Nascondersi: da Billie Eilish al velo islamico

Sei tu a dover scegliere. Non gli altri o il loro giudizio sulla tua persona

Internet è un fantastico strumento. A volte. Altre volte invece ti fa solo rattristare per ciò che vieni a scoprire. L’argomento in questione è la giovanissima popstar dal look oversize, Billie Eilish. Andando su Google Trends ho inserito quattro parole chiave che la riguardavano e dai risultati è emerso che quella più gettonata in assoluto fosse il nome della cantante, a cui seguiva poi l’interesse rivolto al suo corpo, al suo seno e soltanto all’ultimo posto l’interesse per le sue canzoni. Raccapricciante.

Questa è la motivazione che spinge la giovane cantante a vestirsi oversize. L’unica variazione sembra essere dovuta all’umore: un giorno si veste da ragazzo, quello dopo da ragazza alternativa, ma sempre taglie extra-large che vanno a nascondere le sue curve. Vuole imporsi sui pregiudizi, vuole che le sue canzoni vengano ascoltate ancor prima che il suo corpo venga visto.

Not my responsability

Nel videoclip 2020 “Not my responsability” si domanda «Facciamo supposizioni sulle persone in base alla loro taglia […]. Se mi vesto comoda non sono femminile, se mi copro meno sono una p*****a. Chi decide cosa significa se sono più o meno vestita? Il mio valore come persona si basa solo sulla tua percezione? O la tua opinione su di me non è una mia responsabilità?».

Si racconta perennemente vittima di body shaming, claustrofobica in una società che la ingabbia con la sua chiusura mentale. Nel video si va spogliando circondata da una flebile luce che illumina impercettibilmente i contorni del suo corpo, infilandosi in una vasca con un liquido denso e nero come la pece in cui si immerge totalmente fino a scomparire.

Depressione. Autolesionismo. Il non sentirsi desiderata. Il non piacersi.

Il suo stile oversize comincia così, dalla voglia di nascondersi e quindi proteggersi dalle malelingue, ma poi nel suo travagliato trascorso e nella sua evoluzione si intravede una timida voglia di rimarcare la propria strafottenza verso l’altrui giudizio e la voglia di tornare ad essere felice. Difficile dire dove finisca e uno e inizi l’altro, il confine è veramente labile.

Ma Billie Eilish diventa simbolo, conforto per tutti quelli che come lei vengono derisi e presi di mira per il loro aspetto fisico.

Da Occidente a Oriente

In un certo senso il sentimento che spinge Billie Eilish a coprirsi è “discendente” da quello che ha originato il velo islamico. Quest’ultimo in realtà risale alla Mesopotamia assira (1100 a.C. circa) ed era imposto a qualsiasi donna sposata. Con l’avvento dell’Islam continua l’uso del velo, ma le scuole di pensiero di dividono: c’è chi dice che sia simbolo di dignità, contrapponendosi a chi invece sostiene che simboleggi la subordinazione della donna all’uomo, che ne diventa padrone. Parti come nuca, orecchie, collo e capelli – ritenuta una vera calamita per l’uomo – devono essere coperti e nascosti agli uomini estranei. Esistono vari tipi di veli e indumenti coprenti nella cultura islamica e tutti più o meno assumono il compito sopra citato.

Molti governi europei, convinti di aiutare le donne appartenenti a questa cultura, sono intervenuti vietandone l’utilizzo, accusando la cultura islamica di schiacciare l’identità della donna, di plagiarla. Così è stato per alcune. Ma l’errore è cadere nella tentazione di fare di tutta l’erba un fascio e che indossare l’hijab significhi solamente un atto di oppressione e sottomissione per la donna, avendo la “presunzione” di sapere cosa è meglio per lei. Non è poi tanto diverso dalle imposizioni islamiche.

Quello di indossare il velo o di non farlo dovrebbe essere un diritto, non l’ennesima imposizione lanciata da un mucchio di uomini con zero empatia e che di quello che vogliono le donne non hanno capito un accidente! Il diritto al libero arbitrio. Non vogliono realmente salvarle, vogliono eliminare la diversità.

Il diritto di essere se stessi

Molte donne, messe nella condizione di poter scegliere liberamente, decidono in maniera consapevole di mantenere il velo. I motivi sono i più disparati: c’è chi dice che è un modo per stare composte e trasudare dignità, un simbolo di decoro, un atto di fede per innalzare la spiritualità a discapito dell’ego o tradizione.

Ma il velo è anche estetica, icona, storia della propria terra d’origine, identità e talvolta un vero e proprio modo per nascondere le proprie grazie affinché l’interlocutore si concentri di più sul contenuto della conversazione più che sulla forma di chi sta parlando. Così come anche un look oversize può essere tutto questo!

Alla fine dei conti nulla ha più importanza: che tu sia Billie Eilish e ti piaccia vestire oversize o una musulmana che voglia oppure no portare il famigerato velo, sei tu a dover scegliere. Non gli altri o il loro giudizio sulla tua persona. Fai quello che ti fa stare bene!

(Immagini di copertina: unsplash.com and deerwaves.com)

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Sono una persona semplice, vado dove mi porta l'istinto. Credo nel sarcasmo e nell'ironia, ma anche nella bellezza della luce filtrata da una serranda, nel tramonto in riva al mare, nella risata che ti toglie il fiato. Credo in un mondo che ci fa sentire scardinati e perennemente in bilico, ma ogni tanto, se abbiamo fortuna, possiamo sentirci nel posto giusto al momento giusto. Della vita ho capito solo una cosa: che non ho capito niente.

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