Stefania Spampinato alias Carina DeLuca: il camice italiano di Grey’s Anatomy

Speranza, passione e sfacciataggine nell’intervista esclusiva al nuovo personaggio della serie americana

*** Non hai ancora letto la prima parte dell’intervista? Eccola qui***

Veniamo invece a Grey’s Anatomy: inizio subito dandoti fastidio. In tutta onestà questa serie è una carneficina di attori, la stessa morte di Derek ti aveva allontanato dal guardarla per un po’: quanta paura hai da 1 a 10 che il tuo personaggio, Carina DeLuca, possa morire? Se sopravvivesse alle perfidie del copione, come credi si evolverà?
Se devo essere onesta sono abbastanza fatalista, nel senso che se la uccidono, pace, vuol dire che doveva andare così e che dovrò andare a fare dell’altro e se invece no significa che hanno qualcos’altro di divertente in serbo per questo personaggio. Non sono stressata, non sto lì a pensare “Ora mi ammazzano in questo episodio!”, sto cercando di godermela giorno per giorno, anche perché le produzioni televisive non ti danno tante informazioni sul futuro. Sono stata presa soltanto per due episodi all’inizio e poco a poco mi hanno aggiunta negli altri, quindi tutto quello che è arrivato dopo per me è stato un regalo e cerco di continuare a viverlo così.

Sei una dottoressa lesbica che usa l’orgasmo come antidolorifico: Carina DeLuca in una serie italiana come Un medico in famiglia avrebbe fatto scandalo, ma in Grey’s Anatomy sfonda una porta già aperta, quella dell’omosessualità. Eppure una delle tue prime battute è: “Non capisco perché gli americani sono così puritani”.
In America hanno quest’idea di noi europei come persone molto mentalmente aperte e sessualmente attive; io non credo rappresenti la realtà, o meglio la realtà in tutta Italia e in tutta Europa, dipende dalla regione, dalla cultura, da famiglia a famiglia. In generale noi italiani siamo molto più aperti e molto più sfrontati anche nel parlare di sesso, di bellezza, o nello scherzarne; gli americani su questi temi scherzano molto poco. Infatti io stessa mi ritrovo sul set a dire delle cose che la gente reagisce tipo “Oddio!”, ed io: “Che ho detto?”.

Che ruolo ha Carina DeLuca nella storia di Arizona? Vi siete conosciute nello stesso bar di Meredith e Derek, sembrava che fossi la nuova Callie, ma nell’ultima puntata prima della Winter Finale le cose sono andate diversamente. Chiederti uno spoiler sarebbe troppo (o forse no?) ma cosa dovremmo aspettarci dagli episodi successivi alla pausa invernale?
Sai che non lo so neanch’io? Scopro quello che succede tra Carina ed Arizona episodio dopo episodio, non mi dicono niente di quello che accadrà dopo. Mi sto godendo la possibilità di lavorare con un’attrice come Jessica Capshaw, di recitare la parte del love-interest, dell’interesse amoroso di questo personaggio molto amato, però non so esattamente come e dove andrà a finire.A proposito di episodi: sono girati uno alla volta. Come ti sei trovata con questo sistema che serve immediatamente agli attori le reazioni del pubblico mondiale? Quali emozioni hai provato al tuo primo table read? [ndR: il table read è la visione collettiva del copione da parte di tutto il cast]Sicuramente il teatro mi ha aiutata: se fossi arrivata in uno spettacolo come Grey’s Anatomy sei anni fa, quando mi ero appena trasferita a Los Angeles, non sarei stata pronta a gestirlo, quindi sono contenta di esserci arrivata in questo momento della mia vita. Ovviamente non a cuor sereno -ero molto agitata quando sono arrivata al primo table read- ma sono stati tutti molto accoglienti, mi hanno fatta sentire a mio agio. E’ stato molto bello; la mia esperienza con gli attori italiani era stata diversa, nel senso che gli attori italiani tendono a prendersi molto sul serio, a tirarsela quasi, mentre in America sono più modesti, accoglienti, come se sapessero che siamo arrivati tutti dallo stesso posto, che abbiamo fatto una fatica pazzesca per riuscire a fare quello che amiamo come lavoro, e ci supportiamo a vicenda. C’è un po’ di competizione ma è una competizione sana, non fatta con cattiveria, o quantomeno io non l’ho percepita in quel modo.

