Vik Muniz: dalla discarica al museo

L’arte di Vik Muniz gira intorno ai rifiuti e al riciclo. Nel suo progetto umanitario raccontato nel documentario “Waste land”, trasforma il pattume in manna dal cielo per i catadores brasiliani

Letizia Battaglia, Vik Muniz e Ai WeiWei: tre nomi, tre forme d’arte sociale. Uno speciale dedicato ai grandi artisti che hanno fatto e osservato la storia contemporanea. Gli articoli già pubblicati si trovano a questo link.

Immaginate di essere un semplice ragazzo. Di esser nati e cresciuti in un paese povero del Brasile dove il destino di ognuno è già scritto, e vedere improvvisamente una possibilità di riscatto. Questo è successo a Vik Muniz.

Nasce a San Paolo il 20 dicembre del 1961. Giovane e spensierato, si ritrovò in mezzo a una sparatoria. Si ferì non gravemente e con i soldi della causa vinta in tribunale comprò un biglietto aereo di sola andata per New York in cerca di un futuro migliore.

Nei primi anni Ottanta arriva nel quartiere newyorkese di Est Village, dove viene attratto da giovani artisti, ragazzi come lui, appartenenti alla freschissima Picture Generation.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona
Vik Muniz. Credits: Facebook

Diverse dinamiche e fattori concorrono alla definizione di ciò che è arte per Vik Muniz

L’arte di Vik Muniz crea un legame, una sorta di connessione che possa interfacciare lo spettatore tra due mondi: realtà e immaginazione. L’opera non è soltanto la fotografia appesa al muro di un museo, ma il processo con cui ci si è arrivati. La scelta dei materiali, il contributo e la cooperazione di altre persone hanno una notevole importanza.

Il progetto Waste Land supera il processo di realizzazione: racchiude in sé empatia, umanità, fratellanza, disponibilità, sostegno, aiuto, servizio e riscatto.

Le tecniche di Vik Muniz sono sicuramente pittoriche, ma mai standard o basiche.

Una passione per i rifiuti

Vik utilizza per le sue opere rifiuti che escono quotidianamente da ogni casa. Dai materiali comuni ai prodotti alimentari.

Solitamente gli step per la creazione dell’opera d’arte sono gli stessi: dall’accurata scelta dei rifiuti si passa alla loro disposizione su un piano in modo da formare forme, figure o immagini riconoscibili. Viene scattata una foto del piano dall’alto in modo da cogliere ogni singolo elemento.

The kiss by Vik MunizWaste materials

Posted by Eco Designer on Friday, September 7, 2012

Con la trash art, Vik Muniz è un artista che da sempre promuove l’utilizzo dei rifiuti nell’arte nel nome del riciclo, ma con il tempo ha capito che l’arte poteva assumere un ruolo ancora più importante: aiutare i bisognosi mettendola al loro servizio.

Vik si definisce eccentrico e narcisista – come ogni artista poi si rivela – e in un’intervista specifica come si sia messo a disposizione dei meno abbienti esclusivamente per soddisfare un piacere personale. Un’enorme sensazione di appagamento e un’indescrivibile soddisfazione che si provano nell’aiutare le persone.

Nel cortometraggio Waste Land che riporta e documenta due anni di duro lavoro, Vik Muniz investe veramente tanto. Tanto tempo, tante energie, tanta anima.

Nel 2010 decide di andare nella più grande discarica dell’America Latina: il Jardim Gramacho

Entra in contatto con i catadores, la feccia della feccia di Rio de Janeiro. I catadores vivono in estrema povertà, in baracche fatiscenti nelle favelas. Per sopravvivere e aiutare la famiglia, guadagnano una miseria lavorando in condizioni disumane nella discarica come riciclatori.

Questo fanno giorno e notte: girano su montagne di rifiuti dalle quali recuperano gli scarti dell’elité di Rio de Janeiro. E trovano di tutto: cibo gratis, oggetti per decorare le baracche, giocattoli per i figli, qualcosa che per fortuna si rivende bene, qualche pericolo, qualche cadavere.

Jardim Gramacho. Credits: Wikimedia Commons

Tião, presidente dell’associazione dei Catadores, si occupa della loro tutela e della vendita dei materiali da riciclare.

Zumbi lavora alla discarica da quando aveva nove anni. Con il desiderio di imparare a leggere, vaga in cerca di libri per costruire una biblioteca disponibile e aperta a tutti tra le baracche.

Suellem è una ragazza giovanissima, madre di due bambini. Invece di scegliere la strada della prostituzione, per mantenere la famiglia smista rifiuti da quando aveva sette anni.

Loro come molti altri erano considerati gli scarti della società e Vik Muniz li ha trasformati in opere d’arte utilizzando i rifiuti che ogni giorno raccolgono.

Li ha fotografati

Tião, in una vasca da bagno, è diventato Marat del dipinto di Jacques-Louis David. Zumbi, il Seminatore di Millet. Suellem, con un velo in testa, una bellissima madonna rinascimentale.

Proiettando le loro foto sul terreno in modo da seguire le linee guida dei contorni, le figure di Tiao, Zumbi, Suellem e altri, sono state realizzate con la spazzatura.

Successivamente le opere sono state esposte ad un museo di arte moderna Rio de Janeiro, e Vik, che ormai aveva stretto un certo legame con i catadores, li ha portati con sé.
Il ritratto di Tiao versione Marat è stato battuto all’asta per 50.000 $, che Vik ha donato all’associazione dei catadores.

L’arte è rivoluzione

Queste opere non hanno rivoluzionato esclusivamente la tecnica, sensibilizzato il mondo sul riciclo, sulla raccolta differenziata, e tutti quei discorsi da ambientalisti.

Queste opere hanno rivoluzionato e ribaltato completamente la vita di persone che non si sarebbero nemmeno mai permesse di desiderare un futuro diverso e lontano dal vivere in una discarica. Perché sapevano che il mondo li considerava davvero al pari di ciò che raccoglievano.

E dopo una storia del genere, l’opera d’arte è il ritratto di Tião incorniciato su parete o la storia di Tião, il progetto umanitario dell’artista Vik Muniz, e il vortice di lacrime ed emozioni che stanno alla base?

Nel 2012, due anni dopo l’uscita di Waste Land, la discarica Jardim Gramacho è stata chiusa. Grazie a Vik Muniz, alcuni catadores sono riusciti ad abbracciare un nuovo futuro.

(Immagine di copertina tratta dal documentario Waste land di Vik Muniz)

avatar

Pratese, illustratrice e aspirante tatuatrice. Frequento il Master di tatuaggio artistico all'Accademia di belle arti di Udine e comunque a cinquant'anni voglio diventare sindaco del mio paesino nella Maremma. Insaziabilmente curiosa di sapere, fare e conoscere, mi piace anche parlare. Multitasking insomma!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.