I Promessi Sposi… nel 2019!

Cosa succederebbe se i personaggi manzoniani vivessero e parlassero come se si trovassero nel 2019?

Renzo si stava sistemando l’abito, volgendo ogni tanto gli occhi al cielo: «Senti, Lucy, non te la prendere, solo che mi sa che tra noi due non funziona. Io sono troppo geloso, anche se Rodrigo è in punto di morte e quindi non è che sia pericoloso. Però forse la Prassy ha ragione: non siamo fatti l’uno per l’altra. Io voglio andare a sballarmi con gli altri filatori nel week end e tu lì a fare il rosario. Perdonami ma non ci siamo proprio…».

Lucia era indignata e avanzò verso Renzo come un toro verso un drappo rosso: «Eh no, Vergine santissima, mica vorrai darla vinta a Donna Prassede? Che razza di scusa è per friendzonarmi? Poi proprio adesso, dopo tutto questo sbatti… Piuttosto mando un whatsapp alla Madonna, spero che non faccia come al solito che visualizza e non risponde. Cioè io boh. Dopo tutto ‘sto casino, manco so più se ti chiami Renzo Tramaglino o Antonio Rivolta…».

Renzo si sentiva piuttosto confuso e il suo stomaco era decisamente sottosopra: «Ma amore…».

«Stai zitto che ho il ciclo e sono più pungente dei cosi che ho in testa e più acida del pus delle pustole di don Rodrigo. Vabbè, lasciamo perdere, tanto dice che sta per morire e poi, come tutti gli uomini, avrà sì e no 36.8, altro che febbre. COMUNQUE. Tu vieni a criticare ME? Avrei voluto vederti, in camera con una vecchia ad aspettare il giorno… Meno male che l’Innominato si è guardato in streaming miss Lecco 1628, altrimenti ciaone che gli veniva l’illuminazione».

«Bah comunque la vecchia in stanza a me non sarebbe andata mal… niente, dai», disse Renzo accennando a un sorriso desideroso.

«MAAAAAAA….» urlò Lucia ad Agnese, fingendo di volersi strappare le gote purpuree.

«Ssssh, cretina! Non la voglio più sentire quella. Con quel matandolo della bandassa…» sospirò Renzo, alludendo ai numerosi modi di dire della futura suocera.

«Guarda che si dice…» tentò di correggerlo la sua Lucia, che da brava grammar nazi non si risparmiava occasioni per interromperlo e correggerlo, come tutte le buone donne.

«Sempre pronta a parlare quando non è interrogata!» continuò imperterrito lui.

«Ma quest’ultima frase è di Gertrude!» esclamò lei, ritornando al suo perfido intento.

«Sì, l’ho taggata su Instagris», sorrise lui.

«E anche oggi #nontelado #waitingforchristoforo #ohfatherlet’sgodown» iniziò a digitare lei nei commenti.

«Solo quando vuoi c’hai la connessione veloce, eh Lucy?» brontolò Renzo, mentre cercava di far prendere la rete saltellando qua e là.

«Guarda che qui il 3GRIS non prende», sbuffò lei.

«Ma vaaa? E secondo te perché sto saltando qua e là? Per rimettere il sangue in circolazione?».

«Non sarebbe una cosa stupida, dato che con certe affermazioni e con certi post a me lo fai raggelare, il sangue» rispose cinicamente lei.

«Ehi guarda, prende proprio quando c’è la Perpetua che fa una direct» intervenne lui, che non stava minimamente badando ai discorsi di Lucia.

«Quella non tanto benedetta donna dovrebbe farsi un po’ gli affaracci suoi…» sospirò lei, congiungendo le mani e chinandosi verso il santino dei protettori dei pettegoli, proiettato sulla parete dove veniva riprodotta in streaming la trasmissione seguitissima C’è pustola per te.

«Hey guyssssss» gridò fra Cristoforo, arrivando da dietro per sorprenderli: «Volevate il matrimonio a surprise? Eccomi here!!».

«Guarda, Crist, troppo gentile davvero, ma il matrimonio a sorpresa dovevamo già farlo ed è stato una vera sola, if you know what I mean.» replicò Renzo, dandogli una pacca sulla spalla.

«Mica avrete deciso di non maritarvi, disgraziati!» esclamò il frate, tormentando il lembo della veste.

«No, è che è un po’ poraccio…» confessò Lucia.

«WHAT?!» esplose il povero Manzoni.

«Mio caro, ormai è tardi per stupirsi… Questa è un’altra storia!» rise Lucia.

«Ma almeno vogliate bene a chi l’ha scritta…» sussurrò piangendo Manzoni, piegato in un angolo a causa di forti fitte alla testa.

«Un pochino sì» sorrise Lucia: «Ma ammettilo, Ale: non tutti i personaggi hanno letto bene il copione».

«Beh ma è tutta colpa mia, non sto mai attento a dove metto i piedi e sono inciampato nell’intreccio…» sospirò Manzoni: «Ma, vi prego, almeno sposatevi!».

Lucia si avvicinò per fargli il solletico: «E se aggiungessimo il capitolo trentanovesimo?»

Si levarono urla di dolore da tutte le scuole d’Italia, soprattutto da parte degli insegnanti di lettere che ogni anno in cui devono insegnare I Promessi Sposi pregano di arrivare fino all’ultima parola del romanzo.

«Le senti, Lucy, le gride che hai destate?» rise Renzo.

«Le grida, idiota. Ma qui sono l’unica a sapere quando sia ambientato questo romanzo?» disse Lucia, disperandosi.

«LA MIA TESTAAAAAAAA!» urlò Manzoni, in preda alla follia.

«Senti ma che dote avresti?» chiese Lucia in maniera falsamente innocente.

«La mia vera dote è quella di sopportarti. Comunque non darmi del poraccio, dato che lo sei anche tu», sogghignò Renzo.

«Almeno sono di bellezza modesta», rispose lei, sistemandosi i capelli.

«Era un modo carino del Manzo per dirti che sei la meno ciospa tra le ciospe ma tanto non ci interessa perché tanto ti fai suora», rise lui.

«Senti, fra, sposiamoci prima che abbia le convulsioni il nostro narratore», lo supplicò lei.

«Peggio di così è difficile, comunque okay, sorella», alzò i pugni in aria.

«Pheega ci facciamo un ape alle 7 e un brunch veloce prima di andare in meeting? Sennò che nuptiae sono?» disse Manzoni, accentuando il proprio accento milanese, tenendosi la testa tra le mani.

«Aaaaah, lascia stare, e te lo dice un giargiana. High five, dear! Ora andiamo a comandare!» esclamò fra Cristoforo dando il cinque a Renzo.

E vissero tutti felici e impotenti, come solo i veri personaggi manzoniani sanno essere.

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Non ho il dono della sintesi e qui mi è richiesta una brevità epigrammatica: vi basti sapere che sono un'appassionata antichista, dedita corista e aspirante insegnante e scrittrice. Amo viaggiare, conoscere persone nuove e mettere per iscritto ogni emozione vissuta.

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