Quello che non dovresti provare

La nuova emergenza Coronavirus ci ha spinto a convivere soli con i nostri pensieri, e non sempre, quando entrano in gioco i sentimenti, è facile fare ordine

Esco in terrazzo per respirare un po’ di aria fresca. Nel cielo il blu scuro si scontra col rosso del sole in tramonto. Decido di fare le bolle di sapone per decorare con quelle leggiadre perle quell’incantevole cielo. Vorrei col mio respiro spingerle fino a te, perché possano dirti ogni cosa. Forse se fossi vissuto nel palazzo a fianco sarebbe stato più facile, ci sarebbe bastato affacciarci al terrazzo e guardarci, sillabare parole d’amore e ridere della situazione assurda. Invece, improvvisamente, quei pochi chilometri che ci separano sono immensi. “Ma su, via, ci si sente per telefono, ed è come se foste insieme!”. Ah ecco, ora i social sono come la vita reale, prima erano l’anticristo della socializzazione, mentre ora ci tengono uniti. Sarà, ma a me non riesce di sentirti al telefono, non so cosa dirti, mi pare di non poterti dire nulla di ciò che vorrei. Quello schermo mi irrita, è come un monito che mi ricorda che dobbiamo stare lontani, come un monito di tutto quello che si perde a non potere semplicemente esserci in un momento.

Andrà tutto bene è lo slogan che si affaccia alle finestre, lo comprendo, certo, ma dentro mi irrita fortemente, come non siamo mica in guerra, o c’è chi sta peggio. Perché, secondo voi non lo so? Certo che lo so, ma non posso farci nulla se soffro comunque. E per non mancare di rispetto a tutti quelli che avrebbero molto più da disperarsi, rinchiudo ogni sentimento nel silenzio. Per quanto la mia testa comprenda tutto questo, il mio cuore è colmo di rabbia. Una rabbia che non posso sfogare su nessuno perché non esiste un colpevole, ma c’è e non si può ignorare, anche se si dovrebbe.  E così trovo che quel cielo mi assomigli, con quei colori così in contrasto che lottano l’uno sull’altro per avere il primato.

Cosa accadrebbe se per un secondo facessi parlare quella rabbia, sarebbe davvero così grave se le lasciassi un’attimo la parola?  

Sono arrabbiata perchè? Perchè non ci sei, perchè mi fa paura tutto questo tempo senza poterlo trascorrere con la persona che lo rende vivo, e io non posso fare nulla per cambiare le cose. Siamo impotenti, chiusi nelle nostre case. 

Ma non è una guerra, almeno state tutti bene, pensa se non ci fossero i social! 

Tutte frasi vere, verissime ma che creano una ferita ancora più grande, perchè mi fanno sentire in colpa per quello che provo, per il fatto di desiderare di essere più felice. 

Non credo sia giusto, anzi non è giusto che io debba  mutare ciò che provo perchè non è conforme a ciò che vogliono gli altri, non è giusto giudicare sentimenti e dolori invece di comprenderli, non è giusto paragonarli a quelli degli altri, come se ci fossero sentimenti di serie A e B. 

Non è giusto non poter stare con te. Scusa, mondo, se spreco una lacrima per lui, scusa se ho provato dolore per qualcosa di immensamente egoistico, ci ho provato a non farlo, ma non ci sono riuscita. 

Non penso basti chiedere scusa per qualcosa che si dovrebbe cambiare, ma non posso fare diversamente: così mi ritroverò colpevole e disarmata finchè non saprò come non far calare la notte, finché non saprò far vincere il sereno.

Prendere la penna in mano mi rende terribilmente felice. Fin da piccola mi sono innamorata del mestiere di scrivere, poteva essere il classico romanzo rosa, invece porto le cicatrici sul corpo di questo amore. Combatto ogni giorno per conquistare un pezzo del mio sogno, vivere di parole, perché anche se mi fa soffrire ne sono terribilmente innamorata.

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