Il luogo in nessun luogo
Vi è un luogo dove siamo stati, dove stiamo e staremo sempre, in grado di farci star bene, ma anche di farci soffrire.
Il team di Cogito et Volo ha scelto di dedicare il mese di agosto ad un tema speciale: il futuro post-Covid e soprattutto quei “luoghi” – fisici e non – che la pandemia rischia di rendere disabitati. È il nostro modo per ripartire: radicati nel passato, la mente fissa sul presente e lo sguardo rivolto al futuro. Per leggere tutti gli articoli dello speciale clicca qui.
Il luogo in nessun luogo
Ho pensato al Sole di Marzo
quando splendeva
e la primavera mi sorprendeva
appariva più accorta del consueto,
esulava le intemperie.
La luce è mia compagna
ma il silenzio scuote l’inquietudine
e son i pensieri a bisticciare.
Il Sole di Marzo splendeva come fosse un’anima terrestre
che sapesse dei nostri sentimenti
e delle nostre menti.
Mi sento indietro
in preda al tempo, a me stesso e al mio successo;
M’isolo in uno spazio angusto,
dal rumore assordante e desto a risvegliar i tormenti.
Si tratta di un luogo in nessun luogo,
l’ubicazione più vissuta di questo periodo storico
laddove a gremire son i pensieri.
L’intelligenza soffre,
prometto di essere clemente,
l’isolamento è giunto al termine;
È già luglio, mi reinvento,
provo a raccogliermi
dove mi son disperso.
Lascio perdere l’agonia.
Non penso.
Raccordo, resetto e quieto
gli assilli dell’intelletto.
Lascio in pace la mia mente.
Commento
Una rapida riflessione nasce per non dimenticare ciò che la mente ha patito durante il Covid e il lavoro che ha svolto per recuperare serenità e sicurezza.
Ogni giorno nel mese di marzo, nella città sicula laddove son nata e cresciuta, il sole ha deciso di tener duro insieme a noi così da farci compagnia.
È incredibile come la natura sia stata così diligente e come l’individuo possa sentirsi a suo agio pensando inconsciamente ch’essa stia facendo sul serio la sua parte.
Questo fenomeno va interpretato come un invito alla ribellione, poiché le belle giornate ci aiutano a stare meglio e ci sollecitano a reagire.
L’isolamento sociale ha dato come la sensazione di restare indietro col tempo e di aver vanificato i sacrifici, perciò si rincorre una soddisfazione personale della quale non si conosce raggiungimento.
Ci si rifugia nell’atrocità dei propri pensieri dando inizio ad un isolamento mentale.
La mente è il luogo in nessun luogo perché è uno spazio inaccessibile ed esiste senza stare da nessuna parte.
È il nucleo centrale che tiene in pugno lo stato emotivo e può farne ciò che vuole nel bene e nel male.
Per questo è necessario averne sempre cura.
Con la fine dell’isolamento e l’inizio dell’estate la mente è pronta a riprendersi ciò che le è venuto a mancare: la quiete e la consapevolezza di scegliere il benessere intellettuale e, di conseguenza, quello spirituale.
Immagine di copertina a cura di Ann Savchenko.