La Vita Bugiarda degli Adulti

«Quann si’ piccerella, ogni cosa te pare grossa. Quann si gross, ogni cosa t’pare niente»

Ispirata all’omonimo romanzo di Elena Ferrante, La Vita Bugiarda degli Adulti è disponibile su Netflix da inizio gennaio. Distribuita in un unico ciclo da sei episodi, per la regia di Edoardo De Angelis, la serie racconta la storia della tredicenne Giovanna Trada (detta Giannina) in una Napoli degli anni ’90 che orienta e disorienta, che incanta ma inquieta.

Cresciuta in una famiglia benestante, la ragazza vive i primi drammi dell’adolescenza insieme alle amiche Angela e Ida. Per Giannina «erano come cugine carnali». Avevano ricevuto la stessa buona educazione di sinistra «tutta libri e ragionamenti», trascorrevano le loro giornate al Vomero o in una villa sul mare a Posillipo, mentre del resto della città non sapevano ancora nulla.

Il cast de La Vita Bugiarda degli Adulti

A muovere le fila della vicenda un incontro inaspettato che le stravolgerà la vita.

E poi la ricerca di un misterioso braccialetto – quel prezioso oggetto di discordia depositario di una lunga catena di finzioni – di cui nessuno sembra saper nulla.

A Napoli si dice che ognuno fa ciò che vuole. «Nessuno sa.» Ma qual è il confine tra apparenza e realtà? Quale il prezzo della verità?

Con uno sguardo incredulo, da un giorno all’altro Giannina vedrà sgretolare le sue certezze. Finirà per ritrovarsi in una storia che non sente la sua, scivolando nel groviglio di un dolore arruffato, senza alcuna redenzione.

BELLEZZA

«Prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero brutta. Non lo disse direttamente ma usò un paragone. Parlò a bassa voce, ma io lo sentii.»

Giovanna teme più di ogni altra cosa la disapprovazione del padre. Il pensiero di assomigliare alla misteriosa zia Vittoria – considerata un mostro dai genitori e il cui volto era stato censurato in ogni foto di famiglia – le fa paura.

Non possiede alcun ricordo della zia paterna, che non vede da molti anni, così decide di volerla incontrare per scoprire «come è fatta» e va a farle visita nel Pianto, un quartiere di Napoli a lei sconosciuto.

Vittoria non sembra attaccata ai soldi o ai beni materiali. È sfacciata e impetuosa. Possiede un temperamento passionale e Giannina ne rimane fortemente impressionata.

«Tu credi più alle bugie che alla verità.» esordirà zia Vittoria dopo averle preparato una spremuta d’arance.

Poiché spesso tutto non è come appare o – quanto meno – come ce lo hanno raccontato.

Immagine da La Vita Bugiarda degli Adulti su Netflix

SOMIGLIANZA

Giovanna non era mai stata al Camposanto. Era solita ripetere a pappagallo gli insegnamenti del padre, il quale le aveva insegnato che i morti sono come oggetti rotti (al pari di una radio, un televisore, un frullatore): l’importante è ricordarsi di come erano quando funzionavano.

Ma la zia Vittoria le insegnerà la differenza fra il vedere e il guardare:

«Tutte le persone superbe, Giannì, fanno finta che la morte non esiste.»

Così l’esclusa dai modi sguaiati – la pecora nera della famiglia – agli occhi di Giannina si rivela autentica, la persona più vera che ha mai conosciuto.

La ragazza è colpita dalla sua energia, comincia a sentirsi ossessionata dalla sua figura e finisce per imitarne le reazioni spiazzanti.

Immagine da La Vita Bugiarda degli Adulti su Netflix

Con ardore racconterà ad Angela e Ida del Pianto (nella realtà Poggioreale): «Lì la gente ride. Sta qua a Napoli ma sembra un altro pianeta. Sembra un luogo sporco, però invece è solo povero. Chi ci abita lo lava in continuazione, sono ossessionati dalla pulizia. Pensate che se una fogna si rompe lì comunque odora di bucato.»

AMAREZZA

È risaputo che i bugiardi sono bravi a far sembrare bugiardi gli altri. Così ad un tratto Giovanna si accorgerà di non aver mai capito nulla.

La sua curiosità diviene ansiosa. I gesti più ovvi dei suoi genitori cominciano a sembrarle le porte d’accesso a segreti orribili. Si è spinta oltre, ha guardato dove la zia le aveva detto di guardare e ora non può più tornare indietro.

«Dio è colpa mia, lo so. Mi sono fissata con questa stronzata della verità e adesso sta per crollare tutto. Questa famiglia su questa casa. Questa casa su San Giacomo dei Capri. San Giacomo dei Capri sul Vomero e il Vomero sulla città. Tutta la città a mare, ecco qua.»

Immagine da La Vita Bugiarda degli Adulti su Netflix

COMING OF AGE STORY

La Vita Bugiarda degli Adulti si rivela una serie coming of age dal ritmo lento.

Giovanna prova a definire la sua identità entrando in contatto con una Napoli variopinta che fino ad allora non aveva mai conosciuto. Si allontana dal colto mondo borghese per avvicinarsi a persone ignoranti ma piene di energia e di vita. Nell’uscire fuori dai confini abituali comincia a ridimensionare le figure idealizzate dell’infanzia, tempo di felicità apparente adesso che ogni segreto è svelato.

La musica acquista un ruolo fondamentale. «Nella serie,» ha raccontato la sceneggiatrice Paolucci «è l’utilizzo della musica ad averci riportato nella nostra gioventù e per questo aspetto è stato molto incisivo il volere di Edoardo De Angelis che attraverso l’utilizzo e le scelte musicali ha permesso di recuperare una grande parte di emotività del tempo». Nel susseguirsi degli episodi si ascoltano brani dei 99 Posse, Almamegretta, Enzo Jannacci, Edoardo Bennato, Franco Califano e altri. A questi si aggiunge la colonna sonora originale composta appositamente per la serie da Enzo Avitabile.

«Questa serie», ha chiarito De Angelis, «parla dell’importanza di ciò che è irrilevante. Elena Ferrante gioca con il paradosso della realtà sistematicamente ribaltata o aberrata seguendo la sola regola del proprio interesse. Nel continuo rispecchiamento di un personaggio nell’altro, ognuno scopre che la verità è una parola che più la apri più rivela la sua natura bugiarda. Nel vortice melmoso di adulti ossessionati dall’autorappresentazione di se stessi come giusti, onesti, sinceri, Giovanna scopre che la vita è sporca, puzza e certe volte è pure brutta. Scopre che la sola verità possibile sta nella bellezza di una bugia piena di desiderio, di un amore opaco, come le finestre dei cessi».

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In costante conflitto con l’altra me, alla ricerca di un equilibrio fra la bussola della ragione e le leggi del cuore.

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