed entra quindi dritta dritta nei pezzi del cuore. Nel 2008 avevo nove anni: forse mia sorella aveva già Netlog e la guardavo modificare le foto con le amichette, ascoltavamo i dARI insieme e ci avviavamo entrambe verso l’adolescenza. È chiaro quindi che i Sonohra furono per noi un punto decisivo nella nostra trasformazione in ragazzine.

Ciuffo sugli occhi, stile casual, chitarra acustica: i due fratelli, Luca e Diego Fainello, sono entrati nelle nostre vite con una canzone travolgente, impetuosa. Parlava di un amore che ancora non eravamo in grado di provare, ma sicuramente rendeva l’idea intrigante. Tredici anni dopo ascolto ancora questa canzone con la stessa emozione di allora, con tutta un’altra consapevolezza dietro e mai riesco a fermarmi dal cantare «Sei un viaggio che non ha né meta né destinazioneeeeee».

4. Luce (tramonti a nord est) – Elisa

È il 2001. Sul palco dell’Ariston si scontrano in finale due delle voci più incredibili della musica italiana: Elisa vs Giorgia, con Di sole e d’azzurro. Vince Elisa, con una canzone tradotta insieme al collega Zucchero Fornaciari (la canzone era stata scritta originariamente in inglese). È la prima canzone in italiano di Elisa e con questa è entrata nel cuore di tutti. È una canzone molto evocativa, parla solo per immagini: «siamo nella stessa lacrima, come un sole e una stella» riecheggia con la potenza di una metafora. La voce di Elisa scivola con intensità e potenza sulle strofe, facendo venire la pelle d’oca anche al milionesimo ascolto. Luce (tramonti a nord est) è una canzone visceralmente bella. Non c’è molto da dire: entra sotto la pelle e non se ne va più.

Nell’edizione del 2020 Rancore, con Dardust al clavicembalo e Veronica Lucchesi del gruppo La Rappresentante di Lista, ques’anno in concorso con la canzone Amare, nella serata delle cover hanno proposto una versione rap di Luce, con testo e musica riarrangiata. Secondo me la migliore di tutte le cover in gara. Rancore ha stravolto il pezzo, tenendo la forza e poeticità di Elisa ma rendendola profondamente sua. È impossibile eguagliare l’originale ovviamente, ma ci va davvero molto molto vicino.

3. Almeno tu nell’universo – Mia Martini

Mia Martini regala a Sanremo cinque canzoni, di cui tre vincitrici del premio della critica: E non finisce mica il cielo (1982), Almeno tu nell’universo (1989) e La nevicata del ’56 (1990). Dopo la sua morte nel 1995 il premio fu dedicato proprio a lei, la prima vincitrice di questa categoria nel 1982.

Almeno tu nell’universo è la mia preferita tra le canzoni sanremesi della Martini. Non solo perché è una delle più belle dichiarazioni d’amore che sia mai stata scritta (la più bella è la numero uno). Non solo perché Mia Martini è la voce italiana più bella di sempre. Ma perché vedere Mia Martini in quel vestito lungo giallo e dorato, vederla cantare su quel palco con tutta la sua anima, con un trasporto e un’intensità rara, è per il cuore, per le orecchie e per gli occhi un immenso privilegio.

2. Ti regalerò una rosa – Simone Cristicchi

Simone Cristicchi racchiude in Ti regalerò una rosa una fusione dei suoi tre mestieri: cantante, attore e scrittore. Canta la storia di Antonio, un uomo che soffre di disturbi psichici e dal manicomio scrive una lettera a Margherita, la sua amata, che da anni è uscita dalla struttura. Un testo bellissimo, profondo, doloroso. Forse una delle poche canzoni coraggiose della storia di Sanremo.

Sottolineata da un violino malinconico e con l’accompagnamento al pianoforte di Sergio Cammariere, Ti regalerò una rosa mette in scena il disagio e la sofferenza della malattia mentale. Con le mani e la voce tremante Cristicchi canta la solitudine di chi una voce non ce l’ha. Alla fine del pezzo Cristicchi l’attore, sale su una sedia, distende le braccia e grida a Margherita: «E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?/ Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare». E vola. Applausi. Lacrime. Applausi al vincitore di Sanremo 2007.

1. Dio, come ti amo – Domenico Modugno

Nel 1966 Modugno scrive questo pezzo e lo porta a Sanremo in doppia esecuzione con Gigliola Cinquetti (anche se tutti oggi ricordiamo solo la versione di Modugno). Non si può essere razionali quando si parla di questa canzone. La voce calda di Modugno canta un amore immenso che sa di estate, di libertà, di sole e salsedine. È una canzone semplice, senza fronzoli. Sembra la serenata di un uomo con il cuore in mano.

Sarà che quando la sento penso a mio nonno che ha la macchina piena dei dischi di Modugno, sarà che sono un’inguaribile romantica, sarà che quando si parla d’amore bisogna farlo con semplicità. A me questa canzone fa scoppiare il cuore.

Dio, come ti amo
Mi vien da piangere
In tutta la mia vita
Non ho provato mai
Un bene così caro
Un bene così vero
Chi può fermare il fiume
Che corre verso il mare
Le rondini nel cielo
Che vanno verso il mare
Chi può cambiar l’amore
L’amore mio per te.

Dio, come ti amo – Domenico Modugno

Immagine di copertina tratta dal video dell’esibizione di Domenico Modugno a Sanremo nel 1966.

avatar

Laureata in Scienze filosofiche e ora studentessa del Master Professione Editoria cartacea e digitale a Milano. Quando non leggo, scrivo. Quando non scrivo, guardo film. Quando non guardo film, parlo ai miei amici dei film che ho appena visto. Quando non faccio nessuna di queste cose di solito sto cercando di replicare qualche ricetta di Masterchef.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.