Tatuaggi a colori: le nuove regole europee sui pigmenti

tatuaggi

L’Unione Europea non ha vietato i tatuaggi a colori ma ha definito regole più chiare sulle sostanze chimiche che si possono usare

Il 4 gennaio 2022 è entrato in vigore un importante provvedimento dell’Unione Europea, che introduce una regolamentazione più severa rispetto all’uso degli agenti chimici utilizzabili per tatuaggi e trucco permanente. Si tratta di regole che tutelano la nostra salute colmando un vuoto legislativo. A dispetto dei toni allarmistici con cui è stata diffusa la notizia, l’Unione Europea non ha affatto bandito i tatuaggi a colori. Ha però vietato l’utilizzo di circa 4000 sostanze, categorizzate come tossiche, cancerogene e irritanti, richiedendo un forte aggiornamento a tutto il settore.

La chimica dei tatuaggi

Gli inchiostri utilizzati per realizzare i tatuaggi sono sospensioni liquide che vengono iniettate all’interno della pelle mediante l’utilizzo di un ago. Gli ingredienti contenuti negli inchiostri sono molteplici, i più importanti sono i pigmenti, responsabili della colorazione dell’inchiostro, e i solventi o additivi utilizzati per renderli solubili e garantirne la penetrazione nella pelle. I pigmenti possono avere origine inorganica, presentandosi come polveri: ne sono un esempio il biossido di titanio (di colore bianco) e vari derivati del carbonio (neri). A parte i citati, i pigmenti colorati di origine inorganica sono sempre meno utilizzati, a causa del loro contenuto di metalli. Circa l’80% dei coloranti usati in industria ha origine organica: sono molecole con una struttura chimica che li rende fotoassorbenti, responsabile del loro colore vivo. Queste molecole vengono generalmente prodotte per sintesi chimica.

Nesnad, CC BY 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0, via Wikimedia Commons

Per rendere la miscela fluida ai aggiungono vari solventi: oltre all’acqua troviamo agenti emulsionanti, anti-schiuma e additivi per evitare che il pigmento si separi dalla soluzione acquosa. Infine troviamo in piccola percentuale i conservanti (fenolo, fenossietanolo, formaldeide), ingiustamente demonizzati anche nell’industria cosmetica, che servono a garantire la stabilità del prodotto, evitando la proliferazione di micro-organismi.

Cosa succede alla pelle quando si fa un tatuaggio

La principale destinazione delle molecole che compongono gli inchiostri dei tatuaggi è ovviamente la pelle. L’ago utilizzato dal tatuatore buca la pelle, provocando delle micro-ferite in cui l’inchiostro viene iniettato. Quando la pelle guarisce dal danno, il tatuaggio si fissa, in quanto le particelle di colorante vengono inglobate da cellule presenti nel derma, come fibroblasti e macrofagi. Quando queste cellule muoiono, rilasciando il contenuto del loro citoplasma, vengono rimpiazzate da altre, che recuperano le particelle di colorante. Questo è motivo per cui il tatuaggio, pur essendo permanente, tende a sbiadire nel tempo, perdendo di nitidezza. Ma la pelle è popolata da tante popolazioni cellulari, come le cellule dendritiche del sistema immunitario, che migrano nei linfonodi, portandosi dietro tutto ciò che incontrano. Ecco perché vari studi hanno evidenziato la presenza di molecole di colorante non solo nei linfonodi ma anche in organi come il fegato, deputati alla detossificazione dell’organismo, trasportati dalla circolazione sanguigna.

Da ciò si capisce che, pur avendo una funzione estetica, il tatuaggio è ben diverso da un cosmetico ed è certamente più invasivo per la pelle. Questo è il motivo per cui gli studi dei tatuatori devono garantire degli elevati standard di igiene e sterilità degli strumenti. I principali eventi avversi gravi che si possono verificare in conseguenza di un tatuaggio sono infatti le infezioni. Tra gli eventi non infettivi troviamo invece le allergie a qualche componente dell’inchiostro, un fattore altamente individuale, irritazioni ed altre complicazioni dermatologiche. Per ora non c’è evidenza scientifica che colleghi i tatuaggi a un maggior rischio di sviluppare tumori e anche se ci fosse bisognerebbe capire quale sia la componente dell’inchiostro ad avere un effetto cancerogeno. Quello che fanno gli enti regolatori è cercare di giocare d’anticipo su questo fronte, pianificando studi sui singoli componenti chimici per identificare quelli potenzialmente dannosi per la salute umana.

REACH: che cos’è e come ci tutela

L’iniziativa dell’Unione Europea si colloca in un contesto di regolamentazione più ampio, entrato in vigore nel 2007 con il nome di REACH, acronimo di Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals. Affinché un prodotto, di qualunque natura, possa essere commercializzato ed utilizzato in Europa, esso non deve contenere sostanze chimiche classificate come pericolose dalla REACH. La pericolosità di un agente chimico, nei confronti della salute umana e/o dell’ambiente, viene determinata tramite opportuni studi. Ma oltre ad applicare restrizioni, la REACH si occupa anche di segnalare sostituti per gli ingredienti problematici. Ovviamente però non per tutte le sostanze si applicano gli stessi parametri di misura: i controlli fatti sugli alimenti sono diversi da quelli fatti su cosmetici o prodotti per la pelle con utilizzo esterno. Il lavoro di revisione degli inchiostri per tatuaggi ha richiesto quasi cinque anni, approdando ad una restrizione su circa 4000 sostanze già alla fine del 2020.

Quindi cosa succederà ai tatuaggi colorati?

Le regole introdotte non cambiano nulla per quanto riguarda la possibilità di farsi un tatuaggio, di qualunque colore si desideri. Introducono linee guida più definite sull’utilizzo di sostanze meno rischiose per la salute, tutelando i consumatori. Dalla definizione di queste norme è passato già un anno, tempo in cui il settore avrebbe dovuto adeguarsi alla nuova normativa, con l’eccezione di due molecole, come spiega la biotecnologa divulgatrice Beatrice Mautino: «il Pigment Blue 15:3 e il Pigment Green 7, per i quali la Commissione e gli stati membri hanno concordato più tempo, fino al 4 gennaio 2023, perché al momento non hanno sostituti efficaci, ed essendo molto utilizzati vietarli da subito metterebbe molto in difficoltà gli operatori». D’altro canto, complice l’attuale situazione di difficoltà di reperimento di materiali in molti settori industriali, non è da escludere che per gli operatori del settore possano esserci problematiche e che si verifichino carenze per alcuni inchiostri colorati.

Per approfondire:
1 – Chemical hazard of tattoo colorants
2 – Understanding REACH
3 – Tatuaggi a rischio, un video della divulgatrice Beatrice Mautino

Immagine di copertina: Photo by Fallon Michael on Unsplash

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Milanese, biotecnologa e bioinformatica. Curiosa per natura ho scelto di dedicare la mia carriera alla scienza. Di fronte a tutto ciò che passa sotto la lente di ingrandimento della mia curiosità, cerco sempre di ricordarmi che per trovare risposte bisogna fare le giuste domande.

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