Le stragi nelle scuole americane secondo Stephen King

Guns è il lucido ritratto che Stephen King fa delle stragi americane. Un copione sempre uguale, dalla sparatoria ai media e alla politica

Tutti armati. Nuove stragi quasi mensili, se non settimanali. Bambini, ragazzi e adulti uccisi da armi da guerra nelle scuole, nei bar, nei centri commerciali. Eppure, dopo ogni strage, nulla cambia. Perché?

Lo spiega perfettamente Stephen King nel suo Guns (Marotta&Cafiero 2021), un impegnato pamphlet di analisi e di denuncia sulla diffusione indiscriminata di armi negli Stati Uniti.

Prima di arrivare al nucleo del libro, bisogna fare un passo indietro. Il primo romanzo scritto (seppur non pubblicato per primo) da Stephen King fu Getting it on nel 1965, e parla di un ragazzo problematico che spara all’insegnante e tiene in ostaggio la classe. Dopo la pubblicazione, per volontà di King fu ritirato dal mercato, in quanto lui stesso vedeva “un possibile accelerante” alle azioni di alcuni individui disturbati. Eppure, era dispiaciuto del ritiro perché quel libro raccontava delle verità che, a distanza di 50 anni, rimangono tali.

Guns. Contro le armi - Stephen King - Libro - Marotta e Cafiero - Le mosche  bianche | IBS
Copertina di Guns. Credits: Ibs.it

Le fasi delle stragi di innocenti

Sono ventuno, secondo King, le fasi che caratterizzano queste stragi: dalla sparatoria all’assalto dei giornalisti, passando per le interviste ai sopravvissuti e agli agenti presenti. Uno dei passaggi più importanti è la naturale fase in cui alcuni politici iniziano a mettere in discussione l’attuale controllo delle armi da fuoco, verso cui si fa subito sentire l’opposizione dell’NRA (National Rifle Association) che accusa una fantomatica “cultura della violenza”.

A porre fine a qualsiasi tentativo di dialogo basta un disastro diverso, una notizia più fresca:

C’è un tornado devastante in Louisiana, o uno scoppio di ostilità in Medioriente, o una celebrità morta per overdose di farmaci. Ecco che arriva la musica drammatica e la scritta “Ultim’ora”. La sparatoria è messa in secondo piano.

Senza più l’attenzione mediatica, che gira dove fischia il vento, qualsiasi proposta di modifica alle leggi viene affossata. E così nulla cambia. Mai. Infatti, alla strage seguente, ricomincia tutto da capo, di nuovo. Fino al tornado successivo, alla successiva guerra in Medioriente. E, perché no, anche fino alla morte di qualche claudicante ex-rockstar. Qualunque cosa può distogliere l’attenzione dal problema e far sì che, ancora una volta, niente cambi.

group of police grayscale photo
Credits: ev on Unsplash

“Cultura della violenza” o eccesso di armi?

Dopo aver analizzato le fasi che caratterizzano le stragi, Stephen King decostruisce il dialogo politico che precede l’imminente oblio, e si sofferma sui dati. No, la “cultura della violenza” negli Stati Uniti è solo un falso mito: vincono i romanzi sentimentali su quelli d’azione; vincono i cartoni animati e i supereroi sulla rappresentazione filmica della violenza armata.

Insomma, secondo Stephen King è chiaro:

Affermare che la cultura della violenza in America è responsabile delle sparatorie a scuola è come dire che gli amministratori delegati di una compagnia di sigarette affermano che l’inquinamento ambientale è la prima causa di cancro ai polmoni.

Eppure, per quanto certe verità siano evidenti, nulla muta. Forse certi poteri sono troppo forti, e forse certi interessi troppo grandi. Ma qualche possibilità dev’esserci: se fosse possibile proporre restrizioni meno esigenti, quante vite sarebbero salvate? Se invece di 30 proiettili i caricatori avessero un limite di sole (sole?) 10 cartucce, quanti oggi sarebbero vivi?

Un piccolo libro, questo Guns di Stephen King, che decide di sollevare un peso sempre più intollerabile, eppure necessario. Oggi più che mai.

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Credits: ev on Unsplash

Guns, edito dalla Marotta&Cafiero editori nel 2021, fa parte della collana “Mosche Bianche” che propone riflessioni sull’attualità dei più importanti autori internazionali contemporanei, con progetti grafici molto innovativi e peculiari. Oltre a Stephen King sono stati pubblicati anche Daniel Pennac, Günter Grass e Garry Gasparov.

Articolo a cura di Cosimo Angelini

(Immagine di copertina: photo by ev on Unsplash)

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