The Fabelmans: Spielberg ci racconta l’arte del mostrare

“Non ci saranno festini apocalittici o stupide rivalità tra artisti prime donne in questa pellicola” cit. Severus Piton appena uscito dal cinema

Cogito et Volo dedica anche quest’anno una particolare attenzione alla corsa agli Oscar 2023, con approfondimenti sul sito e contenuti extra su Instagram e Facebook. Daremo un’occhiata da vicino alle pellicole candidate per il miglior film, con recensioni e curiosità, ma anche ai film candidati in altre categorie, in attesa della notte degli Oscar, che si terrà il 13 marzo. Qui trovate tutti gli articoli già pubblicati.

Mostrare e non dire, questo potrebbe essere il perfetto slogan per The Fabelmans, l’ultimo e autobiografico lungometraggio di Steven Spielberg, candidato agli Oscar 2023 per il premio miglior film. In una Hollywood contemporanea che si ormai è buttata in maniera evidente in un filone di pellicole autocelebrative sul proprio settore, Spielberg scende in campo portando sullo schermo una visione intimistica e familiare di quella che è stata la magia del cinema nella sua crescita e formazione, da regista ed essere umano.

The Fabelmans – titolo tratto dal cognome immaginario della famiglia protagonista – è dunque una questione di vita privata, che preferisce raccontare la cameretta di un bambino mentre gioca con la cinepresa alla frenesia dei grandi studios e una passeggiata con gli scout alle nevrosi di un’attrice insoddisfatta. Il risultato, vedremo, è un elegante omaggio al cinema come arte visiva, capace di scrollarsi di dosso ogni accusa di protagonismo, da parte di un regista che dopo averci emozionato con le storie più spettacolari, decide per una volta tanto di raccontarci la sua.

Trailer Ufficiale di The Fabelmans

La trama di The Fabelmans

Sammy, protagonista e alter ego del giovane Spielberg, è poco più di un bambino quando i suoi genitori, Burt e Mitzi, lo portano al cinema per la prima volta, nel 1952, qualche giorno prima della festa ebraica di Hannukkah. Il film prescelto per la visione del loro primogenito è Il più grande spettacolo del mondo, un titolo che sembrerebbe rassicurante per il bambino, spaventato dall’entrare in sala, ma che lo lascerà comunque impressionato. Nella pellicola, infatti, è presente un vistoso incidente ferroviario che Sammy non vorrà più dimenticare, anzi insisterà perché tra suoi regali di Hannukkah sia presente tutto il materiale per poterlo riprodurre davanti a una telecamera.

Esaudito il desiderio del bambino senza troppi problemi (d’altra parte il padre è un informatico di primissima generazione impiegato alla General Electric, e quindi avvezzo alla tecnologia) la cinepresa diventerà una compagna inseparabile per Sammy che la utilizzerà sia per documentare la vita quotidiana che per progetti più creativi. Spesso nei suoi esperimenti si trova coinvolto il resto del nucleo familiare, composto oltre che dal padre, dalla madre Mitzi (Michelle Williams), pianista rinunciataria ma di grande talento, dalle 3 sorelle minori e dal collega del padre e caro amico di famiglia Bennie (Seth Rogen).

Sammy proietta il sua ricostruzione dell’incidente ferroviario

Nel contesto frenetico dello sviluppo delle nuove tecnologie informatiche, il padre di Sammy, particolarmente talentuoso nel suo lavoro, viene promosso e trasferito dal New Jersey all’Arizona, portando con sé oltre alla famiglia, l’inseparabile Bennie, soprattutto su pressione della moglie. In Arizona, Sammy, ormai adolescente, realizza i primi cortometraggi muti con l’aiuto del gruppo degli scout, per poi proiettarli nella sala comunale e suscitare l’entusiasmo di amici e parenti. Cerca anche di tenersi al passo con le innovazioni del settore, di anno in anno sempre più avanzate, per filmare e montare in maniera migliore, tanto che si ritrova addirittura a raccogliere cuccioli di scorpione per poter essere pagato da un laboratorio e permettersi nuove apparecchiature.

La vita scorre serena, tra gli amici, l’esame della patente e qualche litigio col padre che accusa Sammy di dedicare troppo tempo a quella che secondo lui è una banale passione e non un futuro concreto. Saranno la morte della nonna materna, una gita in montagna e l’ennesimo trasferimento per seguire la carriera di Burt, questa volta a Los Angeles, a scuotere definitivamente il precario equilibrio familiare fatto di silenzi e non detti. Anche di fronte a questa situazione, la reazione di Sammy sarà di non dire ma mostrare, invitando la madre a guardare una proiezione nell’armadio della sua cameretta, proprio come faceva da bambino.


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Seguire il proprio cuore e la cinepresa

Tony Kushner, co-sceneggiatore di The Fabelmans e stretto collaboratore di Spielberg da vent’anni, ha definito questo film come “il più nudo di tutti” tra quelli del regista. Se da un lato però in The Fabelmans non ci sono dinosauri, extraterrestri o un rilevante contesto storico a monopolizzare l’attenzione, un vistoso protagonista c’è eccome ed è l’amore per il cinema. Un cinema inteso come arte del mostrare, come la capacità di chi riprende di stregare lo spettatore con la propria prospettiva e fargli vedere ciò che lui sceglie. L’intenzione di raccontare il cinema in questa maniera è esaltata dal contesto storico in cui il piccolo Sammy/Steven inizia filmare: all’epoca le prime videocamere amatoriali non consentivano di registrare l’audio, quindi era proprio l’immagine ad essere la regina della comunicazione. Molteplici sono i momenti in cui Sammy si rende conto della potenza di questo nuovo medium, in un’occasione riuscirà persino a far scoppiare in lacrime il bullo della scuola con una sua creazione.

The fabelmans oscar
Il campeggio nel bosco dove Sammy realizzerà delle riprese significative per la storia della sua famiglia

The Fabelmans però non si limita a raccontare la scoperta di una passione ma affronta anche il grande tema dell’artista che fatica ad avere coraggio e abbandonarsi alla propria arte. Un filo rosso, quello di essere se stessi anche a scapito degli altri, che a ben vedere accomuna tutti e tre i principali componenti della famiglia, dal padre Burt che continua a minare la stabilità familiare inseguendo i vertici della propria carriera, alla madre Mitzi che avendo rinunciato al pianoforte decide di concedersi il vero amore per evitare di sprofondare nella depressione, fino a Sammy, che negli ultimi minuti scoppia a piangere insoddisfatto dei rifiuti dal mondo del cinema e dall’università. Solo l’attimo dopo che il padre avrà accettato finalmente le naturali inclinazioni del ragazzo arriverà per Sammy la prima porta importante porta aperta.

Il finale è un cerchio che si chiude con un cameo tutto da scoprire di un grande regista contemporaneo nel ruolo di John Ford. Sammy appena arrivato negli studios riceverà da questo mostro sacro un importante consiglio su come realizzare le inquadrature scegliendo la giusta prospettiva. Ancora una volta, il cinema di cui vale la pena parlare è qualcosa che si guarda e non si dice.

Dove vedere The Fabelmans

The Fabelmans è uscito in sala il 22 dicembre 2022 ed è ancora possibile trovarlo in programmazione in alcuni cinema.

Immagine di copertina scelta tra le foto promozionali del film

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Studentessa di Giurisprudenza che mangia Pop Culture a colazione e ve la racconta nel tempo libero. Trovo sempre il pelo nell'uovo ma non per questo disprezzo la frittata. Metà ironica, metà malinconica. Da grande voglio fare la Mara Maionchi. (@jadesjumbo)

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