Anna Oxa conquisterà la Gen-Z dal palco di Sanremo?

La risposta è sì. Se non per il suo presente, almeno per il suo passato.

Era il lontano 2013 quando sentii per la prima volta il nome di Anna Oxa. Avevo sedici anni. Come facevo abitualmente, trascorrevo il sabato sera a casa di mia nonna per guardare con lei Ballando con le stelle. E lì comparve lei, Anna Oxa, con lunghissimi capelli neri e bianchi, un trucco vistoso volto ad accentuare gli zigomi sporgenti, vestiti pieni di frange.

Si ritirò in seguito a un infortunio a circa metà della gara, ma fece ora a creare dei piccoli “scandali”, di cui ho ricordi molto confusi. Ricordo senza dubbio che ballò senza scarpe, a piedi nudi, introducendo qualche coreografia di danza contemporanea. Ricordo che sul palco era aggressiva, animalesca, spontanea. Ricordo che mi piacque molto.

E così mi trovo ora, dieci anni dopo, a tifare per lei alla 73° edizione del Festival della canzone italiana. Nel frattempo ho iniziato ad ascoltare la sua musica, a conoscerla, ad amarla. Sì, perché voci come la sua sono cose rare, prodigiose, indimenticabili. Anna Oxa è una delle colonne portanti della musica italiana e una di quelle donne, di quelle artiste, che riesce ad emozionarmi nel profondo (assieme a Mia Martini e Mina).

I Sanremo di Anna Oxa

Anna Oxa partecipa nel 2023 a Sanremo per la quindicesima volta. Ha vinto due volte in precedenza, con Ti lascerò, cantata con Fausto Leali nel 1989 e con Senza pietà, dieci anni dopo. Altre volte è andata vicinissima alla vittoria, come nel suo primo Sanremo, nel 1978, dove arrivò seconda con il suo brano più celebre Un’emozione da poco, che quest’anno risentiremo sul palco dell’Ariston venerdì sera, in occasione della serata delle cover. Oppure con Storie, nel 1997.

Anna Oxa regala solo performance memorabili. Perché la sua voce raggiunge note impareggiabili, prima di tutto. Per le sue musiche pop ma con qualche contaminazione elettronica e musiche da liscio in balera. Perché le sue canzoni parlano di tante cose: parlano d’amore ovviamente, ma parlano anche dell’essere donna, dell’affermazione di sé stesse, di crescita; parlano di uomini, di città, di metropoli e cambiamenti. Ha donato la sua voce alle parole di autori come Ivano Fossati, Roberto Vecchioni, Adelio Cogliati. La canzone di quest’anno Sali (canzone dell’anima) è scritta, oltre che da lei, da Francesco Bianconi (Baustelle), Kaballà e Fio Zanotti.


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Perché i suoi look hanno sempre qualcosa da dire e da raccontare: nel 1978, appena diciassettenne, si presenta con un look androgino, come la Diane Keaton di Io e Annie; nel 1986 si presenta con un vestito nero, incrociato sul petto, con un un velo che sembra un hijab e l’ombelico in bella vista (cantando tra l’altro un pezzo difficilissimo, che mi ostino a tentare di cantare sotto la doccia con risultati deludenti). Nel 2011 il trucco è appariscente e i capelli lucidi e acuminati, con un’influenza bowieiana dal fascino marziano. Insomma, non è un’artista che passa inosservata.

Tra vecchie glorie e Gen Z: perché Anna Oxa continua a piacere

Devo dire la verità: mi ha molto sorpreso l’entusiasmo dei miei coetanei, di noi a cavallo tra i Millennials e la Gen Z, per il ritorno di Anna Oxa a Sanremo. E invece c’è stato. E nonostante i pochi Baudi che la cantante vale al Fantasanremo, vedo dell’entusiasmo. Anna Oxa è la concorrente di questo Sanremo in grado di unire tutte le generazioni: quelli che nel ’78 la videro per la prima volta cantare Un’emozione da poco e chi questa canzone l’ha forse scoperta guardando il programma di Milly Carlucci o innamorandosi dello Zingaro in Lo chiamavano Jeeg Robot.

Come dicono i tipi di Rolling Stone:

C’è poco da fare: Anna Oxa è una che, quando canta, lo fa per davvero. Ma è molto di più: un’artista che è andata (e va ancora) controcorrente. È probabilmente la vera diva del festival di quest’anno, una che riesce a calamitare l’attenzione su di sé e che ha partecipato 14 volte a Sanremo

Anna Oxa è una diva vera, un personaggio ammaliante e forte, divisivo e carismatico. In grado ancora oggi di conquistare il pubblico: siamo tutti in attesa di un grande ritorno, di una canzone e di un album che ci raccontino la nuova Oxa, quella del 2023, travolgente come sempre e con ancora qualcosa di nuovo da dirci.

A lei, inoltre, l’arduo compito di aprire il Festival. Sperando che la posizione sia di buon auspicio!

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Laureata in Scienze filosofiche e ora studentessa del Master Professione Editoria cartacea e digitale a Milano. Quando non leggo, scrivo. Quando non scrivo, guardo film. Quando non guardo film, parlo ai miei amici dei film che ho appena visto. Quando non faccio nessuna di queste cose di solito sto cercando di replicare qualche ricetta di Masterchef.

1 Comment

  1. Credo che ciò che è stato detto su Anna Oxa sia sacrosanto.
    Anch’io la metto assieme a Mina e a Mia Martini nell’Olimpo delle grandissime che sanno emozionare aggiungendovi però anche Milva.
    Spero che i giornalisti, sempre prevenuti nei suoi confronti, si rendano conto della sua grandezza ed esprimano giudizi veri non dettati dall’antipatia che hanno sempre sfacciatamente mostrato, a torto, nei confronti di Anna Oxa.

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