Ucraina: narrare di una guerra

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda di come lo guardi. Quanto è stato riempito quello dell’Ucraina?

Ogni cosa è fatta di tre punti di vista: il mio, il suo e la verità.

Oriana Fallaci

Ce ne possiamo rendere conto dalla narrazione che i diversi media internazionali stanno portando avanti in queste ore sui drammatici avvenimenti in Ucraina.

Il filtro storico porta a diverse interpretazioni dei fatti e conseguentemente diverse reazioni: vediamone alcune.

Versione numero 1

Chi abbandonerebbe un amico, un consanguineo che chiede disperatamente aiuto? Chi avrebbe il cuore di lasciare alla sofferenza un fratello?

Questa storia inizia nel IX secolo d.C., quando un popolo di origini slave decise di dare vita al proprio regno nella regione a settentrione delle grandi foreste orientali, tra il mar Baltico e il mar Nero: lo Stato Rus’ di Kiev.

Cartina del Rus’ di Kiev intorno al X secolo. Fonte: Madaki per Wikimedia Creative Commons (CC-BY-SA-3.0).

Questa grande unificazione comportò pace e prosperità per la regione, che ebbe così la possibilità di sviluppare un’economia forte e rigogliosa.

Nel 988 d.C. sotto il sovrano Vladimir I, tale regno si convertì al cristianesimo, grazie anche al vantaggioso matrimonio tra il monarca e la sorella dell’imperatore bizantino Basilio II, che presto prese una deriva ortodossa.

L’affinità culturale con i popoli confinanti a nord est era grande (pur sempre di Variaghi si trattava). Bisognò attendere però il 1764, con l’annessione della zona all’Impero Russo, per avere un’unificazione di quello che poté finalmente chiamarsi popolo russo, dopo quasi sette secoli di condivisione culturale.

Una svolta inaspettata si ebbe però nel 1917, quando un gruppo di uomini, chiamati bolscevichi, diede luogo alla Rivoluzione. Cominciò così la costruzione a tavolino di quella che oggi definiamo Ucraina, seguendo la pancia dei nazionalisti e non la volontà delle persone che lavoravano, mangiavano, amavano in quella terra.

I confini mutarono forma a seguito della seconda guerra mondiale e della fondazione dell’U.R.S.S. . Pezzi vennero sottratti (parti della Volinia e della Galizia) e aggiunti (concessione della Crimea) fino a completare quella che è la più grande catastrofe del ventesimo secolo: lo smembramento del territorio unificato da  Pietro I il Grande, la sottrazione dal corpo russo del cuore ucraino.

Le genti della zona si ritrovarono così alienate dalla propria patria, perseguitate per la propria lingua, oggetto di un genocidio in nome di meri giochi di potere.

Versione numero 2

Davvero vogliamo assistere inerti alla vista dell’oppressore che strappa il diritto all’autodeterminazione di un popolo sovrano? Ricordatevi che ora tocca a loro, ma i prossimi saremo noi.

Questa storia inizia con un popolo che non riesce a cicatrizzare le ferite derivanti da anni di sottomissione a forze esterne che lo hanno eliminato dallo scacchiere geopolitico per circa due secoli. Per questo estremamente sensibile al tema della libertà e dell’indipendenza.

L’Ucraina si batte per la sua libertà ma anche quella di tutti noi europei e noi li supporteremo al 100% in questo.

discorso del presidente Duda del 24/02/22

Camminando per le strade di Varsavia, si può ancora sentire il risentimento verso l’occupazione nazista prima e comunista dopo. Risentimento che non viene nemmeno apparentemente celato nel discorso del presidente polacco sull’invasione dell’Ucraina.

«La guerra porta morte, distruzione, catastrofe e nessuno lo sa meglio di noi»

discorso del presidente Duda del 24/02/22

Un popolo estremamente scettico nei confronti del vicino russo dati i precedenti storici.

Molti leader europei si sono illusi che fosse possibile condurre normali negoziazioni con Putin, noi vi avevamo avvertito che invece non lo era. […] Dobbiamo essere responsabili in quanto oggetto della propaganda e disinformazione russa, non facciamoci dividere.

discorso del presidente Duda del 24/02/22

Tuttavia, orgoglioso di essere stato la scintilla che ha liberato il blocco orientale dal dominio dell’U.R.S.S. con il movimento Solidarność (‘solidarietà’). Il presidente Duda ne è ben consapevole, per cui non è una coincidenza se elencando i valori fondanti della Repubblica polacca termina la lista con quella solidarietà che rimbomba nell’orecchio dell’ascoltatore.

A seconda di come affronteremo il male che si sta svolgendo sotto i nostri occhi dipende il futuro del mondo libero: libertà, democrazia, norma di legge, diritti dell’uomo, solidarietà hanno veramente un significato o sono solo belle parole? Per noi polacchi sono le fondamenta.

discorso del presidente Duda del 24/02/22

Un discorso, quello del 24 febbraio, che risalta tutte le caratteristiche storico-politiche dei polacchi e che urla disperatamente la paura di essere i prossimi nella linea di successione all’invasione russa.

Versione numero3

Libertà, Uguaglianza e Fratellanza: chi saremmo senza? Non bisogna permettere a nessuno di calpestare ciò che coincide con l’essenza stessa dell’essere umano.

Questa storia inizia nel 1789, data molto importante non solo per uno specifico paese ma per tutta l’Europa. Bisogna fare un salto spazio-temporale così grande affinché sia possibile comprendere veramente i meccanismi alla base del sentire francese.

Spartiacque tra l’età moderna e quella contemporanea, la Rivoluzione Francese riuscì a sovvertire quello che era un sistema secolare stabilito, l’Ancien Régime.

In questo contesto prende forma il celebre motto francese Liberté, Égalité, Fraternité. Fu però necessaria la III Repubblica perché esso divenisse il simbolo ufficiale dell’Esagono.

È infatti solo all’interno di una cornice repubblicana che questo slogan può trovare la sua espressione più piena: la liberà raggiunta con l’adozione del suffragio universale, l’uguaglianza socio-economica grazie alla promozione di Associazioni Operaie (Commission du Luxembourg) e la fratellanza che unisce nella lotta interna (contro un governo spietato) ed esterna (contro un nemico estero).

Con questa base possiamo cercare di comprendere ora le parole di Macron in merito alla situazione ucraina. Parole che sembrerebbero narcisiste visto l’incipit «Français, mes chers compatriotes» e la chiusa «Vive la République et vive la France», come se fosse la Francia stessa il suolo di guerra.

Troviamo quindi il tema della libertà menzionato più volte («Leur liberté et la nôtre»), dell’irrinunciabilità all’unità («Ne cédons rien de notre unité») e della fratellanza interna tra compatrioti («nos principes […] nous ont faits tenir ensemble») ed esterna con il popolo ucraino («La France se tient aux côtés de l’Ukraine»). Macron rimarca più volte che la risposta francese sarà senza debolezza, come i rivoluzionari francesi portati ad esempio dalla storia.

Abbiamo visto così che le tinte scelte per dipingere la tela dipendono da chi è il pittore.

Quali saranno i nostri colori? Quale sarà la nostra versione?

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Ciò che sappiamo è solo una goccia, ciò che ignoriamo è un oceano. - Isaac Newton

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