Com’è cambiato il tuo rapporto con Grey’s Anatomy vivendolo dall’interno? Qual è il passaggio da spettatore a personaggio e che clima si vive all’interno del cast? Tuo “fratello” Andrew DeLuca (Giacomo Gianniotti) era forse uno dei pochi con cui potevi parlare italiano.
Credo che Shonda [ndR: Shonda Rhimes, la produttrice] abbia un dono nel prendere attori molto preoccupati del clima politico e sociale degli Stati Uniti, che cercano di comunicare anche attraverso il lavoro al di fuori di Grey’s Anatomy un messaggio positivo e di inclusione. E’ bello fare parte di una famiglia in cui tutti hanno un cuore pazzesco e si preoccupano per gli altri.
Con Giacomo ho un rapporto molto carino, parliamo spesso in italiano sul set e gli altri ci prendono sempre in giro perché non capiscono niente e scherzando credono che stiamo parlando male di loro!
Per quanto riguarda il passaggio da spettatore a personaggio, ancora mi do pizzicotti quando guardo Grey’s Anatomy e vedo la mia faccia spuntare. Dico “Oh! Sono io?”.Sei entrata in un momento storico importante per la serie, hai festeggiato il 300esimo episodio il cui tema era la nostalgia, che è stato scritto da Shonda Rhimes come una lettera dedicata ai fan che la seguono da ormai quattordici anni. Qual è il segreto di una serie che non ha perso né forza né pubblico in un così lungo periodo di vita?
Credo che parte del successo sia dovuto al fatto che i personaggi femminili sono molto forti e di grande ispirazione per le giovani donne, sono personaggi in cui io stessa mi sono immedesimata. Inoltre le relazioni sono molto veritiere e lo sono anche i problemi che si ritrovano ad affrontare, penso che sia uno degli ingredienti segreti di questo programma televisivo.

Mi hai detto prima che condividi con Carina DeLuca la stessa sfrontatezza, la sfacciataggine. C’è invece qualcosa di lei che “non ti assomiglia per niente”? In che modo la tua interpretazione arricchisce il personaggio di Carina e viceversa cosa da lei a te?
Per quanto riguarda quello che Carina dà a me c’è sicuramente la capacità di non preoccuparsi di quello che pensano gli altri. Lei crede nel suo studio, la gente la guarda e le dà della pazza, ma lei ci crede e per lei vale la pena di portare avanti il suo progetto e la sua passione; questa è una cosa che mi piace tanto del mio personaggio e che vorrei avere nella mia vita reale.
Per quanto riguarda quello che do io a lei… [fa una pausa, riflette]… mi piace pensare che sia il sorriso, perché le varie scene sono state scritte in un certo modo, ed il regista non mi ha mai detto di metterci un po’ più di humor, quindi credo di averle dato questo sorriso. Sono una persona che non prende la vita troppo sul serio e cerca di ridere tutte le volte che può.

La tua esperienza è un esempio di tenacia, di sacrificio e determinazione. Esiste ancora il sogno americano? Cosa può ancora offrire artisticamente l’Italia ed in che percentuale rispetto all’estero?
Ho da poco visto un film [Call me by your name, adesso candidato a 4 Oscar] di Luca Guadagnino, regista palermitano, che mi ha devastata, non ho smesso di pensarci e di piangere per questo film una settimana dopo averlo visto. Quindi mi piace pensare che il frutto di queste collaborazioni tra registi, attori, scrittori di diversi Paesi sia la ricetta di un prodotto speciale, diverso, che includa tutte le culture e gli artisti e possa comunicare con tutto il mondo.

Credits immagini: courtesy of Stefania Spampinato

avatar

Su di me: il cielo stellato

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.