Il Santo Padre in cammino verso la famiglia, sì alle unioni civili?

L’opinione del Santo Padre vuole essere un piccolo basamento per la creazione di una casa

Amore è quell’emozione che tutti noi viviamo pienamente durante la nostra vita, si tratta di quel forte sentimento che non per forza si prova con un compagno, ma anche con un amico, un parente, con ogni persona che incontriamo durante il nostro viaggio. Ma qual è la nostra idea di Amore? Sentimento con la lettera maiuscola? Eros? Condivisione? Su questo argomento nascerebbero ancora tante altre domande, ma per la prima volta dopo parecchio tempo comincia a sorgere qualche risposta, nelle ultime settimane -infatti- il Papa ha fatto parlare di sé con le sue dichiarazioni in merito alle unioni civili e le famiglie.

Anticamente, i greci e i romani avevano un’idea dell’amore diversa rispetto a un millenial. Relazioni tra marito e moglie, padrone e schiava e anche padrone e schiavo. Vi era insomma un amore libero. Ogni componente della società rispettava l’altro e in caso contrario iniziavano diatribe di cui si può tranquillamente leggere nei libri di storia. Col tempo questa idea di amore si concretizza – e già si sbaglia in partenza – in luoghi comuni che veicolano la società fino ai giorni nostri. Perché rinchiudere un sentimento all’interno di uno schema?

Nel corso del tempo, il tema dell’omosessualità è stato trito e ritrito in diverse forme e modalità; senza mai giungere a una conclusione concreta se non con le prime unioni legalizzate in Svizzera nel 2004.

Oggi l’uomo ha compiuto grandi progressi – unioni civili, adozioni in alcuni paesi ad esempio -; ne sono state testimonianza le parole recenti di papa Francesco, il quale si è rivolto a favore della famiglia, nucleo fondamentale dell’individuo sia per la società sia per la religione. Nel docufilm presentato alla Festa del cinema di Roma 2020, il sommo pontefice ha esplicitato la propria opinione con queste parole riportate da un articolo della testata giornalistica l’Avvenire:

Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge di convivenza civile. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo

Papa Francesco nel docufilm “Francesco“ di Evgeny Afineevsky

Per molti cattolici conservatori potrebbero sembrare parole anomale, per altri una novità di grande spessore: l’inizio dell’apertura in tal senso della Chiesa cattolica. A mio modo di vedere, la personale opinione del Santo Padre vuole essere come un piccolo basamento per la creazione di una casa, partendo dai diritti civili per arrivare alla vera e propria felicità e serenità sociale. Forse la strada per il matrimonio in chiesa è ancora un po’ lunga ma l’iter verso questa meta inizia a prender forma.

La Chiesa cattolica cerca di camminare parallelamente con l’individuo. Essa accoglie tutti gli uomini e, con le parole di Bergoglio, tutto diventa ancora più concreto.

Ricordiamo così che ognuno di noi è libero di agire come meglio crede, fare le scelte giuste o sbagliate ma su una cosa tutti noi siamo uguali! Siamo fatti per amare, in qualsiasi modo, non c’è sentimento più bello e forte che segni la nostra vita. L’altro può rispettare la decisione, non condividerla, ma accettarla senza sprecare tempo in parole o idee banali su quanto magari potremmo essere invidiosi della felicità altrui. Usciamo fuori da determinati schemi – come ha fatto il Papa – e urliamo quanto sia bello vivere e soprattutto amare ogni uomo, donna, anziani, bambini… Durante una serata su Rai 1, Benigni rifletteva sui comandamenti dicendo che alla fine di tutto saremo giudicati sull’amore. Che si creda o meno in Dio è proprio così; a conclusione di tutto resterà l’amore!