In amore manteniamo le distanze

Una riflessione sull’amore per orientarsi nel tema più misterioso di sempre, con l’aiuto di Massimo Recalcati e di altre grandi menti

Quant’è difficile parlare d’amore. Quant’è difficile parlarne in un modo che non suoni banale o troppo melenso. Oggi proverò a farlo condividendo con voi una riflessione sull’amore che a molti sembrerà assurda all’apparenza, altri la rifiuteranno seccamente ma forse qualcuno – come è capitato a me – la troverà illuminante. 

Quella che voglio proporvi è una visione di rottura. Un pensiero che scardina totalmente ciò che impariamo fin da bambini sull’amore, cioè che l’amore sia la ricomposizione con l’altra metà della mela. Ci viene insegnato che l’amore è unione, fusione, identificazione con e nell’altro. Per mettere in discussione questo dogma, voglio partire con un’interpretazione opposta a quella che si è soliti dare del celebre dipinto di Magritte “Gli amanti”.

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Il quadro del pittore francese ritrae due amanti con la testa integralmente avvolta da un panno nell’atto di baciarsi e viene spesso preso come simbolo dell’incapacità di fondersi l’uno nell’altro e quindi dell’impossibilità dell’amore. Invece vi dirò che questo dipinto di Magritte rappresenta l’unica forma di amore possibile

Per spiegare il concetto, mi rifarò a un insieme di riflessioni del grande saggista e psicanalista Massimo Recalcati raccolte nel libro Mantieni il bacio (Feltrinelli, 2019) ed esposte anche nel programma televisivo Lessico Amoroso, andato in onda su Rai 3 e disponibile su RaiPlay

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Amori che bruciano e amori che durano

Prima di addentrarci nella questione, bisogna fare una distinzione tra due tipi di esperienze amorose. L’amore che brucia è solitamente identificabile con la fase dell’innamoramento, quando i sensi sono al massimo e si è accecati da questa nuova condizione. L’amore che dura è ciò che viene dopo. La grande domanda di Recalcati, e di tutti noi, è se le due diverse esperienze amorose possano coesistere o se una possibilità escluda l’altra. L’amore che brucia ha inevitabilmente una durata limitata? L’amore che dura è sempre destinato a non bruciare più? Non esistono risposte univoche ovviamente, ma la visione qui proposta è una delle possibili condizioni di quegli amori che continuano a durare bruciando. E soprattutto, è uno spunto per riflettere.


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L’amore è altro da noi 

Per confutare l’idea delle metà della mela, bisogna far proprio il pensiero che l’oggetto del nostro amore sia qualcosa di diverso da noi. Le caratteristiche dell’altro ci colpiscono in modo così folgorante quando le percepiamo lontane e diverse dalle nostre. In un amore destinato a durare non incontro un mio simile, qualcuno a mia immagine e somiglianza, non guardo l’altro come proiezione di me stesso. Non amo l’omogeneo ma amo il diverso. 

Recalcati cita lo psicanalista e filosofo francese Jacques Lacan quando afferma che «nell’amore noi facciamo l’esperienza del muro». In altre parole, amare qualcuno vuol dire amare la sua alterità. E nell’alterità, per definizione, c’è sempre qualcosa che sfugge, che non ci appartiene. Dunque, l’amore è ovviamente anche condivisione e fusione, ma l’amore che dura è quello che porta con sé l’esperienza dell’oscuro, quello che accetta e si nutre anche della parte misteriosa, irraggiungibile, indecifrabile, segreta e imprevedibile dell’altro. 

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Libertà e rischio: due aspetti imprescindibili dell’amore

Tutti pensiamo che l’amore si basi sulla condivisione, ma la condivisione non è fusione. La scrittrice Rossella Postorino, ospite di una puntata di Lessico Amoroso dice: «Nell’amore di coppia noi amiamo qualcuno che non abbiamo generato e da cui non siamo stati generati. Amiamo qualcuno che essenzialmente è un estraneo».

Questo ci deve far pensare ed accettare che l’amore comporti sempre un fattore di rischio e che quando amiamo un “estraneo” siamo esposti alla possibilità che questo ci causi dolore, separandosi da noi. L’amore è l’incontro tra due libertà, che tali rimangono. Che condividono ma non si fondono. Quando amiamo accettiamo l’assoluta libertà dell’altro, con tutti i rischi che ciò comporta. Gli amori che non accettano questa condizione sono destinati a non durare o a degenerare in storie di violenza. 

Accettare che la libertà dell’altro sia assoluta significa che io non posso essere proprietario della libertà dell’altro, che la libertà dell’altro trascende ogni mio sforzo di appropriarmene e che dunque ogni amore porta con sé il rischio della sua fine.

Massimo Recalcati, Lessico Amoroso, Rai 3, 2019
Massimo Recalcati, credits: Salone del Libro di Torino 2015

Separare le metà della mela

Per andare oltre al mito trito e ritrito de “l’altra metà della mela”, Recalcati propone una visione contraria. Invece di pensare all’amore come a un ricongiungimento, l’incontro amoroso è un’occasione per rompere l’unicum che ognuno di noi è. Da questa prospettiva, l’amore è un’opportunità di condivisione e di arricchimento, ma non di completamento. Ognuno di noi dovrebbe aspirare a sentirsi completo da solo, senza il bisogno della presenza dell’altro. Solo così si può essere pronti ad accogliere e ad amare un’alterità. Era di questa idea anche lo scrittore americano Philip Roth:

Cosa crede la gente, che basta innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime… Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare, e l’amore ti spezza. Tu sei intero e poi ti apri in due.

Philip Roth, L’animale morente, Einaudi, 2003

L’intimità e il desiderio possono coesistere?

Tornando alla contrapposizione tra intensità e durata, molto spesso ci si chiede quanto duri il desiderio, che è l’elemento fondamentale degli amori che bruciano. Sembra che questo sia inversamente proporzionale all’intimità. L’esperienza molto spesso ci dice che più si è intimi, più si è familiari, più si è trasparenti, più si conosce ogni cosa dell’altro, meno il desiderio si rinnova. Allora verrebbe da dire che è impossibile per gli amori che durano continuare a bruciare. 

Per chiudere il cerchio, Recalcati ci indica una via. Gli amori che durano e non si spengono sono quelli in cui i due amanti mantengono intatte le proprie libertà e alterità, sanno stare da soli, non svelano all’altro proprio tutto di sé, conservano quel qualcosa che sfugge, quella necessaria distanza che alimenta il desiderio. Gli amori che durano sono quelli che continuano a perpetuare nel tempo il primo sguardo e la prima volta. Come si arrivi a questa condizione non ci è dato sapere. È la grande sfida di tutti noi. 

Ecco allora che gli amanti di Magritte non rappresentano l’impossibilità dell’amore, ma l’unica forma possibile di amore che dura. I panni che avvolgono la testa dei due sono il simbolo dell’alterità che ognuno deve mantenere per vivere l’amore come arricchimento e non come bisogno. Esprimono quella piccola parte di noi che deve rimanere misteriosa e segreta, che ci rende completi anche senza l’altro e perciò più capaci di amare. I panni di Magritte sono l’elemento di separazione che ci affranca dall’essere due spicchi della stessa mela e ci rende due bellissime entità che stanno bene insieme. 

(Immagine di copertina: raccontidalvicinato.it)

Lavoro nel mondo della comunicazione e passo il resto del tempo tra sport, libri e concerti. Mi piace scrivere poesie, andare alla scoperta di luoghi e, in generale, guardare oltre la superficie delle cose. Su Cogito et Volo do spazio alle mie visioni e riflessioni.

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